"Mutualismo e Radicalismo: i radicali storici e le società di mutuo soccorso. L'estrema sinistra storica" di Domenico Letizia
Alla presentazione casertana di "Attenta Vigilanza. I Radicali nelle carte di Polizia (1953-1986)", Domenico Letizia, giovane militante radicale e appassionato di storia politica ha tracciato un veloce profiilo della storia radicale partendo dall'Estrema sinistra storica per ricongiugersi all'esperienza del primo partito radicale, nato nel 1955. Pubblicare il suo contributo, particolarmente originale, ci pare un modo per contribuire alla diffusione di conoscenza sulla storia radicale. Ci pare particolarmente interessante il continuo riferimento all'azione radicale all'interno del movimento mutualistico nelle società di mutuo soccorso, riferimenti ancora poco studiati. Qui di fianco la lapide perugina in ricordo di Felice Cavallotti. A.M.
Per comprenderefino in fondo l’evoluzione del Movimento Radicale Italiano oltre che rimembrarele radici azioniste e le idee liberalsocialiste bisogna soffermarsi anche suquella che gli storici hanno definito “l’Estrema Sinistra Storica” osemplicemente il radicalismo di fine 800. che fu fondato ufficialmentedall'esponente radicale repubblicano AgostinoBertani il 26maggio1877. L'Estremasinistra storica affondava le sue radici ideali nel filone più laico, democratico e repubblicano del Risorgimento italiano, quello mazziniano e garibaldino, ma con riferimenti propri al pensiero eall'azione di Carlo Cattaneo e di Carlo Pisacane. Originale analizzare l’agire sociale di unmovimento che già dalla tradizione a cui si rifà è in controcorrente con ilsistema sociale storico italiano, idee e processi di pensiero che possiamotranquillamente definire, per il periodo analizzato, “inattuali”, comeNietzsche diceva della sua filosofia. Nel 1867 hanno inizio le pubblicazioni de “Il Gazzettino rosa”, testata dichiaratamente repubblicana, intotale conflitto con la classe politica al potere. Tra i suoi redattori: ildeputato Antonio Billia e il giovane FeliceCavallotti.
Il primo programma organico del radicalismoitaliano è redatto nel novembre 1872, ed è approvato al Congresso di Roma,indetto per iniziativa di Giuseppe Garibaldi; gli obiettivi principali sono: il suffragiouniversale, libertà di coscienza, istruzione laica gratuita e obbligatoria,autonomia amministrativa e decentramento, imposta unica e progressiva,abolizione della tassa sul macinato (l'imposta sulla macinazione del grano e deicereali), della tassa del sale, del dazio, della pena di morte e il dissodamento delle terre incolte..Nell’aprile 1888,durante il governo Crispi , quest’ultimo si oppone alladiscussione di un’interpellanza di Cavallotti. Cavallotti si dimette dadeputato (verrà rieletto un mese dopo nel collegio di Milano) e prosegue la suabattaglia contro l’autoritarismo crispino. Alla fine dell’anno, Cavallottiillustra un ordine del giorno, fortemente critico verso la politica esteragovernativa e con forti accenti anti triplicisti e irredentistiContemporaneamente sorge l’esigenza, nell’ambito dell’estrema sinistra, didefinire un programma comune di opposizione al governoCrispi, tenuto ancheconto di un’evidente atteggiamento di autonomia, da parte delle componentirepubblicana e, soprattutto, socialista, rispetto a quella radicale. Sorge cosìil congresso democratico del 13maggio1890; partecipano circa quattrocentocinquantaassociazioni, la corrente radicale del partito, al gran completo, Bovio per irepubblicani e Costa per i socialisti. Il documento finale approvato passeràalla storia come il Patto di Roma.
