Cannabis terapeutica in Campania? Il sindacato dei medici: «No, prematuro»
di Alessandro Chetta, da “Corriere del Mezzogiorno”, 08-05-2012
NAPOLI – In Toscana sì, in Campania no. Il sindacato dei medici italiani (Smi) si oppone all’introduzione della cannabis a scopo terapeutico nelle cinque province campane. Bocciata dunque l’ipotesi ventilata nei giorni scorsi di introdurre la sostanza come antidolorifico anche nella più popolosa regione del Sud, come già avvenuto in Toscana con l’ok del Consiglio regionale del 3 maggio scorso. Un trattamento differenziato di cui non si comprendono bene le ragioni. Sempre di cannabis (a scopo terapeutico) si tratta. Fatto sta che nonostante l’uso medico sia in vigore già i molti paesi, il sindacato presieduto da Giuseppe Del Barone sostiene che in Campania i tempi sarebbero «prematuri» per un passo del genere. Motivo? Ancora troppe controversie in ambito medico e scientifico.
TAVOLO - L’unico passo ragionevole, secondo lo Smi, al momento, sarebbe organizzare un tavolo multidisciplinare regionale per discuterne ed eventualmente organizzare dei percorsi terapeutici condivisi da tutti. «Al momento – dice il vicesegretario regionale dello Smi, Salvatore Marotta – c’è una controversia nel mondo scientifico internazionale sull’utilizzazione della sostanza a fini terapeutici. Non esistono incontrovertibili prove di evidenza scientifica su questo approccio terapeutico e per questo è necessario attivare un tavolo multidisciplinare che includa specialisti ospedalieri, universitari e del territorio di varie competenze per fare chiarezza sulle modalità di utilizzazione della cannabis».
IN TOSCANA - Il 3 maggio scorso l’Assemblea regionale toscana ha approvato l’uso sanitario della cannabis. Si dà facoltà di somministrarla a malati di sclerosi multipla e altre patologie sia a casa che in ospedale, sempre a scopo terapeutico. Si tratta della prima legge regionale in materia, approvata già qualche giorno fa dalla Commissione sanità, con voto contrario di Pdl e Udc. La legge consentirà il rimoborso dei farmaci e la somministrazione nelle strutture delle Asl, e in strutture private accreditate che erogano servizi in regime ospedaliero.
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