DDL Butti: stop alle news in Rete? Web News

 

Digitale e Potere - Rassegna del 28 Febbraio

Diritto d'autore

DDL Butti: stop alle news in Rete? Web News

"Arriva un nuovo attacco alla libertà d'informazione sul Web. Il senatore Alessio Butti, seduto tra le fila del PDL, ha infatti presentato un disegno di legge per bloccare, di fatto, la proliferazione delle news in Rete. Come? Intervenendo sul diritto d'autore. La normativa sul diritto d'autore risale a una legge del 1941, la 633, rivista più volte nel corso degli anni. La legge garantisce la possibilità di riprodurre in toto, o in parte, articoli di quotidiani su altre testate, purché se ne citi la fonte e solo nei casi in cui l'editore non abbia espressamente richiesto la riproduzione riservata dei contenuti. Butti vorrebbe oggi rimuovere questa possibilità."

 

Se la tecnologia corre il doppio del diritto Finanza&Mercati, p. 8

"Ormai somiglia sempre di più ad una partita di calcio con due tifoserie - i titolari dei diritti d'autore da un lato e i gestori e gli utenti del web dall'altro - pronte a esultare appena la propria squadra fa goal. I primi hanno da poco segnato con il sequestro del sito-pirata Megaupload e l'arresto del suo fondatore; immediato pareggio dei secondi, grazie alla recentissima decisione della Corte di giustizia europea favorevole a Netlog, titolare di una piattaforma di social network che milioni di utenti utilizzano (anche) per scambiarsi, senza il consenso degli aventi diritto, opere musicali e audiovisive."

 

Diritto d'accesso

La rivoluzione passa dal digitale Il Sole 24 Ore Rapporti 24 Impresa, p. 3

"...Tra i partner europei di certo l'Italia non brilla per eccellenza digitale, figurando in coda a molte classifiche, dalla copertura in banda larga alla penetrazione di internet, dall'e-commerce all'alfabetizzazione. Eppure il nostro è il Paese a più alta diffusione di cellulari e alla mobilità si sta guardando come alla prossima frontiera dei servizi online... E' questa la prospettiva indicata dall'Agenda digitale europea e adesso entrata finalmente nel programma del Governo, che si è dato quattro mesi per stilare un piano d'azione. Anche l'Italia quindi punta su internet e sulla tecnologia come volano e fulcro della ripartenza."

 

 Le aziende in cerca di banda larga Il Sole 24 Ore

"«A fine 2011 siamo andati da decine di aziende in importanti distretti industriali e volevamo raccontare quanto può essere utile la banda larga per il business. Ma a sorpresa la risposta più comune è stata: 'grazie tante, lo sapevamo. Adesso ce la date, la banda larga?'». Si può riassumere con queste parole di Flavio Giovannelli la situazione del rapporto amore-odio che c'è ora tra le aziende italiane e la banda larga. Giovannelli è responsabile divisione piattaforma digitale del Cefriel, il centro di eccellenza del Politecnico di Milano e ha collaborato in un recente rapporto di Confindustria su questo tema. Dallo studio è emerso che il problema più grosso è nell'offerta, non nella domanda, continua Giovannelli: cioè nel digital divide infrastrutturale, che ha fatto pochissimi passi avanti negli ultimi due anni. Mentre di contro è cresciuta la consapevolezza, tra le aziende, dell'importanza della banda larga."

 

Frequenze al web, tv locali in crisi: la metà rischia di chiudere Il Messaggero

"Nell'Italia dei mille campanili ci sono oltre seicento tv locali. Ma, se fatichiamo a ridurre le province, di qui a pochi mesi le emittenti saranno invece dimezzate. La necessità di lanciare finalmente la banda larga ha infatti portato il governo a recuperare preziosissime frequenze tv (dalla 61 alla 69, le migliori) e a preannunciare lo sfratto ad alcune emittenti storiche. Le più famose, quelle che hanno fatto, dagli anni Settanta, la storia delle tv «libere» italiane. Tra esse il circuito lombardo di Sandro Parenzo (quello che trasmette Michele Santoro) e alcune storiche tv private romane: da Tele Oro a Teleroma 56, da Roma1 a Televita, da Telestudio a Tvr Voxson, per citarne solo alcune."

