Responsabilità civile dei giudici, una storica battaglia verso il successo?

di Fabrizio Ferrante, da www.epressonline.net, 12-02-2012

Torna d’attualità la battaglia radicale per l’introduzione nel nostro ordinamento, del principio di responsabilità civile dei giudici. Nei giorni scorsi un emendamento alla legge Comunitaria presentato dal leghista Pini, è stato votato alla Camera suscitando la reazione allarmata di interi settori della magistratura. I radicali hanno appoggiato il provvedimento, che ricalca un’antica battaglia che il partito di Pannella sta combattendo dai tempi dei “Referendum Tortora”. “Voglio ricordare che il trucco ignobile è quello che è stato messo in atto nei confronti dei cittadini che hanno votato a favore della responsabilità civile dei magistrati. Questo emendamento è un atto di riparazione nei confronti del popolo italiano. Riflettete: in 24 anni tutti i parlamenti non sono stati capaci di fare questa riforma. E riflettano in particolare i miei colleghi del Pd: cosa accadrà se Ottaviano Del Turco verrà giudicato innocente? È caduta una giunta, sono state fatte nuove elezioni, è andata al governo un’altra maggioranza”. Così la deputata radicale Rita Bernardini, ha argomentato il suo sostegno alla norma proposta da Pini. A insorgere sono stati i giudici, in particolare l’Anm ha chiesto l’immediata cancellazione della norma, che è giunta fino alla votazione, sebbene anche lo stesso Fini non fosse felicissimo di calendarizzarla.

“Una norma incostituzionale. Un atto di piena ritorsione contro la magistratura”, secondo Giuseppe Cascini – Anm mentre Luca Palamara ha chiesto esplicitamente di “togliere di mezzo” la proposta Pini. Nel 1987, il popolo italiano si espresse a larga maggioranza, con oltre l’80% di consensi, a favore di una svolta normativa che anche l’Europa continua a chiedere da anni al nostro paese. Quando in questo paese si sfiora una qualsiasi casta, i membri della corporazione colpita da modifiche normative, invocano sistematicamente la Costituzione. Ad oggi, in caso di errore di un magistrato esiste il risarcimento che viene erogato dallo Stato. In pratica l’innovazione risiederebbe nel fatto che a pagare i risarcimenti non sarebbe più la collettività, bensì il magistrato macchiatosi di dolo, colpa grave, o semplicemente per aver agito in violazione delle leggi vigenti. Un principio chiaro e sulla falsariga di quanto previsto per qualunque altra categoria sociale, sebbene andrebbe stabilita una sede e un collegio in grado di erogare le sanzioni.

Per le toghe, invece, tale modifica normativa finirebbe per ledere i diritti sanciti dalla Costituzione, sebbene risulti pressoché goffo questo tentativo estremo di difesa dei privilegi, perpetrato da chi, fino a oggi, mai ha pagato per i propri errori. Rita Bernardini ha citato l’esempio di Ottaviano Del Turco, ma ogni giorno sono tanti i casi di coloro che finiscono in cella, anche semplicemente come strategia atta a estorcerne rivelazioni. Tale procedura, che da Tangentopoli in poi è stata foriera di tante disgrazie umane e politiche, potrebbe finalmente essere bandita, o in ogni caso ripercuotersi in capo a chi, forte della propria impunità, continua a scherzare con la vita e la libertà di cittadini più o meno illustri. Giulia Bongiorno, di Fli e presidente della Commissione Giustizia alla Camera, ha espresso i propri dubbi sulla misura, per via di sentenze che potrebbero essere scritte con timore di ritorsioni. A tal proposito, chiara e illuminante è apparsa la risposta di Alfredo Mantovano – Pdl – che alla Camera ha pronunciato le seguenti parole: “Dopo avere ascoltato, devo dire che mi sono assolutamente convinto del voto favorevole. Da magistrato, se metto la firma in calce a un atto. ho il dovere di conoscerlo dalla prima all’ultima parola, virgole incluse”.

Dunque un provvedimento che sembra poter andare avanti, sebbene in un percorso a ostacoli rappresentato dall’ostracismo di gran parte del Pd, del Presidente della Camera e dello stesso ministro Severino. Secondo il Guardasigilli, i tempi per una svolta nel senso impresso dall’emendamento Pini non sarebbero ancora maturi. Eppure, per immaginare un’autentica riforma della giustizia, non si potrà prescindere dal consacrare nei fatti e a distanza di oltre 20 anni, la grande battaglia di Pannella e di Enzo Tortora, per una giustizia “giusta”. La responsabilità civile dei magistrati, può essere la pietra angolare da cui far nascere un sistema giudiziario che possa permettere all’Italia di non sentirsi più “umiliata davanti all’Europa”.


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Fonte: http://www.perlagrandenapoli.org/?p=5882&utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=responsabilita-civile-dei-giudici-una-storica-battaglia-verso-il-successo

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