Ischia e rischio vulcanico, la profondità del magma è a soli due chilometri
di Alessandro Chetta, da “Il Corriere del Mezzogiorno”, 13-02-2012
NAPOLI – Un recentissimo studio sul rischio vulcanico nell’isola di Ischia porta alla luce almeno due fatti inediti. Primo: è ufficialmente acclarata la (relativa) vicinanza della camera magmatica del monte Epomeo, ovvero due massimo tre chilometri dal suolo. La seconda è in realtà una conseguenza della prima scoperta, diffusa sul Bullettin of Volcanology dal ricercatore Stefano Carlino dell’Osservatorio Vesuviano: le piccole eruzioni sono difficilmente prevedibili e questo perché non essendo il magma troppo distante dalla superficie i segnali precursori non sarebbero verificabili se non in tempi brevi. Al contrario delle grandi eruzioni, più monitorabili. Si badi che per «piccole» si intendono comunque eruzioni esplosive che potrebbero interessare l’intero territorio dell’isola. In sintesi: la vicinanza del magma impedirebbe di dare l’allarme in tempi congrui (ma, si ribadisce, per adesso non è previsto alcun tipo di «risveglio» dell’attività vulcanica). È la natura, bellezza. Ma l’uomo resta a braccia conserte: ad Ischia manca ancora una pianificazione di emergenza.
MONTE EPOMEO - L’articolo pubblicato sulla prestigiosa rivista internazionale di settore pone sotto osservazione la camera magmatica. «Sotto il Monte Epomeo, ad una profondità di 2-3 km – scrive Carlino – è localizzato un serbatoio magmatico, parzialmente raffreddato, il cui volume sarebbe non inferiore agli 80 km cubi. Questo corpo magmatico, che si manifesta in superficie per la presenza di fumarole e sorgenti calde e per l’elevato flusso di calore, potrebbe riattivarsi in futuro, generando nuove eruzioni». Il ricercatore dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia aggiunge: «In caso di ripresa dell’attività eruttiva di piccola o media energia, la vicinanza del serbatoio magmatico alla superficie potrebbe generare segnali premonitori in tempi ridotti, probabilmente troppo brevi per organizzare un’evacuazione, specie se in assenza di un piano di emergenza. Il quadro predittivo è diverso per il caso di un’eruzione di grande energia, come quella avvenuta 55.000 anni fa, la cui “preparazione” sarebbe preceduta da una ripresa del sollevamento del Monte Epomeo sul lungo termine e sarebbe quindi più facilmente prevedibile».
MODELLO MATEMATICO - Lo studio è riuscito a valutare le dimensioni del corpo magmatico, grazie all’applicazione di un modello matematico analitico che, detto in soldoni, permette di misurare il lasso di tempo che il magma impiega per ricaricare un determinato volume nella roccia.
ABUSIVISMO - Il ricercatore è preoccupato anche per i rischi di un’attività vulcanica, per ora assolutamente quiesciente, connessi all’elevata urbanizzazione di Ischia. L’isola conta oltre 60.000 abitanti,e almeno 40mila vani abusivi, strenuamente difesi dalle amministrazioni dei 6 comuni isolani e dai cittadini, perché spesso legati alle esigenze del turismo e quindi alla principale voce del «Pil» del territorio. Proprio ieri sera il programma tv Presa Diretta ha ancora una volta scoperchiato il calderone ischitano dell’abusivismo edilizio da record.
NIENTE PIANO DI EMERGENZA - Il tutto viene condito alla solita sufficienza con la quale viene affrontato il problema: un misto di fatalismo meridionale stile «tutt quant’ amma murì», inettitudine, per non dire peggio, che impedisce ad Ischia e Campi flegrei (ma anche alla zona rossa di 18 comuni vesuviani) di dotarsi di un piano di emergenza relativo al rischio vulcanico. La Protezione civile nazionale e regionale per ora sono sommerse dal problema neve. Quando arriverà il momento di pensare al pari di ministero degli Interni e alla Regione Campania, pure al fuoco?
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