Se il Pd piange, il Pdl singhiozza
di Marco Demarco, da Corriere.it, 16-02-2012
Se il Pd piange, il Pdl singhiozza. Tra primarie taroccate, sconfitte elettorali, feste trash, querele “amiche”, inchini a de Magistris e aperture precipitose a Caldoro, i democrat sembrano essere in piena notte col navigatore in tilt. Ma i berlusconiani campani non stanno meglio. Litigano di brutto e ovunque, procedono con barcollante coerenza sui principi e ora si sono messi a rispolverare vecchie pratiche partitiche di novecentesca memoria. A proposito di chi sono io e chi sei tu, ad esempio, a Caldoro ne sono state dette di tutti i colori. Non senza ragione, il governatore aveva lamentato lo scarso impegno locale dei parlamentari, ed ecco cosa gli è capitato.
Il commissario regionale Palma ha risposto con un certo stile, ma con esplicita allusione, evocando il cartello che Harry Truman fece apporre nello studio ovale: «Lo scaricabarile finisce qua». Il vice-commissario Landolfi ha ricordato l’ininfluenza del presidente campano all’interno della conferenza Stato-Regione. E il senatore Giuliano si è limitato a una battuta: “Parla lui, l’irrintracciabile”.
A proposito dei sacri principi, poi, non va meglio al segretario nazionale. A un Alfano da sempre in rotta di collisione con i «doppiopoltronisti» e che ogni volta che può ripete compiaciuto la storiella del corpo umano impossibilitato, anche volendo, a star seduto su due seggiole contemporaneamente, i suoi eletti in parlamento hanno mandato a dire che si sbaglia di grosso e che ha una limitata concezione delle capacità adattive del corpo umano: nella Giunta per le elezioni è stata infatti bocciata la incompatibilità tra parlamentare e presidente di Provincia, il che vuol dire, solo in Campania, e in un sol colpo, salvare sia Cesaro a Napoli, sia Cirielli a Salerno, sia Zinzi a Caserta.
A tutto questo bisogna ora aggiungere le polemiche sul tesseramento al partito. E siamo così alle tanto deprecate, ma solo a parole, pratiche da prima repubblica. Sul tesseramento Pdl a Salerno indagano non i probiviri, ma i carabinieri dei Ros per conto della procura antimafia. Pare siano stati iscritti morti e minorenni. E non solo. L’ex ministro Frattini teme di peggio: «Io – ha dichiarato al Riformista – non voglio avere accanto a me, nel mio stesso partito, un affiliato alla camorra». E dunque questo il punto: non tanto i trucchi innocenti e prevedibili dei capicorrente, ma il gioco sporco della collusione con la criminalità organizzata. Il commissario campano Palma ha provato a minimizzare rimettendo ogni decisione sul tesseramento nelle mani del segretario nazionale. Ma Alfano ha invitato esplicitamente Palma a fare chiarezza sul posto. Un primo problema attiene alla nascente democrazia postberlusconiana: che ne sarà ora dei congressi? Che ne sarà delle leadership scelte al termine di un leale confronto di idee e di strategie? Ma poi, e questo non riguarda più solo il Pdl, bisognerebbe cominciare a interrogarsi su come poter fare i conti con l’antipolitica dei movimenti, con le rivoluzioni arancioni e con gli opportunismi istituzionali, avendo tra le mani un Pd e un Pdl in queste condizioni.
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