Sindaco, giunta e consiglieri: gli stipendi non sono in rete
di Paolo Cuozzo, da www.corriere.it, 19-02-2012
NAPOLI — La delibera ha più di due anni, è del 17 novembre 2009, ed è una delle pochissime nate e portate avanti direttamente dal Consiglio comunale. E’ la numero 23 ed ha per oggetto l’«istituzione dell’anagrafe pubblica degli eletti del Comune di Napoli». Il documento introduce l’obbligatorietà di pubblicazione in rete di uno screening articolatissimo di quanto guadagnano i politici del Comune e quanto dichiarano al Fisco; a quanto ammontano i loro imborsi spesa, ma anche quale sia il curriculum e tante altre informazioni utili per la trasparenza. Informazioni che dovrebbero essere accessibili a tutti tramite il sito internet del Comune di Napoli, alla voce «Trasparenza, valutazione e merito» in base a quanto previsto dalla riforma 150/2009 dell’ex ministro Brunetta e dal «Nuovo Codice dell’amministrazione digitale». Invece nulla di tutto ciò è riportato — almeno fino a ieri — sulla home page istituzionale di Palazzo San Giacomo (www.comune.Napoli.it), con buona pace del «Dossier trasparenza» di cui si parla sul sito.
E dire che appena poche settimane fa, con notevole ritardo, sono stati pubblicati on line gli stipendi dei dirigenti comunali, un piccolo esercito che costa alle casse di palazzo San Giacomo circa 15 milioni di euro l’anno. Così come sempre fino a poche settimane fa sul sito internet del Municipio napoletano erano ancora riportati gli stipendi della giunta Iervolino. Poi la home page è stata aggiornata con gli stipendi dei dirigenti — ora molto aggiornati —, sono stati tolti gli emolumenti della vecchia giunta ma contestualmente non sono stati inseriti stipendi e dichiarazioni dei redditi di sindaco, giunta e consiglieri comunali oggi in carica. Di tutti, ovviamente. Indipendentemente dal colore politico di appartenenza. Invece non c’è nulla. Ci sono invece — e sono tantissimi — i mugugni dei dirigenti comunali che invece vedono i loro stipendi, le loro indennità e i loro superminimi pubblicati in rete, sistematicamente ogni anno oramai dal 2009; mentre di sindaco, assessori e soprattutto consiglieri comunali non si conosce ancora nulla. Da ridire ha avuto pure qualche ex consigliere di amministrazione delle società partecipate i cui emolumenti sono ancora riportati sul sito del Comune nonostante, magari, in quel cda non ci sia più da tempo.
Ma cosa prevede l’anagrafe pubblica degli eletti? Tante, tantissime informazioni utili. Perché oltre agli stipendi e alle dichiarazioni dei redditi di chi ci amministra e governa la cosa pubblica cittadina, per la giunta de Magistris come per il Consiglio comunale è obbligatorio far sapere anche quali «finanziamenti, doni o benefici» sono stati «ricevuti nell’esercizio del ruolo istituzionale, sulla base della dichiarazione resa da ciascun interessato»; oltre che l’«indennità di funzione» e il «reddito complessivo dichiarato». Per i consiglieri comunali — e questo è fondamentale per valutare l’impegno di chi ha chiesto il voto ai cittadini — si dovrebbe sapere, come recita la delibera, anche il «quadro delle presenze ai lavori dell’istituzione di cui fa parte e i voti sugli atti adottati dalla stessa». Sindaco e assessori sono obbligati invece a far conoscere anche il «rimborso spese per missioni istituzionali», oltre che le «spese per lo staff» e il «rimborso spese per missioni istituzionali dello staff». Tutte informazioni interessanti per meglio conoscere la vita di chi poi, a sua volta, magari decide se le tasse o i tributi locali che già paghiamo debbano essere aumentati o meno.
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