Intervista ad Alfonso Papa. Il deputato Pdl su giustizia, carceri ed espulsione dall’Anm

di Fabrizio Ferrante, da www.epressonline.net, 25-01-2012

Ai nostri taccuini, il deputato Pdl, Alfonso Papa, ha parlato a tutto tondo di amnistia, della situazione carceraria in genere e delle controverse situazioni riguardanti Cosentino e la sua stessa vicenda processuale.

Onorevole Papa, come giudica gli ultimi risvolti della sua vicenda processuale?

“Intanto, preliminarmente, ringrazio il Pdl che mi è sempre stato vicino, confermando la sua natura di partito garantista. La Lega determinò il mio arresto. Io sono un magistrato, non ho mai parlato nel merito sui media della mia vicenda e ho solo presentato esposti nelle sedi competenti. La Cassazione, giudicando illegittimo l’uso delle intercettazioni che mi incriminavano, ha ribadito quegli stessi miei concetti che il Parlamento non colse”.

Dopo l’esperienza in cella, come è mutato il suo impegno politico?

“Sento di avere due obblighi morali. Uno verso la collettività e l’altro verso la giustizia, partendo dal mio caso. Nei confronti della collettività, ritengo doveroso dedicare energie alla situazione delle carceri, un vero orrore. La carcerazione preventiva è una forma di tortura, data l’invivibilità delle strutture, inoltre secondo la Costituzione esiste la presunzione di non colpevolezza. Per quanto riguarda il mio caso, rivendico l’aver sempre rinunciato a ogni possibile forma di impedimento derivante da incarichi e continuerò a mettermi a disposizione dei magistrati. Fornirò loro tutti i tabulati delle mie utenze telefoniche in modo da sgombrare il campo da illazioni. Ho fiducia nella giustizia”.

Come giudica il caso Cosentino?

“Posso solo dirle che finché ognuno aspetterà il processo in stato di libertà o comunque fuori dal carcere, non posso che rallegrarmi”.

In questi mesi si parla molto di amnistia. Il ministro Severino non si è detto contrario.

“L’amnistia è necessaria. Da tecnico rilevo che il carcere in Italia ripudia le convenzioni internazionali. Il
42% dei detenuti è in attesa di giudizio e se abbiamo il sovraffollamento che conosciamo (68.000 detenuti in 45.000 posti ndR) ciò dipende anche da questo dato. Parliamo di presunti innocenti e per Costituzione essi non dovrebbero trovarsi in cella. Quando si parla di amnistia è scorretto parlare di colpo di spugna. Ha ragione Pannella quando afferma che l’amnistia è il primo passo di una riforma strutturale che riporti la legalità nelle nostre carceri. La posizione del ministro non contraddice questa tesi, dunque mi aspetto dal Pdl un gesto importante in questo senso, come del resto è già avvenuto il Senato con la proposta di legge a firma Luigi Compagna (clicca qui) “.

Come giudica la procedura di espulsione che l’Anm sta portando avanti contro di lei?

“Intanto chiariamo che la causa di questo atto non è il processo penale a mio carico. Il problema, paradossalmente, sono i miei esposti che, pur se necessari per difendermi nelle sedi proprie, sono stati ritenuti lesivi per il prestigio dei magistrati. In pratica se con esposti si sottolineano distorsioni nel sistema, si finisce “scomunicati”. Peggio quasi della scomunica papale per un prete. Inoltre, per statuto, l’Anm ha l’obbligo, in casi di “incolpazione” come il mio, di audire il soggetto destinatario delle accuse. Inutile sottolineare che io non sono mai stato ascoltato”.

Come intende muoversi in futuro nei confronti dell’Anm?

“Ho già approntato il ricorso ai Probi Viri, per quanto la mia sia una lotta di principio e non finalizzata meramente a evitare l’espulsione. Ritengo che vi siano problemi di tipo tecnico e giuridico e finché esiste uno statuto vincolante, seguirò tutte le procedure che possano fare luce sulla mia vicenda”.

L’Anm fa politica secondo lei?

“Anm nasce con finalità non politiche ma sindacali. Ha sofferto di derive che sono state generate dalle correnti interne. “Unità per la Costituzione”, la sigla a cui appartenevo, nasceva per porre fine a tali derive. Tenga inoltre presente che il comitato centrale di Anm, che si rinnoverà a breve, ha preso come ultima decisione del suo mandato, quella dell’espulsione a mio carico. Per essere uno che nel 2001 era Vicesegretario Generale, non posso che essere meravigliato da questa situazione”.

Cosa le resta dentro, come uomo, dopo l’esperienza in cella?

“Il carcere cambia la vita. Mi porterò sempre dentro la sofferenza inumana a cui è sottoposta la popolazione carceraria, detenuti e operatori penitenziari. Manca la dignità e ogni giorno in più in celle sovraffollate e fatiscenti, è un giorno in più di tortura. Quanto alla carcerazione preventiva, essa è vera istigazione al suicidio per gli innocenti che si trovano a scontarla. Pensi che per norme comunitarie, i maiali d’allevamento hanno diritto ad almeno 3 metri quadrati di spazio. Nelle nostre celle, talvolta non si garantiscono neanche 2 metri di spazio ai detenuti. In pratica hanno più diritti i maiali. A proposito di suicidi, essi sono riscontrabili in un numero abnorme solo in Italia, laddove magari all’estero si verificano altre situazioni come ad esempio i maltrattamenti. Le carceri italiane non rispettano il dettato costituzionale ma ci si limita a torturare e a punire, piuttosto che tendere alla rieducazione di chi, da colpevole, si trova a scontare una pena”.

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Fonte: http://www.perlagrandenapoli.org/?p=5588&utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=intervista-ad-alfonso-papa-il-deputato-pdl-su-giustizia-carceri-ed-espulsione-dall%25e2%2580%2599anm

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