Casa circondariale di Secondigliano. Interrogazione parlamentare.

Atto Camera - Interrogazione a risposta scritta 4-14701, presentata da RITA BERNARDINI
martedì 31 gennaio 2012, seduta n.579
BERNARDINI, BELTRANDI, FARINA COSCIONI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. -
Al Ministro della giustizia.

- Per sapere – premesso che:

il 16 gennaio 2012, la prima firmataria del seguente atto ha visitato la casa circondariale di Secondigliano-Napoli accompagnata dalla segretaria dell’Associazione «Il detenuto ignoto», Irene Testa;

la delegazione è stata guidata dal direttore dell’istituto, Liberato Guerriero, che ha reso noti, dietro richiesta, i seguenti dati sulle presenze dei detenuti: 1.248 presenti in una capienza regolamentare di 1.053 posti; 681 detenuti sono in regime di alta sicurezza; 95 si trovano presso il Centro diagnostico terapeutico (di cui 4 in isolamento sanitario, 20 in HIV di primo livello e 15 di livello intermedio); 17 in isolamento giudiziario e disciplinare; 9 sono collaboratori di giustizia; 40 in infermeria, sezione giudiziaria; 9 internati; 348 ordinaria giustizia e 49 nel reparto protetti; i detenuti con sentenza definitiva sono 476 mentre coloro che hanno una posizione «mista» con definitivo sono 115; 

l’istituto ha un sovraffollamento inferiore ad altri penitenziari in ragione dell’appartenenza di molti dei ristretti alla criminalità organizzata: 500 alla camorra, 33 alla mafia, 12 alla ‘ndrangheta e 3 alla sacra corona unita; comunque, le celle progettate per essere singole sono quasi tutte occupate da due detenuti; i fondi destinati alla manutenzione dell’istituto sono del tutto insufficienti per scongiurare il deterioramento della struttura e degli impianti;

il personale di polizia penitenziaria risulta molto carente: dei 1.370 agenti previsti dalla pianta organica, ne sono stati assegnati 1.115 ma, gli effettivamente disponibili sono 850 in quanto 196 sono distaccati e 69 risultano malati a lungo termine;

con i tagli che sono stati fatti all’assistenza psicologica, questa risulta carente: infatti, gli psicologi (tutti ex articolo 80) assicurano solo 70 ore al mese; quanto all’assistenza sanitaria, non sono state ancora rinnovate le convenzioni con i vecchi medici dell’istituto e questo determina uno stato di preoccupazione e di incertezza nel personale operante; per i casi psichiatrici, l’istituto è punto di riferimento per tutta la regione: esiste un reparto di osservazione dove i detenuti rimangono per brevi periodi;

per quanto possibile con le sempre inadeguate dotazioni finanziarie per i diversi capitoli di bilancio, la direzione cerca con professionalità di far fronte alle necessarie attività trattamentali: molti sono i corsi scolastici, scuole elementari, medie, istituto tecnico commerciale; quanto al lavoro, oltre ai soliti lavori interni all’istituto (scopino, spesino, distribuzione vitto, e altro) il carcere di Secondigliano offre un’importante attività lavorativa che sarebbe il caso di rafforzare ed estendere anche ad altri istituti; si tratta del riciclaggio dei rifiuti, un progetto fortemente voluto dal Dap dal direttore dell’istituto; progetto che dà ottimi risultati e che vede impegnati 30 detenuti a turnazione; la delegazione in visita ha potuto notare l’enorme differenza di stato d’animo fra i detenuti impegnati in questa occupazione e la mortificazione degli altri (troppi) internati costretti all’ozio nella loro cella; un altro progetto fortemente rieducativo, messo in piedi grazie alla buona volontà di un ispettore della polizia penitenziaria e assecondato dalla direzione, è quello della coltivazione in serra di un certo numero di prodotti ortofrutticoli; un ergastolano ha detto alla prima firmataria del presente atto «per me, lavorare la terra, vedere le verdure e i legumi crescere e maturare, corrisponde quasi alla libertà anche se quello che faccio si svolge dentro le altissime mura di cinta del carcere»;

quanto a casi particolari incontrati dalla delegazione nel reparto infermeria, si evidenziano i seguenti:

A.C. 40 anni, in AIDS conclamato, afferma di aver rivolto istanza al Dap per essere trasferito presso altri istituti con CDT perché a Secondigliano si sente minacciato da altri detenuti; per questo motivo sta conducendo uno sciopero della fame; il suo fine pena, a quanto riferisce, è fissato nel marzo del 2015;

V. T. riferisce di aver presentato 2 istanze ai Dap per poter scontare la pena vicino alla famiglia segnalando gli istituti di Catanzaro, Messina e Reggio Calabria;

G.F. ha presentato istanza di trasferimento in Sicilia perché la famiglia sta a Palermo; si tratta di ergastolano che da 16 anni vive lontano dai suoi congiunti, è affetto da un’ipertensione gravissima con danni d’organo;

