Carceri, morire di freddo

Se l’Italia intera è alle prese con “l’ondata di gelo” dei giorni della merla, c’è un intero paese, i 70mila e oltre detenuti, completamente isolato dai soccorsi: anche qui, nella realtà detentiva più retrograda e indecente d’Europa, mancano i mezzi per fronteggiare il freddo invernale. E così, senza troppi complimenti e senza alcun necrologio, a Bologna e Campobasso si è registrato il decesso di due detenuti, secondo la Uil penitenziari per cause legate all’intenso freddo. Gelo o non gelo, la cronaca nera delle ultime ore nel paese dei 70mila non-umani (almeno, così de facto sono considerati), si è resa protagonista di tre ennesimi fatti gravi: a Roma, nell’inferno di Regina Coeli, un detenuto trentenne sarebbe stato trovato morto, secondo Eugenio Sarno della Uil, per diretta conseguenza di un’overdose. Il Dozza di Bologna questa mattina è stato invece sconvolto dalla morte, per un probabile infarto, di un detenuto 39enne, trovato cadavere dal compagno di cella, mentre un detenuto napoletano a Campobasso è morto in ospedale dopo che era stato trasferito grazie al “tempestivo intervento” delle guardie carcerarie. Secondo la Uil questi decessi potrebbero essere direttamente collegati alla morsa di freddo di questi giorni, in quanto avvenuti in zone in cui il gelo si sente particolarmente, ed in strutture inadeguate e scarsamente fornite di misure contro il freddo siberiano. Ma, c’è da aggiungere, anche se non fosse così, resta doloroso aggiornare il necrologio dal carcere, continuamente, minuziosamente, denunciando una realtà incivile e antidemocratica: il Ddl “svuotacarceri” non affronta il problema, lo tocca appena. Intanto, i detenuti continuano a morire nel loro degrado istituzionale. Agenzia Radicale link alla notizia: www.agenziaradicale.com/index.php

Fonte: http://radicaligenova.iobloggo.com/514/carceri-morire-di-freddo

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