Basta mimose. Più diritti.
Siamo entrati nelle sezioni femminili delle carceri italiane. Abbiamo visto donne e qualche volte i loro bambini. Abbiamo visto la tortura dello Stato che parcheggia vite in spazi angusti, che dimentica quelle donne in cella per 22 ore, senza possibilità di fare nulla. Abbiamo parlato con loro che ci hanno raccontato l’assenza di ginecologi in carcere, l’assenza di acqua calda, di riscaldamento l’inverno.
Siamo stati per le strade a mezzanotte, in quei viali dove le lucciole accendono la notte. Abbiamo visto donne vittime della tratta. A volte poco più che ragazzine. Ci hanno parlato dei loro problemi, dell’effetto criminogeno delle ordinanze antiprostituzione, del proibizionismo che aiuta le tratte, l’illegalità, la violenza. E conosciamo quelle donne che si prostituiscono volontariamente, le sex-workers, che non capiscono perchè il loro lavoro debba rientrare nell’illegalità. Qualcuna si finge massaggiatrice, qualcuna accompagnatrice. Non hanno copertura previdenziale. Non hanno copertura sanitaria per problemi lavoro-correlati.
Siamo stati tra le amiche transessuali. Abbiamo visto donne discriminate, donne che stanno affrontando un percorso difficile e che spesso vengono emerginate dalla società. Abbiamo visto donne senza una protezione sanitaria, senza aiuto nell’inserimento al lavoro, senza sostegno nella formazione professionale. Abbiamo visto donne che non vengono riconosciute come tali. Donne che il più delle volte soffrono solo per aver cercato e trovato la propria strada.
Siamo stati tra le donne mutilate, escisse, infibulate. Abbiamo sentito un grido di dolore, una richiesta di aiuto. Ci hanno raccontato di loro, ancora bambine, della festa organizzata nel proprio paese per la loro escissione, della radio che avvisava i paesi vicini del grande evento. Ci hanno raccontato della donna arrivata con il bisturi. Del sangue. Del loro clitoride a terra e dell’enorme sofferenza. Ci hanno parlato delle amiche morte per le infezioni, delle amiche scappate prima di farsi inflibulare e mai più riviste, delle amiche morte per un parto che diventa innaturale e straziante.
Siamo stati tra le compagne omosessuali. Donne che non hanno diritto ad accedere ad un mutuo quando decidono di affrontare un percorso d’amore insieme, che non hanno diritto agli sconti dei trasporti dedicati alle famiglie, che non si possono sposare e che non possono adottare un figlio, nemmeno quando si tratta del figlio della partner.
Siamo stati in Italia ed abbiamo visto il mondo. Le donne non vogliono mimose. Vogliono diritti.
Fonte: http://beta.radicalimarche.org/2012/03/08/basta-mimose-piu-diritti/
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