Diritto d’autore, l’AgCom “frena”
Il Secolo XIX 21/03/2012
Roma - «In Rete è ripartita la mobilitazione dei cittadini contro il regolamento-censura sul diritto d’autore», secondo quanto reso noto dall’associazione Agorà Digitale, che si occupa di libertà d’informazione e diritti digitali, che oggi ha consegnato al presidente dell’AgCom, Corrado Calabrò, prima dell’audizione al Senato sul diritto d’autore in rete, 53mila messaggi inviati dai cittadini.
Secondo quanto spiegato, Agorà Digitale , insieme con Avaaz , la più grande organizzazione internazionale per l’attivismo in Rete (13 milioni di membri nel mondo), ha consegnato «oltre 53mila messaggi arrivati in poco più di 48 ore e rivolti ai membri delle commissioni del Senato e ai maggiori leader di partito per chiedere che all’Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni non sia affidato il potere discrezionale di rimuovere contenuti sospettati di violare il diritto d’autore».
Da Agorà Digitale è stato anche fatto notare che «il presidente dell’Autorità non ha voluto rispondere alle domande che gli venivano poste. Allo stesso tempo, è stato consegnato un documento con tutte le posizioni contrarie al regolamento di AgCom, incluse le numerose critiche della Commissione europea. Durante l’audizione, diversi senatori hanno ricordato la mobilitazione di Agorà Digitale e Avaaz e hanno contestato Calabrò per non avere presentato un vero e proprio testo in commissione, ma solo “indirizzi generali”, lasciando quindi il Parlamento all’oscuro dei dettagli del provvedimento. Se alla fine davvero Calabrò non ci ripenserà, si tratterà di una decisione molto grave, verso il Parlamento, le istituzioni internazionali e i diritti fondamentali dei cittadini».
L’audizione di Calabrò in Senato
Questa mattina, Calabrò ha riferito in Senato sulla delibera in materia di copyright su Internet: «Il nostro compito è quello di applicare le leggi vigenti. Ci rafforza in tale convincimento la norma di legge predisposta dalla presidenza del Consiglio che ribadisce la legittimazione dell’AgCom e ne definisce meglio la competenza e i poteri in materia di diritto d’autore. Attenderemo che tale norma veda la luce prima di adottare il regolamento predisposto».
Al termine dell’audizione, davanti alle commissioni Cultura e Lavori pubblici, Calabrò ha detto che «in una prospettiva di più ampio respiro auspichiamo che il Parlamento, nella sua sovranità, voglia affrontare le principali questioni aperte che si collocano oltre l’orizzonte dell’azione amministrativa» e che è necessario «ripensare sistematicamente alla disciplina del diritto d’autore nel mondo digitale, compito che solo le Camere elettive possono intraprendere». Calabrò ha aggiunto che «dato che il diritto d’autore travalica le frontiere, la sede più appropriata per una tale normativa sarebbe quella europea, se non addirittura l’Onu», ma, comunque, «l’argomento incombe».
Diritto d’autore, il parere dei Radicali
Della questione ha parlato anche il senatore radicale Marco Perduca: «Pure riconoscendo al presidente Calabrò la massima disponibilità ad ascoltare anche i suoi più duri critici, stamani in audizione al Senato ci si sarebbe aspettati almeno una bozza della nuova stesura della “bozza di regolamento sul diritto d’autore” che dall’anno scorso l’AgCom sta elaborando, corredata dai dati sulla dilagante “pirateria” nella Rete». Perduca ha aggiunto che «in molti avevamo apprezzato la sospensione del procedimento l’estate scorsa, perché il presidente Calabrò aveva affermato in Parlamento che occorresse una norma di legge che affrontasse la questione del diritto d’autore a tutto tondo. Oggi quelle buone intenzioni non hanno riecheggiato a Palazzo Madama. Occorre quindi, visto anche l’articolo 39 del decreto Liberalizzazioni, che avvia una liberalizzazione della gestione dei diritti d’autore, nonché le annunciate intenzioni del governo di voler adottare una normativa in merito dopo 70 anni, che l’AgCom desista dall’adozione del regolamento e, per lasciare una vera e propria eredità politico-culturale, avvii una riflessione circa la nomina dei propri commissari. Con la senatrice Poretti abbiamo presentato una modifica regolamentare che imponga la conoscenza dei candidati “ex ante” e non “ex post” per potere votare persone competenti, esperte e note per le proprie idee e proposte prima di doverne criticare l’operato successivamente per scarsa attenzione o conflitti di interessi colla materia del contendere».
Diritto d’autore, la posizione di Confindustria
Di tenore simile, ma per altri motivi, il commento di Marco Polillo, presidente di Confindustria Cultura Italia: «Siamo sconcertati per l’ennesimo temporeggiamento dell’AgCom sul tema della pirateria digitale. Stiamo attendendo da tempo infinito l’adozione di questo pacchetto regolamentare che ha ricadute importanti, anzi fondamentali, per la cultura e i contenuti culturali italiani in Rete e per la sopravvivenza dell’industria culturale del nostro paese. Il tema è stato sollevato da AgCom e oggi, dopo infiniti lavori, studi, documenti, audizioni e quant’altro, ci troviamo a fare i conti con un presidente che nonostante affermi che “l’argomento incombe” demanda la soluzione al Parlamento, all’Unione europea, persino all’Onu. Lo poteva dire sin da subito che non voleva occuparsene, evitando così di buttare via due anni di lavoro».
Secondo Polillo, «il quadro normativo nazionale e internazionale è chiarissim, e ci stupisce che i senatori Vita e Vimercati, commentando l’audizione, possano parlare di “fragilita” delle basi giuridiche su cui poggia il regolamento, in aperto contrasto con il parere ben più autorevole dell’ex presidente della Corte costituzionale, Valerio Onida. Quanto all’auspicata nuova normativa sul diritto d’autore, è davvero curioso che questa esigenza nasca solo oggi, quando dei problemi della pirateria digitale si sta parlando ormai da anni. Che sia l’ennesima dichiarazione d’intenti che cela in realtà la volontà di non occuparsene affatto?».
Fonte: http://www.agoradigitale.org/diritto-d-autore-l-agcom-frena
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