Inchiesta sul Partito Democratico a Napoli (1)

di Giulia Musella, da www.agenziaradicale.com, 10-02-2012

Dopo le primarie, i loro scandali e l’elezione di Luigi De Magistris quali sono le prospettive del Pd campano?Agenzia Radicale inizia oggi un viaggio tra gli esponenti del Partito Democratico napoletano per ricostruire le vicende dell’ultimo anno e segnare la rotta verso cui si muove il centrosinistra campano. Per descrivere lo stato di salute del Pd a Napoli  forse basterebbe un unico dato: ci sono solo 4 consiglieri democratici in consiglio comunale. Nella scorsa consiliatura erano 21 (12 Ds e 9 Margherita). Ma non è stata la rivoluzione arancione del nuovo sindaco De Magistris a spazzare via il centrosinistra: a Napoli il Pd ha giocato tafazzianamente all’autodistruzione, e ha centrato in pieno il tentativo. Il pallido risultato elettorale e la blanda opposizione alla politica di De Magistris, definta “evanescente” dagli esponenti Pd negli editoriali dei giornali cittadini ma mai concretamente contrastata in Consiglio, ha storia ben più lunga. Che parte dalla bagarre sorta subito dopo il risultato delle primarie dello scorso inverno, quando a seguito della vittoria del candidatoAndrea Cozzolino, delfino di Bassolino e uomo-record di preferenze alle scorse europee, si allungò sulla competizione elettorale l’ombra dei brogli.

Ricorsi degli altri candidati, testimonianze fotografiche di cittadini cinesi in fila per il voto, un’inchiesta di due giornalisti “infiltrati” nelle file dei volontari scrutatori, e così la pagina delle primarie si è chiusa nella vergogna. A Napoli è arrivato un commissario, Andrea Orlando, già responsabile Giustizia del Pd, che ha imposto un candidato unico, Mario Morcone. L’uomo di Orlando al primo turno è uscito dalla competizione elettorale conquistando solo un misero 19% contro l’inaspettato 27% di De Magistris. Un successo che ha segnato la fine sul già dilaniato Partito Democratico. Al secondo turno infatti il partito si spacca. Umberto Ranieri, responsabile Pd per il Mezzogiorno, dalle file dei riformisti sostiene l’ex pm giustizialista, Cozzolino non lo sostiene pubblicamente ma dichiara che lo voterà. De Magistris trionfa ed il Pd finisce fuori dalla politica locale. Fuori dalle colonne dei giornali, dalle convention e dalle scuole politiche il Pd sembra non aver mai fatto i conti politicamente con la situazione napoletana. Ancora oggi, a un anno dalle Primarie, si discute di come mettere in piedi il partito. Solo pochi giorni fa Umberto Ranieri rispondeva a Pietro Soldi che sulle colonne di La Repubblica invitava il Pd a ricompattarsi attorno alle figure del responsabile Pd per il Mezzogiorno e di Tino Iannuzzi,  deputato salernitano e autore de “La sfida del Partito Democratico“.

L’esponente “riformista” rispondeva, ahimè, senza proposte concrete ma con tanti obiettivi da raggiungere: autocritica interna, un nuovo rapporto con la società civile. Ma mentre il Pd discute, de Magistris già cerca di mettere in piedi una nuova stagione dei sindaci incontrando a Napoli Niki Vendola e Michele Emiliano per lanciare una forza politica di respiro nazionale in vista delle elezioni del 2013 ….. (*)

* (continua)

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Fonte: http://www.perlagrandenapoli.org/?p=5854&utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=inchiesta-sul-partito-democratico-a-napoli-1

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