L.D.M. anoressico, tossicodipendente, dice di essere stato difeso da un avvocato d’ufficio; gli mancano due anni al fine pena; dice queste parole: «mi sento intrappolato, paralizzato»;

A.A., 42 anni, trapiantato di fegato da 8 mesi, necessita di continui controlli impossibili in regime di detenzione; afferma che, nonostante sia stato dichiarato incompatibile con il regime carcerario, il magistrato di sorveglianza ha rigettato qualsiasi tipo di richiesta avanzato dalla sua difesa;

C.P. tossicodipendente, gli mancano 12 mesi al fine pena, afferma che pur essendogli stati riconosciuti, per buona condotta, i giorni di liberazione anticipata, gli sono stati sempre negati i permessi;

S.Z. è da tre anni in attesa di trapianto di fegato, ha 9 figli, il più piccolo ha 4 anni; piangendo dice che vuole rimanere a Secondigliano perché a Parma dove è assegnato è stato due anni senza fare un colloquio; gli mancano tre anni al fine pena;

A.B. ha 78 anni e ha già scontato 16 anni di carcere, afferma che se gli fossero arrivati i due semestri di liberazione anticipata sarebbe già fuori; infartuato, operato al cuore, 7 ernie del disco, per tre volte gli è stata riconosciuta l’incompatibilità con il regime carcerario;

A.C. afferma di avere 8 patologie gravi e di non essere curato in quanto dovrebbe fare la salassoterapia una volta al mese, mentre nel carcere gli viene assicurata ogni tre/quattro mesi;

N.C. si trova a Secondigliano per il processo, è cieco ed ha bisogno costantemente di un piantone, mentre il carcere può metterglielo a disposizione solo ogni tanto visto che il ragazzo che fa questo lavoro deve seguire tutta la sezione;

N.C. è assegnato al carcere di Messina, ma vorrebbe rimanere a Secondigliano; chiede di poter fare qualcosa essendo costretto «per 24 ore a combattere con la sua oscurità»; sarebbe fondamentale per lui poter ascoltare degli audiolibri, ma i CD o altri supporti analoghi non sono ammessi in carcere;

M.M. cittadino somalo, afferma che con i giorni di liberazione anticipata dovrebbe essere già fuori, ma aspetta ancora la risposta;

l’articolo 5 del decreto del Presidente della Repubblica n. 230 del 30 giugno 2000 prevede che «Il magistrato di sorveglianza, nell’esercizio delle sue funzioni di vigilanza, assume, a mezzo di visite e di colloqui e, quando occorre, di visione di documenti, dirette informazioni sullo svolgimento dei vari servizi dell’istituto e sul trattamento dei detenuti e degli internati»;

il 1o comma dell’articolo 75 del decreto del Presidente della Repubblica n. 230 del 30 giugno 2000 prevede altresì che «Il magistrato di sorveglianza, il provveditore regionale e il direttore dell’istituto, devono offrire la possibilità a tutti i detenuti e gli internati di entrare direttamente in contatto con loro. Ciò deve avvenire con periodici colloqui individuali, che devono essere particolarmente frequenti per il direttore. I predetti visitano con frequenza i locali dove si trovano i detenuti e gli internati, agevolando anche in tal modo la possibilità che questi si rivolgano individualmente ad essi per i necessari colloqui ovvero per presentare eventuali istanze o reclami orali (…)» -:

se sia a conoscenza di quanto descritto in premessa e se intenda intervenire per ridurre, fino a portarla a quella regolamentare, la popolazione detenuta nel carcere di Secondigliano;

se e quando intenda intervenire per quanto di competenza per colmare il deficit di organico della polizia penitenziaria e degli psicologi;

se intenda assumere iniziative, per quanto di competenza, affinché sia assicurato il personale necessario per un’adeguata assistenza sanitaria ai detenuti;

se intenda aumentare, adeguandolo, il fondo destinato alla manutenzione dei fabbricati penitenziari di Secondigliano;

se intenda favorire e ampliare la lodevole iniziativa di riciclaggio dei rifiuti che consente oggi solo a qualche decina di detenuti di poter effettuare un lavoro riabilitativo e spendibile fuori del carcere una volta espiata la pena;

se intenda intervenire per estendere la lucrosa iniziativa del riciclaggio dei rifiuti ad altri istituti oltre a quello di Secondigliano e Poggioreale;

di quali elementi disponga in merito ai casi singoli segnalati in premessa;

se intenda acquisire elementi in merito alla condotta della magistratura di sorveglianza in merito all’aderenza del suo operato a quanto prescritto dalla normativa riportata in premessa. (4-14701)

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Fonte: http://www.perlagrandenapoli.org/?p=5717&utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=casa-circondariale-di-secondigliano-interrogazione-parlamentare

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