 

L'Ict italiana punta alla ripresa Il Sole 24 Ore

"Quello terminato da poco non è stato un anno buono per il mercato italiano dell'informatica e delle telecomunicazioni. Anzi. C'è chi, come Giancarlo Capitani, amministratore delegato di NetConsulting (società di ricerca e consulenza che elabora i rapporti Assinform), dice che il 2011 «è probabilmente il peggiore della storia del settore Ict italiano»... E il 2012? Due le ipotesi possibili: una molto negativa, l'altra improntata all'ottimismo. La prima, stando a Capitani, si materializzerà nel caso banche e pubblica amministrazione centrale ridurranno drasticamente i budget per ragioni di cost saving e contenimento degli investimenti e il consumer spenderà meno a causa di un potere di acquisto in flessione. La seconda, invece, si potrebbe sviluppare rispetto a tre diverse direttrici, fra loro complementari. Una è legata a iniziative pubbliche e gli elementi in gioco sono l'Agenda digitale, un passaggio obbligato per la conformità ai nuovi parametri soprattutto per le Pmi; le smart city, al centro dei programmi del ministro dell'Istruzione Francesco Profumo; le iniziative a livello regionale, soprattutto in tema di banda larga. Le altre due chiamano in causa il cloud, con un'offerta più matura verso le Pmi e il consolidamento dei progetti di tipo 'private cloud' nelle grandi, e i servizi digitali per le famiglie come l'e-commerce."

 

La nuova banda larga nascerà a Genova Il Secolo XIX, p. 50

"Il futuro della telefonia si legge in una sfera di cristallo. Più precisamente, in una boccia bianca grande come una palla da bowling, pronta a spazzare via tutti quei birilli che ancora intralciano le comunicazioni mobili. Perchè dentro un guscio color avorio in realtà si cela un'antenna speciale: non solo perchè ha una forma discreta, ma anche perchè è in grado di trasmettere dati alla velocità di 1 giga al secondo. Per ora è solo un prototipo, realizzato da Ericsson, che però bene incarna lo spirito del Mobile World Congress 2012, la passerella mondiale delle telecomunicazioni in corso in questi giorni nella sontuosa Fira (fiera) di Barcellona."

 

Economia in rete

Il consumatore stimola l'e-commerce Il Sole 24 Ore

"Ci sta provando l'Italia a superare i grossi ritardi che ha sul fronte dell'e-commerce, rispetto agli altri Paesi europei. Siamo molto sotto la media europea per diffusione dell'e-commerce e soprattutto per maturità dell'offerta (solo il 3-5 per cento delle aziende vende online). L'agenda digitale italiana si occuperà anche di questo problema, ma ancora il Governo non ha deciso come. Nel frattempo, stanno comunque evolvendo l'offerta e la domanda in Italia. La prima lo fa con la filosofia «l'unione fa la forza». Cioè attraverso piattaforme, consorzi, alleanze, «che certo sono tra i principali fenomeni e-commerce italiani degli ultimi mesi», dice Roberto Liscia, presidente di Netcomm, consorzio del commercio elettronico. «In particolare le Pmi ricorrono a questi strumenti per ridurre costi e difficoltà dello sbarco online; delle vendite e della logistica», continua."

 

Privacy e tratamento dei dati personali

Usa/Casa Bianca e NSA divise su privacy e sicurezza informatica TMNews

"La sicurezza online deve essere delegata ai governi o spetta ai singoli utenti? È questo il tema al centro del dibattito in corsa a Washington, dove Amministrazione Obama e Agenzia per la sicurezza nazionale discutono sulle misure necessarie a proteggere le aziende considerate vitali per gli interessi nazionali americani da eventuali attacchi informatici. Stando a fonti dell'Amministrazione Obama e ad alcuni documenti interni ripresi dal Washington Post...la National Security Agency vorrebbe ampliare il proprio ruolo nella protezione di network e computer privati dagli attacchi di hacker. E ha chiesto che centinaia di aziende permettano ad alcuni programmi del governo federale di monitorare il loro traffico internet. Casa Bianca e ministero della Giustizia si sono però opposti.

 

Trasparenza e privacy: Google prova il binomio impossibile Corriere della Sera

"Pronti? Via. Dopodomani si parte: col primo marzo entrano in vigore le nuove norme di Google sulla privacy. Un sistema semplificato, più trasparente e facile da usare, assicura l'azienda californiana: un solo protocollo al quale aderire in luogo dei 60 diversi sistemi oggi esistenti nel gruppo. Che, però, non piace ai governi europei che avevano chiesto un rinvio. E nemmeno ai procuratori generali di 36 Stati degli Usa, che mettono sotto accusa Google. Secondo gli attorney general di tutti i principali Stati, dalla California a New York al Texas, rendendo i dati personali degli utenti accessibili su tutte le piattaforme del gruppo, ci sarà assai meno riservatezza, mentre i meccanismi di salvaguarda proposti non offrono ai consumatori una protezione adeguata. In sostanza da dopodomani, accettando la nuova politica di Google, basterà utilizzare uno dei tanti prodotti del gruppo - attivare il motore di ricerca di Google, consultare la posta su Gmail, usare uno «smartphone» basato sul sistema Android, andare sul social network Google+, su YouTube o su una delle altre piattaforme del gruppo - per far finire i nostri dati in un unico calderone."


Fonte: http://www.agoradigitale.org/ddl-butti-stop-alle-news-rete-web-news

Sostieni i Radicali Italiani con almeno 1 € - Inserisci l'importo » €