Primarie: senza riforme meglio tenercele

Parlare di primarie senza parlare di riforma elettorale non ha senso. E infatti il Pd e i suoi alleati proprio questo fanno, appassionandosi per un dibattito fasullo che consente di eludere un dibattito vero.

 

Con l'attuale sistema elettorale infatti, e con ogni altra variante proporzionalistica, le primarie sono un imbroglio, uno strumento nelle mani dei partiti o di quello che ne resta, cioè correnti e comitati d'affari. Nelle condizioni italiane di assenza di democrazia, le primarie sono ancora meno democratiche delle elezioni normali: meno votanti, meno conoscenza, meno garanzie di correttezza del processo elettorale.

 

Sono questi dei buoni motivi per abolire le primarie? No, perché senza primarie resta in piedi tutto il resto: liste bloccate, partiti parastatali e tecnicamente antidemocratici e incostituzionali, conoscenza negata agli elettori, regole truccate fin dalla fase di presentazione delle liste (“Firmigoni” docet e governa abusivamente, nel silenzio generale). Il carattere truffaldino delle primarie all'italiana è invece un ottimo motivo in più per fare una riforma elettorale che restituisca il potere di scelta degli eletti agli elettori, sottraendolo alle bande dei vertici partitici. Se gli elettori scegliessero il rappresentante “di collegio”, tornerebbe ad aver senso scegliere i candidati, cioè tornerebbero ad aver senso le primarie.

 

Qui sta il nodo politico. Nel programma elettorale del Partito democratico è testualmente scritto “appare necessaria la scelta diretta di soli 470 deputati in collegi uninominali maggioritari a doppio turno”. Noi Radicali vorremmo la riforma all'americana, che i sondaggi indicano come preferita dalla gente. Ma indubbiamente anche il doppio turno, se non alterato da iniezioni proporzionalistiche, si presta a valorizzare le persone prima delle burocrazie partitiche, la valorizzazione ecologica del territorio invece della sua spoliazione affaristica. E si presta a ridare un contenuto all'altra formula vuota lanciata dal Pd: la “vocazione maggioriatria”. Proprio come le primarie, anche la “vocazione maggioritaria” è un'illusione o un imbroglio in presenza di sistemi proporzionali. Veltroni era riuscito a realizzarne una simulazione avariata, fondata su accordi con Berlusconi a favore di soglie di sbarramento e gestione autoritaria delle tv.

A questo punto si obietterà: “il Pd non ha i numeri per fare riforme elettorali”. Anche per questo Bersani veleggia verso l'Udc, pronto ad offrire controriforme proporzionalistiche, o addirittura, qualcuno insinua, la non-belligeranza su nuove imprese clericali da Stato Bio-Etico. I numeri impongono tanto “realismo politico”? A mio parere no. Il Pd oggi ha una carta da giocare per uscire dall'angolo. La Lega è in cerca di una maggioranza per il federalismo. Berlusconi vuole poter rassicurare Bossi per andare avanti a Governare. Se soltanto il Pd abbandonasse l'illusione frontista del “tutto-per-abbattere-Berlusconi” (utile solo alle ambizioni di Tremonti e di Casini) e scegliesse di proporre la riforma maggioritaria come elemento necessario a un vero federalismo, otterrebbe due risultati in uno. Da una parte darebbe un contributo storico affinché il federalismo, invece di essere un mero decentramento e moltiplicazione delle risse partitocratiche romane, assomigli almeno un po' al federalismo americano e svizzero. Dall'altra il Pd potrebbe finalmente non avere paura delle proprie parole d'ordine e del proprio programma elettorale: le primarie smetterebbero di essere una truffa e lo slogan della vocazione maggioritaria si trasformerebbe nell'ambizione a governare il Paese con un sostegno maggioritario, da conquistare collegio per collegio. Inutile dire che i Radicali (cioè quel che di noi è sopravvissuto dall'eliminazione fisica operata dalle redazioni “progressiste” e “di sinistra” come e più delle altre) sarebbero della partita. In caso contrario, la prosecuzione di un Pd controriformista, che si trastulla con parole e formule vuote, non potrebbe che avere i Radicali come oppositori, tanto clandestini quanto determinati.

 

* da “Europa”

Fonte: http://www.liberaperta.it/index.php?option=com_content&view=article&id=364:primarie-senza-riforme-meglio-tenercele&catid=21:varie&Itemid=56

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