Incidenti all'inceneritore di Padova. Scelta sciagurata volerlo raddoppiare in quel sito

Ciò che accade all inceneritore di Padova è normale che accada in un impianto che brucia 600 tonnellate di rifiuti al giorno. Ciò che non è normale invece è che chi governa la città abbia voluto raddoppiare un impianto in un'area a ridosso di tutti i poli sanitari cittadini. Quando è nato, nel 1962, poteva avere un senso. Ora si rivela una scelta sciagurata se si pensa che in quell'area sono attive 4 aziende considerate a "rischio rilevante" dal decreto Seveso. Cosa succede se si sviluppa un incendio più grande di quelli già avvenuti? La popolazione è stata addestrata a reagire in quel caso? Il Comune non ha un Piano di evacuazione e la Protezione Civile ha mai fatto esercitazioni in tal senso? L'Arpav è prodiga nel tranquillizzare la popolazione, ma qui si tratta di capire quanta diossina è uscita dall'impianto. Altro che vapore. Quando una linea si blocca per poi ripartire genera notevoli quantità di diossina. Che non ha odore. E' urgente conoscere il livello di diossina nell'area circostante l'impianto, perchè nel corso dei cinquanta anni di attività dell' inceneritore tanta se ne deve essere depositata negli orti e nei campi del quartiere. Cosi dice lo studio dell istitito Mario Negri di Milano che definisce l'area a "rischio cancro per bambini". La scelta peraltro, di costruire la torre della ricerca contro i tumori infantili della Città della speranza a 1500 metri di distanza in linea d'aria dall'inceneritore non ci sembra una scelta ragionevole. Oltre a non avere approfondito le indagini sulla diossina al suolo non si è mai fatta una indagine epidemiologica sulle ripercussioni sanitarie dell'inceneritore tra la popolazione che ci vive accanto.

Maria Grazia Lucchiari 
Direzione VenetoRadicale - Comitato Nazionale Radicali Italiani

Fonte: http://venetoradicale.blogspot.com/2012/03/incidenti-allinceneritore-di-padova.html

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