Un referendum contro i rimborsi

di Cesare Maffi pubblicato su Italia Oggi, il 02/05/12

I radicali italiani hanno stabilito, durante l’ultima riunione del loro comitato nazionale, di attivare un «pacchetto di quesiti referendari», fra i quali viene indicato, come primo, «l’abolizione della legge truffa sui rimborsi elettorali». È noto che anche l’Idv ha annunciato analoga volontà di arrivare a un referendum. Ci saranno difficoltà pratiche, nell’attivazione del referendum, segnatamente per la raccolta di oltre mezzo milione di firme. Tanto più faticosa sarà l’impresa se le firme dovranno essere raccolte nella legalità (come i radicali fanno) e non con quella, disinvoltura che ha causato nei giorni scorsi l’iscrizione di Guido Podestà, presidente della Provincia di Milano, fra gli indagati (per tacere del suicidio di un consigliere provinciale della Lega a Parma). Nel corso del comitato radicale si sono alzate non poche voci dubbiose sulla capacità finanziaria e organizzativa del movimento di superare i problemi legati all’organizzazione di un referendum. Il Pdl, invece, si è limitato a far sapere che nella propria futura veste (al momento, assolutamente ignota agli stessi massimi dirigenti del partito) «sarà tutto finanziato dagli iscritti, dai contribuenti privati, dai cittadini». Così, almeno, si è espresso Angelino Alfano, nell’evidente tentativo di venire incontro alle attese della gente, operando una mossa elettorale. Potrebbe, però, essere maggiore e più esteso l’apprezzamento se il partito del predellino, già nella sua forma attuale, assumesse l’impegno di attuare quel che radicali e dipietristi vorrebbero ottenere attraverso referendum: vale a dire, azzerare l’esborso pubblico. Come poi agevolare i finanziamenti di privati, iscritti, simpatizzanti, sostenitori, è altra e minore questione.

Il punto principale, invece, consisterebbe proprio nella soppressione pura e semplice del cosiddetto rimborso elettorale. Il Pd si è schierato per una semplice riduzione del finanziamento. Sempre meglio di niente, per carità, ma i sondaggi e anche semplicemente l’ascolto della gente indicano che gli elettori si aspettano ben altro: piazza pulita. Riesce difficile capire perché il Pdl non attui una mossa popolare e debba, invece, seguire le altre formazioni di maggioranza per acconciare una mezza riforma, insufficiente e quindi impopolare. Altrettanto andrebbe detto per l’Udc, per non riferirsi alla Lega, sulla quale le vicende dell’ex tesoriere gettano discredito, fango e perfino rabbiosa incredulità nella base dei fedelissimi.

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Fonte: http://www.perlagrandenapoli.org/?p=6931&utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=un-referendum-contro-i-rimborsi

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