Divorzio breve: una falsa riforma
Dopo un anno di “latitanza” delle discussioni in merito arriva il placet della Commissione Giustizia alla Camera al testo sul divorzio breve, a distanza di 9 anni dal primo tentativo (fallito) di approvazione dello stesso. Esaminati e respinti tutti gli emendamenti di Lega, contrari alle modifiche, e dei Radicali, favorevoli ad un divorzio “lampo” e senza attese, la Commissione Giustizia alla Camera ha dato l’ok alla riduzione dei tempi necessari a ottenere il divorzio da tre anni - che spesso e volentieri a causa dei tempi pachidermici della burocrazia italiana diventano sei se non di più – a uno, da quando partono le pratiche per la separazione, e a due in presenza di figli minori. E’ previsto inoltre che la comunione dei beni tra marito e moglie si sciolga nel momento in cui il magistrato, in sede di udienza presidenziale, li autorizzi a vivere separati. Per impedire, invece, che il coniuge separato erediti dall'ex marito (o moglie) occorrerà ancora aspettare la sentenza di divorzio. Secondo le previsioni del relatore del provvedimento Maurizio Paniz (Pdl) che approva l’intesa bipartisan che si è creata intorno al testo, questo “approderà all’esame dell’aula in primavera ed entro maggio le modifiche al sistema del divorzio in Italia potrebbero essere varate alla Camera”. Nonostante il presidente della Commissione Giustizia della Camera dei Deputati Giulia Bongiorno abbia accolto favorevolmente il completamento dell’esame della proposta come un “piccolo successo”, Diego Sabatinelli e Alessandro Gerardi, rispettivamente segretario e tesorirere dela Lega Italiana per il Divorzio Breve sembrerebbero soddisfatti a metà. Per ora, a loro avviso, saremmo davanti a “una falsa riforma” e per questo sperano in un sensibile miglioramento del testo in Aula. Insistendo, infatti, sull’inutilità dell’obbligo della separazione legale, che si tradurrebbe anzi un aggravio economico sui cittadini, questi affermano che “la riduzione da tre a un anno, e per le coppie con figli minori a due anni, non cambia la sostanza del problema”. A maggior ragione se si tiene conto che l’attuale normativa europea consente la separazione legale in tutti i paesi dell’unione, in molti dei quali le procedure per l’ottenimento del divorzio sono più snelle ed economiche di quelle all’italiana. Un caso su tutti quello della Romania, dove la possibilità di divorziare “low cost” e “last minute” – 6 mesi sarebbero, infatti, sufficienti per chiudere la pratica –, ha generato un vero e proprio turismo di massa. Date queste premesse è in atto sul sito della Lega Italiana per i Divorzio Breve la richiesta di adesioni per un “vero divorzio breve”, senza passare per la separazione, e all'introduzione dei patti prematrimoniali. Agenzia Radicale: tinyurl.com/74nsqqg
Fonte: http://radicaligenova.iobloggo.com/532/divorzio-breve-una-falsa-riforma
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