ACTA,deciderà il Parlamento Europeo Web News
Digitale e potere-rassegna stampa del 28 marzo
Diritto d'autore
ACTA,deciderà il Parlamento Europeo Web News
"Colpo a sorpresa nella questione ACTA (Anti-Counterfeiting Trade Agreement). Dopo aver caldeggiato per lungo tempo un parere della Corte di Giustizia Europea, infatti, le autorità hanno deciso invece che la decisione sarà presa direttamente dal Parlamento Europeo con una votazione priva, quindi, di qualsivoglia consulenza proveniente dalla Curia. Con questa decisione il Parlamento Europeo si assume pertanto ogni responsabilità su di una questione estremamente scottante, sulla quale convergono le attenzioni della politica e dell'opinione pubblica e per la quale un pronunciamento definitivo è atteso a questo punto entro l'estate."
Il dritto d'autore al tempo di internet l'Unità, p.25
"L'audizione del presidente dell'Autorità garante per le comunicazioni (Agcom) Corrado Calabrò, nei giorni scorsi al Senato, ha portato un po' di chiarezza sula questione del regolamento del diritto d'autore. Che ci sia un'urgente necessità di disciplinare la materia, nessuno ne dubita. Ma che la soluzione invocata da alcuni portatori di interessi, in particolare quelli rappresentati da Confindustria, possa essere il procedere a passo militare, con il solo intervento dell'Autorità, si è rivelata una strada impraticabile. L'Autorità può vigilare al fine di prevenire e accertare le infrazioni, ma la legge non le attribuisce un potere sanzionatorio."
Megaupload, mille account sono del governo Usa Daily Wired
"Come sanno anche i sassi, Megaupload è passato ai posteri ormai da un paio di mesi, sequestrato e sigillato dal Dipartimenti di Giustizia degli Usa perché ritenuto, in soldoni, un gigantesco bazar di cose piratate. Tutti i file caricati online sono quindi diventati irreperibili; un repulisti generale che però ha colpito indiscriminatamente anche chi usava il servizio di hosting per scopi personali (e legali), come archiviare foto o documenti di lavoro. Un danno collaterale inevitabile? È su questo fronte che si sta svolgendo la battaglia degli avvocati di Kim Dotcom,che mentre preparano la strategia da adottare in tribunale, al tempo stesso stanno cercando di ottenere un accordo con il Dipartimento di Giustizia per permettere agli utenti di recuperare i loro file privati. E proprio mentre analizzavano come procedere, un esame approfondito ha rivelato che numerosi account appartengono a ufficiali del governo americano, compresi il Dipartimento di Giustizia stesso e il Senato."
Megaupload, le major volevano collaborareWeb News
"Mentre su Megaupload continuano a piovere accuse da parte delle autorità statunitensi, le quali hanno etichettato il cyber locker di Kim Dotcom come una sorta di oasi verde per la pirateria, proprio il fondatore del servizio ha nelle ultime ore portato alla luce una serie di dettagli che lasciano pensare esattamente il contrario: Dotcom ha infatti messo a disposizione di TorrentFreak alcune email ricevute dai vertici delle principale case cinematografiche relative a possibili collaborazione nella distribuzione di file e nell’advertising. Nomi quali Disney, Warner e Fox avrebbero dunque strizzato l’occhio a Megaupload, consapevoli delle potenzialità del servizio chiuso nei mesi scorsi dall' FBI ed intenzionati a sfruttarne la visibilità e gli strumenti messi a disposizione per migliorare l’efficienza delle proprie attività online."
E-government
Rete Telecom, monopolio più leggero Corriere della Sera, p 31
"Nella storia di Telecom Italia sarà ricordata come la guerra persa dei due euro,peraltro un'approssimazione per eccesso di circa 1,8 euro . E' questo il valore stimato del costo di manutenzione mensile pagato dagli operatori alternativi a Telecom per ognuna delle 5 milioni di linee in unbundling. E' da anni che si parla di studi di separazione, addirittura vendita,della rete. Solo un mese fa il piano Rovati, in una delle sue molteplici forme, era tornato anche sul tavolo di Montecitorio. Nulla di tutto ciò è successo. Ma la quantità di energia spesa da Telecom in questa vicenda è il vero termometro della sua importanza. "
Beauty contest, spunta ipotesi decreto di annullamento Corriere delle Comunicazioni
"È iniziato il conto alla rovescia per la decisione del governo sul beauty contest dopo la sospensione dell'asta delle frequenze a titolo gratuito decisa dal consiglio dei ministri il 20 gennaio scorso per 90 giorni. Secondo quanto riporta l'Adnkronos, l'orientamento dell'esecutivo in vista della scadenza del 19 aprile sarebbe quello di varare un decreto che contenga l'annullamento del beauty contest subito dopo Pasqua. Salvo sorprese dell'ultima ora, con l'annullamento del beauty contest, il governo darebbe così seguito all'ordine del giorno accolto lo scorso 22 marzo al dl liberalizzazioni: era stato presentato dalla Lega proprio per impegnare l'esecutivo allo stop definitivo dell'asta gratuita."
Privacy e trattamento dei dati personali
FTC, rapporto aggiornato sulla privacy Punto Informatico
"È online a disposizione del pubblico il nuovo rapporto della Federal Trade Commission in materia di privacy, una serie di raccomandazioni sulle "best practice" che le aziende statunitensi dovrebbero adottare per rispettare in pieno la riservatezza dei netizen. FTC è chiara: il rapporto non ha valenza di legge, ma le aziende dovrebbero seguire lo stesso questi consigli per evitare un intervento legislativo del Congresso. Adottare le regole sancite dal rapporto (Protecting Consumer Privacy in an Era of Rapid Change) permetterà alle società operanti in rete di <<innovare e realizzare nuovi servizi creativi per i clienti senza sacrificare la loro privacy>>. Importante in tal senso è la disponibilità di una opzione <<Do Not Track>> per i netizen entro la fine dell'anno, requisito al di là del quale la FTC auspica una legge del Congresso che imponga tale possibilità.
Stati Uniti. L’urlo dell’Fbi: “Stiamo perdendo la cyber war” Articolo Tre.com
"<<Nella partita in corso contro gli hacker, gli Usa non stanno vincendo>>: questa la dichiarazione shock pronunciata da Shawn Henry, numero uno dell'Fbi per la lotta al crimine sul web. Henry ha concesso un'approfondita intervista al Wall Street Journal e ha voluto delineare un quadro della situazione della sicurezza telematica alquanto allarmante. Secondo Henry, che si appresta dopo 20 anni di servizio a lasciare l'Fbi per diventare responsabile della cyber-sicurezza in una società privata, l'attuale approccio politico e privato nei confronti dei crimini sul web sarebbe assoluitamente inadeguato e insostenibile. Gli hacker starebbero vincendo la loro personale guerra nei confronti delle istituzioni e sarebbero muniti di troppo talento; al contrario le difese approntate per contrastare i loro attacchi sarebbero ancora decisamente troppo deboli."
Fonte: http://www.agoradigitale.org/actadecidera-il-parlamento-europeo-web-news
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