Ancora una volta dobbiamo assistere al suicidio di un piccolo imprenditore a causa della crisi di liquidità. Alla cinquantina di imprenditori che solo in Veneto in tre anni hanno compiuto il gesto estremo oggi si aggiunge Ivano Polita di Noventa di Piave, il quale nonostante non lamentasse carenza di lavoro  non ha più retto  difornte all'impossibiltà di incassare  i crediti dai suoi clienti. E' ormai non più rinviabile un intervento da parte della politica per definire tempi certi per i pagamenti tra i privati, non è più accettabile un sistema che vede  le grandi aziende usare le piccole e medie imprese, che costituiscono l'ossatura economica del paese, come banche, strangolandole con contratti che prevedono pagamenti a 150, 180, 200 e più giorni. Il Governo anche per andare incontro alla direttiva europea sulla materia,  ha recentemente dato un piccolo, se pur insufficente, segno per sanare i ritardati pagamenti dell'amministrazione pubblica. Ora intervenga con urgenza su quest'altro fronte e, come ha chiesto da tempo il Parlamentare Radicale Marco Beltrandi al Presidente Monti, si attivi per: "aprire un tavolo di consultazione con i rappresentanti delle categorie interessate per approfondire le problematiche collegate alla questione e provvedere ad uno studio specifico sulla filiera produttiva al fine di verificare fino a che punto corrisponda al vero che le grandi imprese utilizzino le piccole e medie imprese come una sorta di banca, soprattutto nei confronti di quegli imprenditori gergalmente detti terzocontisti".
In assenza di una rapida definizione di regole che prevedano tempi certi per i pagamenti non ci si meravigli quando accadranno nuovi drammi come quello di Ivano Polita.