Poveri raddoppiati in 3 anni a Napoli
di Claudia Sparavigna, da “il Roma”, 07-02-2012
La povertà in Campania è raddoppiata in soli tre anni ed è più che raddoppiata l’affluenza ai Centri d’Ascolto. Il dato emerge dal dossier regionale realizzato dalla Caritas Campania, che fotografa la situazione al 2010, sulla base delle richieste giunte ai 27 Centri di ascolto Caritas presenti sul territorio. Ben 7mila persone hanno chiesto aiuto ai centri, ma sono solo la punta dell’ iceberg, perché alle spalle di queste persone ci sono le loro famiglie e quindi, in maniera indiretta, la cifra sale vertiginosamente e si arriva ad una stima di circa 25mila persone in difficoltà.Dall’analisi emerge che nel 2007 l’utenza dei Centri di ascolto si attestava attorno alle 3mila unità, a distanza di tre anni, il numero è più che raddoppiato arrivando a toccare quota 6.925, con un incremento nell’ultimo anno pari al 15,1%. Il dato relativo alla Campania è da brivido, vive, infatti, in condizioni di povertà relativa il 23,2% della popolazione a fronte di un dato relativo al Mezzogiorno del 23% e nazionale dell’11%. Numeri che derivano anche della mancata crescita economica della regione che dimostra sempre di far fatica a mantenere il passo con il resto dell’Italia e si trova in condizioni peggiori anche rispetto alle altre regioni del Sud: Il Pil 2010 ha registrato un meno 0,6 per cento, mentre il Pil nazionale si attesta sul l’1,3 per cento. La decrescita economica va a braccetto con la disoccupazione, basti pensare che dal 2004 a oggi, in ambito regionale, sono stati “bruciati” 177mila posti di lavoro. Così sale il tasso di disoccupazione, in Campania il 14% della popolazione non lavora, ancora una volta il dato medio è superiore a quella del resto del Sud Italia, in cui si registra il 13%, valore ancora molto alto rispetto alla media nazionale che si attesta all’8%. Conseguenza diretta di questa situazione è l’indebitamento. Cresce, infatti, il debito familiare soprattutto nelle province di Caserta e di Napoli che, in una graduatoria nazionale, si attestano rispettivamente al secondo e al terzo posto come città con la più alta percentuale di indebitamento familiare. Questa mancanza assoluta di prospettive e di speranze per il futuro incrementa il flusso migratorio dei giovani campani verso altre regioni italiane o verso l’estero, per cui giovani che arrivano ad ottenere un’alta formazione sono costretti a lasciare la regione e trovare lavoro altrove, indebolendo maggiormente il tessuto sociale. In dieci anni, la sola provincia di Napoli ha perso 108mila giovani. «È arrivato il momento – ha detto il direttore della Caritas diocesana Enzo Cozzolino – che chi ha deve dare chi non ha deve chiedere e avere delle risposte». Quelle che si rivolgono maggiormente ai Centri sono le donne, circa il 63,5% degli utenti, che chiedono aiuto per la propria famiglia. È su di loro, infatti, che ricadono le maggiori responsabilità, anche in caso di divorzio o di vedovanza. Ma quelli che sentono maggiormente la morsa della povertà sono uomini e donne compresi tra i 25 e i 54 anni, la fascia d’età in cui si costituiscono e si costruiscono le famiglie. In genere quando si pensa ai poveri, il pensiero corre ai senza fissa dimora, ma bisogna rendersi conto che una grossa fetta di famiglie è al di sotto della soglia di povertà. Sono proprio le famiglie a risentire maggiormente della crisi e a ritrovarsi sempre più ai limiti del collasso.
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