Ospedale del Mare: Danno erariale da 26 milioni

di Giuseppe Crimaldi, da www.ilmattino.it, 11-02-2012

NAPOLI – Il conto è salato. Venticinque milioni 798mila euro: una cifra che, da sola, basta ad anticipare l’enormità di un caso che coinvolge direttamente undici persone – tra amministratori dirigenti, dipendenti della ex Asl Napoli 1, oltre ai rappresentanti di una società per azioni, la “Partenopea Finanza di Progetto” – tutti coinvolti in una vicenda paradossale, quella della realizzazione di un ospedale mai nato, l’Ospedale del Mare. Storia per molti versi emblematica per gli sprechi di pubblico denaro erogati a vuoto, senza cioè ottenere alcun risultato concreto, dal momento che quel nosocomio (che nelle intenzioni originarie avrebbe dovuto sorgere a Ponticelli, accorpando altre tre strutture già esistenti: il Loreto Mare, l’Ascalesi e l’Annunziata) non ha mai visto la luce.  Storia di negligenze e colpevoli omissioni della politica, ma anche – come denuncia la Procura regionale della Corte dei Conti – di «comportamenti illeciti anche sotto il profilo penale», che verranno presi in esame dalla Procura ordinaria.

Il mega ospedale costruito alle falde del vesuvio

Ma per adesso è la magistratura inquirente contabile a dire la sua. Lo fa con un eloquente invito a dedurre (l’equivalente di una informazione di garanzia, nel penale), che al di là delle singole contestazioni diventa un duro atto d’accusa sulla gestione della cosa pubblica in tema di Sanità. Ventinove pagine che portano la firma del procuratore aggiunto Antonio Buccarelli, vice del procuratore regionale Tommaso Cottone. Destinatari dell’«invito a dedurre» sono gli ex dirigenti dell’ufficio tecnico della Asl Napoli 1, Claudio Ragosta e Lorenzo Catapano, gli ex direttori generali della stessa Azienda, Angelo Montemarano, Mario Tursi e Giovanni Di Minno; gli ex direttori amministrativi succedutisi nel tempo: Raffaele Ateniese, Luigi Patrone e Pasquale Corcione; gli ex direttori sanitari Asl Napoli 1: Nicola Silvestri e Remigio Prudente, il dirigente regionale Albino D’Ascoli. Undici persone, alti dirigenti dell’azienda sanitaria napoletana, alle quali va ad aggiungersi il legale rappresentante della “Partenopea Finanza di Progetto”. Al centro delle indagini, i project financing dell’Ospedale del Mare. Per questi fatti si ipotizzano reati gravissimi: falso ideologico, truffa ai danni dello Stato, interesse privato in atti d’ufficio, oltre alla responsabilità di natura amministrativa. Per la Procura contabile «i comportamenti illeciti sono riscontrabili sin dalla fase genetica», anche in ragione di presunte situazioni di «soggetti in posizione di conflitto d’interesse e nel perseguimento da parte di questi di fini incompatibili con la pubblica utilità». E non è finita. «Rileva, altresì – scrive il procuratore aggiunto Buccarelli – l’assoluta incapacità del management dell’Asl nelle direzioni che si sono alternate (Montemarano, Tursi, Di Minno) a gestire in maniera seria e competente, ma anche secondo le regole del buon padre di famiglia» e del buon senso, un contratto e una iniziativa di strategica importanza e di rilevantissimo impegno economico per il settore pubblico. Negligenze, incapacità e un preoccupante intreccio di interessi tra chi progettava e chi deliberava: ecco lo scenario prospettato dalla Procura regionale della Corte dei Conti. E soldi, denaro pubblico, che inutilmente scorreva senza che l’ospedale procedesse e venisse inaugurato. Un ospedale rimasto sin dal 2004 (vedi scheda a lato), anno di apertura dei cantieri, un «fantasma» passato, cinque anni dopo, dalla gestione ordinaria nelle mani di un commissario nominato dala Regione.

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Fonte: http://www.perlagrandenapoli.org/?p=5844&utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=ospedale-del-mare-danno-erariale-da-26-milioni

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