Strage di legalità, strage di popolo. La mappa dei veleni
È la fotografia di una realtà terrificante, quella che si ricava da un recentissimo studio di un gruppo di ricercatori per conto dell’Istituto Superiore della Sanità, del Ministero della Salute, l’università La Sapienza di Roma e altre istituzioni. Terrificante per di più, per difetto, anche se quello che emerge basta e avanza. È la fotografia che conferma come sia vero che la strage di legalità comporta fatalmente, inevitabilmente, una strage di vite umane, di popolo. È una vera e propria mappa dei veleni. Veleni quotidiani, con cui siamo a contatto, che ci fanno male, ci uccidono. Quindici luoghi, per cominciare, ma non illudiamoci, sono di più. Casale Monferrato: è diventata la città simbolo dell’amianto, la città dove l’eternit ha provocato centinaia di vittime per tumori. Pitelli, vicino La Spezia: è la discarica di rifiuti industriali più grande d'Italia, sequestrata nel 1996. Nel rapporto si legge che «risulta in eccesso la mortalità per tutti tumori». Porto Torres, vicino Sassari; vi sorge un polo petrolchimico: «Si registra aumentata mortalità per il tumore del polmone, per malattie dell'apparato respiratorio e per malformazioni congenite». Valle del Sacco, Ciociaria, zona tra Colleferro e Frosinone: «Tra gli uomini si osserva un eccesso di mortalità per tutti i tumori e per le malattie dell'apparato digerente; tra le donne un eccesso di mortalità per le patologie del sistema circolatorio». Litorale domizio e agro aversano, zona dello sversamento dei rifiuti tossici da parte dei Casalesi, area caratterizzata ancora oggi dalla presenza di moltissime discariche illegali di scorie velenose, provenienti dal nord Italia: «La prevalenza di malformazioni alla nascita è correlata con l'indicatore di esposizione a rifiuti pericolosi». Litorale vesuviano, zona caratterizzata da discariche e da siti di smaltimento illegali e di combustione di rifiuti sia urbani sia pericolosi: «Risultano in eccesso la mortalità per tutte le cause e per tutti i tumori solo fra le donne». Le malattie dell'apparato digerente colpiscono invece tutti. Gela Caltanissetta, lì c’è il petrolchimico: «cause di morte provocate tumori polmonari sia tra gli uomini sia tra le donne; tra gli uomini sono in eccesso anche il tumore dello stomaco e l'asma». Crotone, zona ionica della Calabria: «La definizione del profilo della contaminazione dell'area e la verifica di eventuali vie di esposizione della popolazione tutt'oggi attive risultano di particolare rilievo. Sarebbe opportuno attivare un sistema di sorveglianza epidemiologica». Brindisi Zona industriale: aumento di tumore della pleura tra gli uomini. Risultano poi in eccesso le malformazioni congenite. Val Basento Matera: pochi i dati disponibili che il gruppo di ricercatori ha potuto analizzare. In ogni caso «tra gli uomini si osserva un eccesso della mortalità per tutte le cause». Bari Fibronit, Stabilimento di cemento amianto: «Tra le principali cause di morte incluse, sia negli uomini sia nelle donne, risulta un eccesso di mortalità per tumori e malattie dell'apparato respiratorio». Falconara Marittima, area con impianti chimici e raffineria: «Il principale eccesso di rischio è per il tumore del polmone; nelle donne risultano in eccesso le malattie respiratorie acute, mentre negli uomini è in eccesso il tumore del colon-retto». Porto Marghera, zona storica del petrolchimico: «Agli eccessi di mortalità osservati per tutti i tumori e tumore del polmone, della pleura, del fegato, del pancreas, della vescica e per cirrosi epatica ha verosimilmente contribuito l'occupazione». Brescia Caffaro: area con industrie chimiche, dove è stato riscontrato «l'eccesso dei linfomi negli uomini, neoplasia la cui relazione con l'esposizione a PCB appare oggi documentata con i più elevati livelli di persuasività scientifica». Broni Pavia, area di produzione di amianto: «Si osserva negli uomini un eccesso per le pneumoconiosi, patologia professionale che necessita di un'esposizione di una certa rilevanza. L'impatto sulla popolazione di Broni è stato importante e chiaramente rilevabile». I casi registrati nello studio vengono definiti “Morti in eccesso” rispetto alle medie normali della popolazione residente in aree simili; sono morti quindi, direttamente correlate con l'esposizione a sostanze letali. Lo studio è solo un primo passo per ricostruire l'Italia delle scorie e delle morti industriali. Le ricerche e i dati esistenti permettono di delineare solo un quadro ancora iniziale, e comunque quello che si ricava ed emerge è già inquietante. Solo 16 siti d'interesse nazionale sui 44 presi in considerazione possiedono un registro delle malformazioni, mentre molte zone che hanno ospitato i peggiori veleni della storia d'Italia - come Pitelli - non sono mai state studiate adeguatamente. Una strage silenziosa che si consuma tutti i giorni da anni. Una strage per la quale solo raramente qualcuno ha pagato. Strage di legalità, strage di popolo. Strage, si diceva un tempo di Stato. va.vecellio@gmail.com
Valter Vecellio Giornalista professionista, attualmente lavora in RAI. Dirige il giornale telematico «Notizie Radicali», è iscritto al Partito Radicale dal 1972, è stato componente del Comitato Nazionale, della Direzione, della Segreteria Nazionale.
notizie.radicali.it link alla notizia: tinyurl.com/7zg3ngf
Fonte: http://radicaligenova.iobloggo.com/539/strage-di-legalita-strage-di-popolo-la-mappa-dei-veleni
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