Testamento biologico a Napoli: Le bordate retoriche ed intimidatorie del senatore Calabrò
Riceviamo e pubblichiamo la lettera di Gino Leopaldi – Oncologo e Medico Palliativista, sul dibattito relativo all’istituzione del Registro dei Testamenti Biologici del Comune di Napoli
Una manifestazione di fastidio ed arroganza verso la cittadinanza ed i medici di Napoli, espropriati dei nuovi diritti e della riflessione bioetica che si compie , faticosamente, nella pluralità degli orientamenti e delle esperienze. Ma chi scrive : il senatore della repubblica, il relatore del disegno di legge sul testamento biologico , il rappresentante del PDL , il professore universitario , il cattolico praticante ? Qualifichi da quale pulpito parla ed accetti il confronto sul terreno giuridico e scientifico. Certamente l’iniziativa del Sindaco De Magistris e della sua Giunta è un atto politico-amministrativo , condiviso da altri 70 Comuni italiani , ineccepibile dal punto di vista formale , che apre nuovamente le questioni sul fine vita, relegate da 16 anni nelle aule del Parlamento Italiano , incapace di produrre sintesi perché sordo alla pluralità culturale ed al progresso biotecnologico. Ci dica quale è la sua posizione , e quella della sua parte , su consenso informato ed autodeterminazione del paziente , stato vegetativo , conservazione ed atto di donazione di organi, naturalità ed artificialità della morte , valore della nutrizione artificiale e si confronti con chi ha diverso parere etico e conoscenze scientifiche aggiornate. Quanto a ritenere inefficaci le dichiarazioni di trattamento oggi rese dai pazienti , oltre i gravami giuridici , perché un medico – in una relazione di cura con il proprio paziente – dovrebbe disattenderne la volontà ?
Non sciupi , anche come parlamentare , questa occasione di dibattito culturale nella sua città.
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