Rom, i Radicali inviano al Ministro Riccardi una richiesta d’incontro

di Camillo Maffia, Giovanni Carbotti. Da “Notizie Radicali, 23-03-2012

Una lettera dal Partito Radicale, l’area che storicamente non ha mai abbandonato gli “zingari” a un destino segnato dal razzismo e dall’intolleranza, è stata inviata al Ministro per la cooperazione internazionale e l’integrazione Andrea Riccardi, a firma del sen. Marco Perduca, dell’on. Rita Bernardini e di Mirko Grda, rappresentante della comunità rom di via Salviati, Roma. Un atto simbolico, ma al tempo stesso concreto, di confrontarsi con una realtà che vede fenomeni di razzismo aumentare di pari passo con una volontà d’integrazione che, sebbene agli occhi dei più possa apparire intermittente, è spesso frustrata da risoluzioni politiche poco lungimiranti.

I Rom sono la minoranza più popolosa dell’Unione Europea. In Italia, il 60% di loro ha meno di 18 anni. E’ un popolo di bambini, come afferma il Rapporto della Commissione diritti umani che il Senato ha approvato lo scorso anno. Tale relazione d’indagine, oltre all’importanza di costituire forse l’unico documento frutto di forze politiche diverse messe a servizio di una raccolta meticolosa di dati, proposte e audizioni sul tema, contiene anche una sintesi dettagliata dei rilievi mossi dalla comunità internazionale all’Italia.

L’UE, in modo particolare, attende da tempo un Piano nazionale risolutivo, che il ministro Riccardi si è impegnato a fornire con l’inaugurazione di un Tavolo interministeriale che ha visto attivo il Parlamento per tutto il mese di febbraio. Riccardi non ha mancato di sottolineare la necessità di una strategia condivisa, che in questo momento la classe dirigente è chiamata a produrre e sottoporre a un’Europa che da tempo attende una risposta all’esigenza di dare anche ai Rom italiani uno status di minoranza.

La comunità è infatti assente anche dalla lista nazionale delle minoranze linguistiche, pur essendo una delle più antiche presenti sul territorio. La contraddizione, che sarebbe difficile da spiegare in una condizione paritaria, appare quasi inquietante se si pensa che Rom, Sinti e Caminanti sono proprio la realtà che ha maggior bisogno di misure volte all’integrazione e al riconoscimento giuridico di una questione altrimenti ardua da disciplinare, a causa dei numerosi problemi sociali che hanno fatto sì, in questi anni, che una situazione che avrebbe dovuto essere ad appannaggio del Ministero delle Pari Opportunità è finita più spesso sulle scrivanie del Ministero dell’Interno.

L’ampio numero di DDL presentati in merito e l’urgenza del problema non hanno purtroppo spinto il Parlamento a riprendere seriamente il dibattito sulla legge 482, o meglio sull’esclusione dei popoli in questione da tale normativa. La Federazione Rom e Sinti insieme, lo scorso 9 novembre, ha indetto un’importante manifestazione che è culminata in una conferenza stampa alla Camera dei Deputati, proprio per chiedere, fra l’altro, l’inclusione delle loro comunità nelle Norme per la tutela delle minoranze linguistiche storiche (482/1999).

Sopra si faceva riferimento al fatto che, spesso, le azioni dei cosiddetti “zingari” per dare segnali d’integrazione siano spesso deluse da risposte insoddisfacenti. In questo caso, purtroppo, un grande momento di unità e condivisione come quello portato avanti con difficoltà dalla Federazione Rom e Sinti insieme ha avuto, come seguito, gli orribili fatti di Torino – il campo nomadi dato alle fiamme in seguito alla denuncia di stupro da parte di una minorenne, rivelatasi poi infondata. Uno spaccato atroce della visione italiana media in merito a un problema in cui la disinformazione e il pregiudizio sono spesso causa e conseguenza di tragedie evitabili.

Proprio in quell’occasione il ministro Riccardi ha ribadito l’urgenza della necessità di una strategia condivisa, impellenza che il fondatore della comunità di Sant’Egidio ha tentato di soddisfare con la creazione, relativamente tempestiva, di un’iniziativa parlamentare ad hoc. Resta però la contraddizione di un elenco che include tutte le minoranze linguistiche presenti sul territorio italiano tranne quella in questione, che pure chiede a gran voce di essere considerata alla pari delle altre: e coloro che ancora ricordano lo sdegno provocato, nel 1999, dall’improvvisa rimozione degli “zingari” dalla legge 482, a cominciare dalla reazione di un’area come quella radicale che si poneva anche allora in prima linea per i diritti civili di quel popolo, comprenderanno anche come tale esclusione pesi sulla qualità della risposta ai quesiti pressanti della comunità internazionale che non vede la minoranza tutelata in quanto tale a livello sia giuridico che fattivo.

