Carcere sempre sovraffollato. Il senatore Perduca: "Servono più domiciliari, personale e fondi"

Roberta De Rossi su La Nuova Venezia del 17.03.2012 
Foto da La Nuova Venezia
Ottanta detenuti in meno rispetto ad un anno fa, ma sono pur sempre 273 quelli oggi a Santa Maria Maggiore su una capienza di 160: fino a 7 detenuti in celle per 4 al terzo piano e una media di 3-4 dove dovrebbero stare in due. Lo racconta il senatore radicale Marco Perduca, al termine della sua annuale visita al carcere veneziano, insieme al coordinatore dell’associazione Coscioni Franco Fois: una visita che quest’anno coincide con l’ennesimo sciopero della fame avviato da Marco Pannella, per sollecitare il governo a rispondere alle indicazioni dell’Unione europea, che contesta i tempi lunghi dei processi italiani. "Tempi biblici che si ripercuotono sul sovraffollamento delle carceri", insiste Perduca, "a Venezia, solo 156 detenuti hanno una pena definitiva, 120 sono ancora in attesa di giudizio, 66 dei quali non hanno mai visto un giudice dopo la convalida". "La situazione è migliorata, ma resta sempre emergenziale", prosegue Perduca, "il decreto Severino funziona perché non fa entrare le persone in carcere, ma non ne fa uscire: solo 15 detenuti hanno ottenuto gli arresti domiciliari e lamentano che i giudici di sorveglianza non vengono mai in carcere e hanno tempi lunghissimi per valutare le istanze, quasi sempre respinte. Ho trovato Santa Maria Maggiore pulita e ben tenuto, molto meglio di quanto la ricordassi, ma oltre allo spazio, mancano gli uomini: ci sono solo due educatori, 2 psicologi per affrontare una realtà così delicata: ben 181 detenuti sono stranieri, decine di nazionalità, circa 90 hanno problemi con droga e alcol: il Sert funziona, ma l'Asl ha negato un medico a tempo pieno". In tutto questo, mancano all'appello 80 agenti penitenziari. In organico dovrebbero essere 190, ma tra nucleo navale, traduzioni, affidamenti ad altri uffici, restano in 120: tra ferie e malattie, in media 17 agenti per turno di giorno e 12 la sera. "La rete di telecamere risale agli anni Settanta", conclude il senatore radicale, "se si rompe è difficile da riparare. Ci sono punti ciechi delle comunicazioni interne, con il personale che deve usare i cellulari privati per parlare. La direzione vorrebbe lasciare aperte per l'intera giornata le celle dei detenuti definitivi, ma non può perché mancano i fondi per realizzare una semplice rotonda di raccordo tra due ali. La ministra Severino ha detto che il nuovo carcere non si farà: bene, ma dica se i 100 mila euro che bloccati per i lavori a Santa Maria Maggiore sono disponibili oppure no". "Ho invitato il Comune a un monitoraggio costante della situazione e ad accelerare l’iter per la nomina del garante dei detenuti, interfaccia fondamentale tra carcere ed istituzioni", commenta Franco Fois, "a dicembre, il vicesindaco Simionato ha dichiarato che a breve sarebbe stato cambiato lo statuto, ma non si vede traccia di questa fondamentale figura".

Fonte: http://venetoradicale.blogspot.com/2012/03/carcere-sempre-sovraffollato-il.html

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