Tra i punti del Patto di Roma troviamo:
- rivendicazione del diritto di riunione e di associazione;
- largo sviluppo delle autonomie locale;
- indipendenza della magistratura dal potere politico;
- sviluppo della cooperazione e del credito cooperativo;
Tra i punti elencati particolarmente importante èquello che si propone lo “sviluppo e la cooperazione del credito cooperativo”.In Italia su spunto originario mazziniano, vanno creandosi numerose società dimutuo soccorso e molte tra queste saranno gestite sia da socialisti che daradicali storici.Il fiorire di Società di mutuo soccorso va ingrandendosi anchein Campania ove troviamo numerose di queste società gestite dai radicalistorici. Il movimento assume specie in alcuni centri, carattere di massa e indeterminati periodi diventa l’alone portante dell’intero movimento operariosoprattutto nel momento in cui si fa carente l’azione mazziniana e scomparequasi del tutto la presenza dei socialisti. Un mutualismo che riesce aliberarsi dell’umanitarismo filantropico per abbracciare la fede della lottasociale per una gestione diversa, democratica del potere amministrativo epubblico. In Campania tra le figure più interessanti vi è quella di BartolomeoScorpio. Scorpio frequentò l’ateneo Mazzocchi di Santa Maria Capua Vetere e nel1874 a 17 anni fondò il Consorzio Giovanile Garibaldino, mentre a 19 anni aderìal Partito Radicale Italiano e fondò la Società di mutuo soccorso Radicale“Amore e Libertà” , collaborò al giornale “Il Ribelle”, “La Bandiera” e ilgiornale “Giordano Bruno”. Nel 1881 a 24 anni fu eletto consigliere comunale enell’aprile 1882 fondò a sue spese la società operaria “Libertà e Lavoro” diPignataro Maggiore, il nome di Scorpio compare anche tra i fondatori dellaFederazione Repubblicana. Nel 1883 si laureò in giurisprudenza e alla finedell’anno fece intervenire 700 operari della società di Pignataro Maggiore alComizio per il suffragio amministrativo a Capua dove tenne un discorso allapresenza di Giovanni Bobbio. Nel 1887 partecipò ufficialmente alla festaorganizzata a Nola in onore di Giordano Bruno andando incontro a non pochifastidi. Eletto sindaco di Pignataro Maggiore espresse con forza la suatendenza anticlericale e all’interno delle società di mutuo soccorso si faportavoce di quella lotta politica proprio dei radicali storici control’umanitarismo della filantropia borghese. La società operaria “Libertà e Lavoro” nasce con i connotati del mutuosoccorso per “tutelare e sviluppare illavoro, istruire civilmente l’operario, tutelarne e proteggerne i diritti”.Con il tempo la società si sviluppa, trovando numerose adesioni e dividendosinell’ordine di Agricoltori-proprietari, Contadini-braccianti, Falegnami, fabbriferrai, Piccoli Commercianti, Sarti-calzolai-cappellai, Grossisti e Muratori,vi era una rata mensile da versare e un sussidio corrisposto in caso didifficoltà e ben presto la società raggiunse i quasi mille soci. Sempre dallaCampania e grazie alle società di mutuo soccorso nascono molti periodici ditendenza radicale come “La Campania Libera”, “L’Aurora” di Teano, “La Striglia”di Minturno, “LaVedetta” di Capua, “La Verità” di Maddaloni e “La Libertà” diMarcianise. Grazie al radicalismo storico le società di mutuo soccorsoassunsero quella portata innovativa non semplicemente assistenzialista,caratterizzata da una vivacità culturale e politica che farà del mutualismo unadelle forze più innovatrici della classe operaia italiana. Interessantesviluppare ricerche in tale direzione perché se il cooperativismo e ilmutualismo durante il radicalismo storico erano al centro dei contenutipolitici di tale partito è inevitabile che qualche radice di tali elementi siaconfluita nel Partito Radicale Contemporaneo, ciò ad esempio è rivendicabile neicongressi radicali degli anni 70 (del 900) quando si elogiava il “socialismo libertario e autogestionario”,presupposto alla base di un sano mutualismo liberale e libertario. Questasarebbe un’ anima del pensiero politico radicale da recuperare e attualizzareriscattando la presenza dei radicali italiani in molte di quelle zone, oveoggi, assenti, non vi sono gruppi efederazioni politiche di orientamento radicale.
DomenicoLetizia
Bibliografia:
1)Claudia Cardelli, Radicali ieri. Dall'Unità al fascismo,Milano, Istituto propaganda libraria, 1992.
3)Giovanni Spadolini, I radicali dell'Ottocento. Da Garibaldi aCavallotti, Firenze, Le Monnier, 1960, 1963, 1972, 1982.
Fonte: http://radicalipg.blogspot.com/2012/04/mutualismo-e-radicalismo-i-radicali.html
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