Per questa ragione, anche di fronte all’Europa, la riapertura del dibattito sulla 482 potrebbe dare un vero segnale di cambiamento in una politica che troppo spesso si è lasciata tentare da soluzioni di tipo propagandistico ancorché sostanziale. Un elemento, questo, che la lettera consegnata a Riccardi dall’esponente radicale mette bene a fuoco e che, speriamo, il ministro non potrà tralasciare del tutto, vista la consapevolezza con cui ha preso questa responsabilità politica, in linea con i suoi trascorsi umani e professionali. Del resto, anche il Rapporto d’indagine del Senato poneva tra i punti imprescindibili proprio la ripresa del confronto in merito alla normativa sulle minoranze linguistiche; e la richiesta dell’UE di vedere tutelati sul piano legislativo i diritti della sua minoranza più popolosa nei confini del nostro paese si trova perfettamente in linea con questa necessità.

Tale proposta politica non poteva non provenire dai Radicali, che storicamente hanno trattato la questione Rom con l’instancabile passione di personaggi come Paolo Pietrosanti, il cui nome suscita ancora un sorriso carico di ricordi e speranze mai del tutto abbandonate anche in realtà piegate dall’inefficienza politica nazionale e locale, come il campo nomadi di via Salviati a Roma. Mirko Grda, proprio come gli amici della Federazione Rom e Sinti insieme e come molti altri esponenti del “mondo nomade” e di quello radicale, non trascura l’importanza della lingua come vettore culturale e d’integrazione, e ha deciso di rivolgersi al ministro insieme ai compagni per riaprire finalmente un dibattito che non si è mai chiuso e il cui esito positivo potrebbe avere conseguenze che trascendono il piano puramente simbolico, costituendo di fatto un primo passo nella direzione di una condivisione autentica dei valori e del territorio da parte di italiani, Rom, Sinti e Caminanti.

Un primo passo che non può essere né si considera risolutivo, ma che può alimentare un drastico cambiamento della rotta politica italiana, contrapponendosi ad esperimenti lesivi della libertà e dignità personale come il campo di via dei Gordiani a Roma, dove cittadini incensurati e non subiscono alla stessa stregua restrizioni alla loro autonomia individuale solo a causa dell’etnia, in barba alla Costituzione italiana e al concetto di umanità che ci unisce come italiani e come europei.

Simili atti di forza, uniti agli sgomberi e all’intenso crescendo di razzismo e violenza negli ultimi anni in Italia ma non solo, hanno nutrito la tensione sociale in un momento storico già caratterizzato da nervosismi, dovuti vuoi alla crisi, vuoi al vuoto politico; agli errori di matrice politica si rimedia con correzioni doverose di azioni nello stesso ambito, vale a dire rimediando ad atti di dis-integrazione come l’esclusione ex abrupto delle minoranze in questione da norme di tutela che spettavano loro di diritto.

Di questo e di altro, ci piacerebbe discutere direttamente con il ministro Riccardi al campo nomadi di via Salviati a Roma, insieme a Marco Perduca, Rita Bernardini e Mirko Grda, accanto alle famiglie che stanno attraversando questa realtà di disagio e agli amici radicali che vorranno partecipare all’incontro. La scelta del luogo non è ovviamente casuale, ma è un modo per riflettere, oltre che sulle proposte dei Rom che vi abitano, sulle condizioni in cui vivono, in quei campi che lo stesso membro del governo ha definito “da superare” e che sono una realtà tutta italiana. Lì i bambini respirano la diossina dei rifiuti bruciati e gli adulti portano il peso della discriminazione che, impedendo loro di trovare un impiego stabile, li costringe a rimanere nel degrado e che, se non viene contrastata con provvedimenti mirati, rischia di aumentare con conseguenze sempre più esasperanti.

Non ci resta che sperare nell’attenzione del ministro, e in un più lungimirante percorso politico in un paese che è stanco di spot ed estremismi e può forse proprio ora, caduto il velo su tante promesse di sicurezza, guardare con impegno al superamento di realtà indegne di una civiltà antica come la nostra, mirando a una convivenza pacifica che sia frutto di atteggiamenti a un tempo logici e giusti.

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Fonte: http://www.perlagrandenapoli.org/?p=6517&utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=rom-i-radicali-inviano-al-ministro-riccardi-una-richiesta-d%25e2%2580%2599incontro

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