Onu, Africa: più diritti per gli omosessuali
Pene corporali, detenzione a vita, condanna a morte. Contro queste e tante altre discriminazioni che gli omosessuali africani sono quotidianamente costretti a subire si è scagliato il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon durante il 18° summit dell'Unione africana, tenutosi ad Addis Abeba. In Africa, dove la discriminazione sulla base dell'identità sessuale “è stata ignorata o perfino approvata da numerosi Stati per troppo tempo” - come ha dichiarato il numero uno del Palazzo di Vetro nel suo intervento - l’omosessualità è un reato per cui si rischia il carcere. A parte qualche sporadica eccezione – in Sudafrica ad esempio le coppie dello stesso sesso sono legalmente riconosciute, ma non mancano gli episodi di omofobia e gli “stupri collettivi” sono all’ordine del giorno –nel Continente Nero gli omosessuali sono discriminati e costretti a subire violenze spesso fomentate dall’alto, ossia dagli stessi organi di stampa e dai leader politici. A poco più di un anno dall’uccisione dell’attivista omosessuale David Kato perpetrata in Uganda, la situazione sul fronte dei diritti degli omosessuali in Africa non è delle migliori. Basti pensare alla recente campagna di avviata da Everyone, volta a salvaguardare un ventottenne africano che fuggito in America dopo aver subito torture e esser stato stuprato in Nigeria, rischia ora di essere espulso e di far ritorno nel suo paese d’origine per aver richiesto una carta di credito con falso nome. Qui, come ha sottolineato Ban ki-moon, i gay “sono trattati come cittadini di seconda classe, o perfino come criminali” senza contare che è in corso un dibattito parlamentare in Uganda tra chi chiede la pena di morte per gli omosessuali e chi, invece, propone pene più lievi. A tal proposito Simon Lokodo, ministro dell'Etica e dell'Integrità ugandese ha affermato: “Noi li rispettiamo (i gay) come esseri umani, ma condanniamo le loro pratiche e il loro orientamento” sessuale”. Parole queste che lasciano intendere quanto in realtà il percorso dell’Africa verso una piena accettazione delle persone omosessuali sia ancora molto lungo. Per questo il segretario generale dell’ONU ha parlato della battaglia contro le suddette discriminazioni come di una vera e propria “sfida”. Ciò non toglie che “non dobbiamo abbandonare le idee della Dichiarazione universale dei diritti umani”, una vera e propria “promessa a tutti i popoli, in ogni luogo e in ogni tempo”, ha spiegato. Le parole di Ban ki-moon hanno avuto un riscontro positivo anche sul suolo italico, accolte con entusiasmo da molti sostenitori dei diritti degli omosessuali italiani. Aurelio Mancuso presidente di Equality ha dichiarato: “dovremmo far nostro il messaggio di Ban ki-moon” poiché se nel nostro paese, infatti, l’omosessualità non è un reato, dall’altro canto scarseggiano le politiche volte a sconfiggere l’omofobia e le discriminazioni. Della stessa opinione Paolo Patané, presidente nazionale di Arcigay che “bacchetta” l’Italia, dove a suo avviso “le persone omosessuali e transessuali se non muoiono per assenza di diritti, certamente non vivono da cittadini”. Agenzia Radicale link alla notizia tinyurl.com/7ews6f6
Fonte: http://radicaligenova.iobloggo.com/502/onu-africa-piu-diritti-per-gli-omosessuali
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