Grandi manovre di Pannella tra amnistia e Norimberga

da “Il Foglio”,  24/04/12

Dopo che Radio Radicale ha mandato in onda il comizio tenuto da Beppe Grillo a Sesto San Giovanni il 20 aprile, ci si chiede se in quella decisione non ci sia il solito genio pannelliano al lavoro. Che da una parte lancia la seconda Marcia per l’amnistia, la giustizia e la libertà – domani, 25 aprile, anniversario della liberazione dal nazifascismo, a Roma – e dall’altra strizza l’occhio all’antipolitica a cinque stelle, riconoscendone qualche tratto di affinità, se non di diretta o indiretta filiazione. Ma c’entra davvero il leader radicale, con l’appello alla Norimberga per i partiti del comico capopopolo genovese? Pannella dice al Foglio di Grillo che “c’è una prima evidenza: è una forza della natura. Per intenderci, come lo sono anche io e quell’altro bestione dell’Umberto. Temo però sempre, e già ho avuto occasione di scriverglielo, a Grillo, che finisca per andare a sbattere, e che stavolta ci vada proprio lui, oltre a chi lo accompagna. Abituato come sono a giocare il possibile contro il probabile, l’idea che ho è che Beppe e i tanti suoi di oggi non costituiscano una dissipazione di un improbabile ‘bene comune’. Basterebbe, per esempio – prosegue Pannella che comprendesse che una Norimberga dopo la nostra Corte penale internazionale è esattamente l’opposto dei processi da stadio ai quali sembra non troppo consapevolmente pensare. Ciò detto, è interessante leggere, sulla pagina Facebook del Popolo viola, il panico di quasi tutti gli intervenienti all’idea che io possa in qualche misura circuire Grillo, corromperlo. E poiché la dissipazione mi è più di ogni altra cosa estranea (e anche mi repelle), vi ripeto anche in casa di una quarta bestia come Giuliano Ferrara che è possibile concepire e mettere alla luce altro che l’eliminazione del perverso nemico”.

Il flirt con l’antipolitica grillina non impedisce a Pannella di concentrarsi, in queste ore, sull’iniziativa politica per l’emergenza carceri. Dall’inizio dell’anno sono morti nelle galere italiane cinquantaquattro detenuti, diciotto dei quali suicidi (dato aggiornato al 17 aprile). Basta anche solo questa nuda cifra per capire che nei sei anni che separano la prima Marcia per l’amnistia, la giustizia e la libertà – il giorno di Natale del 2005 – e quella convocata per domani mattina a Roma (partenza da via della Lungara, carcere di Regina Coeli, per raggiungere piazza San Silvestro, a un passo dal Parlamento) la situazione non è cambiata. Continuiamo ad avere 67.000 detenuti in celle che ne potrebbero ospitare in condizioni decenti non più di 45.000. Continuiamo ad avere nove milioni di procedimenti pendenti e 180 mila prescrizioni annuali. La marcia di domani, promossa da Rita Levi Montalcini insieme con Ilaria Cucchi, Lucia Uva e Rudra Bianzino (le sorelle di Stefano Cucchi e di Giuseppe Uva e il figlio di Aldo Bianzino, che chiedono giustizia per i loro congiunti morti mentre erano in stato di detenzione) è quindi, ancora una volta, la richiesta al Parlamento di un’amnistia. La lista delle adesioni è lunghissima (c’è anche il Foglio con il suo direttore Giuliano Ferrara, come nel 2005: l’elenco completo delle adesioni su radicalparty.org). Ed è una lista del tutto trasversale, ricca di nomi di parlamentari di tutti gli schieramenti, di associazioni, di sacerdoti, di sigle dell’associazionismo cattolico e del volontariato, di nomi della cultura, di direttori di penitenziari, di sindaci e di sigle sindacali, dalla Cgil all’Ugl (c’è anche l’Unione delle comunità islamiche).

Nel 2005, tra le adesioni alla marcia c’era anche quella di Giorgio Napolitano, non ancora presidente della Repubblica. A lui si è rivolto direttamente ieri Marco Pannella da Radio Radicale: “Abbiamo un’Italia in indiscutibile flagranza di reato contro la nostra stessa Costituzione. Hai detto che ci dobbiamo vergognare davanti a tutta l’Europa, hai evocato il termine ‘orrore’ per parlare della realtà carceraria, hai parlato di ‘prepotente urgenza’ eppure non hai fatto messaggi alle Camere”.

La marcia chiede con forza l’adozione di un indulto, come nel 2006, e soprattutto di un’ampia e necessaria amnistia, unico provvedimento credibile per rispondere all’emergenza e per ripristinare la minima base di legalità nelle carceri italiane che sia di traino a quella riforma della giustizia da molti invocata e mai realizzata.

Dei motivi di quella mancata realizzazione, Pannella ci dice che “l’ostacolo è uno solo: uno stato fuorilegge, tecnicamente criminale e costretto alla più volgare (e magari efficace) antidemocrazia. La data del 25 aprile è molto appropriata. Si tratta di liberare di nuovo l’Italia come ci liberammo del ventennio partitocratico fascista; ora dal sessantennio che ho sempre chiamato ‘monopartitico antifascista’ perfetto. Qualcosa che deve cadere ma senza rovine, salvando anche i ‘cattivi’: che, in quanto tali non ci sono, per me” (è forse qui che risiede la differenza più marcata con Grillo?).

Il sociologo Guido Vitiello, che sul Foglio scrive spesso di giustizia, ha aderito alla marcia del 25 aprile. La sua idea è che “il problema dell’amnistia si è impantanato nello stesso sistema di paralisi da veti incrociati di tutto, da quando è stato rimesso unicamente ai partiti. L’amnistia, insomma, non si fa da quando da prerogativa presidenziale è diventata tema di trattativa tra i partiti. Tutti sono favorevoli a parole, perché è nobile l’immagine di chi si preoccupa per i carcerati, ma poi non si trova nessuno che voglia intestarsela politicamente. Ricordiamoci quello che è successo con l’indulto, nel 2006: appena votato, tutti se ne dissociarono. Ma in questo momento l’amnistia dovrebbe essere condivisa anche dai contrari, perché è l’unica via per risolvere un’emergenza scandalosa. Un giurista insigne come Giuseppe Di Federico, che pure dice che di principio lo strumento dell’amnistia non gli piace, aggiunge che non c’è alternativa. Si può credibilmente parlare di riforma delle carceri e della giustizia solo una volta sanato lo scandalo umanitario sotto gli occhi di tutti”.

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Fonte: http://www.perlagrandenapoli.org/?p=6808&utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=grandi-manovre-di-pannella-tra-amnistia-e-norimberga

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