Marcia per l’amnistia, grande successo per il 25 aprile radicale

Di Fabrizio Ferrante, da www.epressonline.net, 26-04-2012

Ieri mattina Roma ha ospitato la seconda marcia per l’amnistia e la giustizia. La città eterna è stata travolta da un’onda umana festante, colorata e piacevolmente rumorosa che ha dato vita non solo a un partecipato corteo di militanti e simpatizzanti, ma a una vera e propria giornata di orgoglio radicale.

Ad accompagnare l’happening, la musica live dalla Loffredo Jazz Band che ha dato vita a un vero e proprio concerto itinerante, direttamente dal camioncino che ospitava anche Marco Pannella.

Il corteo, mossosi da Regina Coeli per attraversare le vie dei palazzi del potere fino al comizio di Piazza San Silvestro, è stato caratterizzato dalla presenza di svariate centinaia di persone, che hanno reso il colpo d’occhio ulteriormente imponente, rispetto agli standard delle manifestazioni radicali. Hanno aderito all’iniziativa svariate sigle dell’associazionismo laico e cattolico, i maggiori sindacati italiani, da quelli confederali a quelli di categoria, alcuni sindaci e presidenti di Provincia e militanti di partiti laici. Presente anche una folta rappresentanza di attivisti tibetani, per ricordare l’importanza di sostenere la lotta per l’autonomia del Tibet, da decenni ostaggio della bieca repressione di Pechino.

La fase itinerante della mattinata, quella che ha preceduto il comizio finale, è stata utile anche per raccogliere le impressioni dei protagonisti, dai semplici partecipanti fino agli esponenti radicali – e non solo – presenti al corteo. Così Marco Cappato, consigliere regionale lombardo. “Se fosse stato per Rai, Mediaset, Corriere o Repubblica qui oggi non c’era nulla e invece c’è un sacco di gente. La questione delle carceri non è solo una questione umanitaria, ma una questione di legalità visto che la condizione nelle celle è una condizione di tortura”. Cappato ha anche ricordato i nove milioni di processi pendenti e il dato delle 180.000 prescrizioni all’anno, una vera amnistia illegale di classe. “Serve scegliere fra un’amnistia di classe e una legale, che apra la strada a una vera riforma della giustizia. Noi scegliamo l’amnistia legale, Napolitano e Monti cosa fanno?”.

Rodolfo Viviani, membro del comitato nazionale di Radicali Italiani e presidente dell’associazione radicale Per la Grande Napoli, ha indicato i prossimi punti della lotta nel capoluogo campano: “A Napoli riprenderemo subito la battaglia antiproibizionista (altra faccia del problema insieme all’immigrazione, NdR), e lanceremo due proposte di delibera comunale, una sulle narcosale e l’altra sulla coltivazione di marijuana come sta avvenendo anche in Spagna”. Rocco Berardo, consigliere regionale del Lazio, ha confermato l’importanza della lotta antiproibizionista e il notevole risultato numerico della partecipatissima manifestazione. “Ora però che si parli del problema carceri e giustizia – ci ha detto Berardo – e si diano risposte chiare. Noi le nostre le abbiamo date,amnistia, indulto e riforme. Ora tocca agli altri partiti dare risposte convincenti alle stesse domande”.

In strada sono scesi tantissimi cittadini non radicali, che probabilmente rappresenteranno la migliore garanzia di richiesta per un impegno futuro anche di quei partiti che fino a oggi hanno rifuggito dal dare risposte ai problemi connessi alla giustizia in Italia. Mario Staderini, segretario di Radicali Italiani, ha spiegato che: “Ho scritto una lettera a tutti i maggiori leader politici chiedendo semplicemente quale sia la ricetta dei Vendola, Bersani, Casini e Alfano. La nostra è l’amnistia, voi cosa proponete? Inoltre il successo di oggi ci farà uscire dal guscio e servirà a ottenere quell’informazione che fino a oggi è stata negata. Capito Floris, capito Fazio? Date un po’ d’informazione sul primo problema sociale italiano”. Il deputato Pdl, Alfonso Papa, ha ribadito l’importanza di un’amnistia come punto di partenza per qualunque ipotesi di riforma credibile e ha rilanciato il suo impegno per la fine del proibizionismo sulle droghe. Questo tema, secondo Papa, deve trovare spazio nel dibattito nazionale data la massa di detenuti che langue nelle patrie galere a seguito di una condanna derivante da un reato senza vittime.

Anche Emma Bonino si è soffermata ai microfoni di ePress sull’antiproibizionismo e su quanto esso sia stato un tema finora esclusivo dei radicali. L’auspicio espresso dalla vicepresidente del Senato è che: “Speriamo che la mobilitazione di oggi, con tante persone anche non radicali, porti i cittadini ad organizzarsi per chiedere ai partiti di avere il coraggio che finora hanno perso”. La testimonianza di una madre, il cui figlio è in carcere per motivi legati alla droga, è agghiacciante: “Mio figlio è di Torre del Greco ma viene sbattuto da un carcere all’altro come un pacco postale. Ora si trova a Lecce, a 500 km di distanza dalla famiglia. E’ possibile togliere a un ragazzo la famiglia e la dignità, oltre che la libertà? Mio figlio non mangia più e ha già perso otto chili. Rischia di morire in cella e se così sarà io morirò con lui, sarebbe un doppio omicidio di stato. Fui io stessa a denunciare mio figlio perché credevo nella giustizia ma oggi mi pento e non lo rifarei”.

Dal palco, Marco Pannella ha più volte richiamato le responsabilità delle istituzioni in quello che è un paese che, oltre ad avere il problema delle carceri, è “esso stesso carcerato dall’assenza di diritti. L’Europa ci ricorda da anni la nostra natura distato criminale abituale e professionale, non in senso morale ma in senso tecnico“. Nel corso di due interventi fiume il leader ha ricordato 60 anni di lotte in cui, dall’affermazione dei diritti elementari fino all’antiproibizionismo, i radicali si sono sempre battuti al fianco degli “ultimi”. Si è rivolto direttamente ai protagonisti, chiamandoli per nome quasi a volerli maggiormente responsabilizzare. In particolare ha insistito su Napolitano e Schifani. Non una scelta casuale, ma ancorata a quanto emerso meno di un anno fa nel corso di un convegno al Senato in cui fu sancita la “prepotente urgenza” che ancora oggi non ha trovato soluzione (clicca qui).

Sul palco si sono alternati leader sindacali di categoria, dirigenti radicali e parenti di detenuti che sono diventati loro malgrado, simboli dell’illegalità del sistema giustizia italiano che spesso accoglie cittadini vivi, per riconsegnarli morti alle proprie famiglie. Particolarmente accorato l’intervento di Ilaria Cucchi, ma anche quelli in memoria di Federico Aldovrandi e Aldo Bianzino. A tal proposito, Rita Bernardini ha ribadito come, nel 2012, ancora “si muore di carcere”. La mattinata di orgoglio radicale si è chiusa poco dopo le 14-30 in mezzo a un tripudio di bandiere e vessilli radicali, gonfaloni di enti che hanno aderito, bandiere socialiste e tibetane con un Marco Pannella in gran forma intento a ballare sulle note della Loffredo Jazz Band. L’amnistia forse è più vicina, se è vero, come detto da un Pannella dalla voce rotta dall’emozione e dalla commozione che: “Sta succedendo…”.

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Fonte: http://www.perlagrandenapoli.org/?p=6821&utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=marcia-per-l%25e2%2580%2599amnistia-grande-successo-per-il-25-aprile-radicale

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