Viaggi alle Maldive, Gramellini rivendica “rispetto” (per i Tartufi?)

Conosciamo Massimo Gramellini soprattutto per le sue apparizioni a "Che tempo che fa", la trasmissione di Fabio Fazio. Lì si reca per proporre un certo numero di luoghi comuni ben aderenti alle aspettative di un pubblico che pratica l'indignazione a sfondo ironico (e a senso unico). Su «La Stampa» il 13 gennaio ha pubblicato un articolo, che replica a quello di Barbara Palombelli sulla questione delle vacanze dei politici alle Maldive. Leggerlo ha avuto l'effetto di certi virus che di questi tempi costringono a casa tanti italiani, fra nausee e voltastomaco. È tuttavia interessante per scoprire l'abito mentale di Gramellini, comune a gran parte del nostro sistema informativo, e come esso sia all'origine dell'intossicazione del nostro vivere civile. Cominciamo dal titolo: "Meglio ipocriti che abbronzati". Nella scala di valori del titolista (ma anche di Gramellini), menzogna e falsità sono meno gravi dello stendersi al sole in tempi di crisi e già questa è una prima distorsione di giudizio. La logica è quella del "si fa, ma non si dice", il trionfo del tartufismo insomma. Secondo Gramellini, inoltre, a dar fastidio al cittadino comune sarebbe il brindisi fra Rutelli e Schifani durante le vacanze, presentato in questi termini: "Non c'è nulla di male nel fraternizzare con un avversario...", laddove la seconda carica dello Stato, il presidente del Senato, è calato nei panni di "avversario" del senatore Rutelli. Davvero indicativo del rispetto che si dimostra per le cariche istituzionali, per non parlare del retro-pensiero celato dietro l'artificio retorico del negare ciò che invece si vuole sottolineare e cioè che è inopportuno avere rapporti semplicemente civili con chi non la pensa come noi. Del resto, i rapporti politici sono per Gramellini all'insegna di opposte tifoserie: "un tifoso della Roma non sarebbe stato felicissimo di vedere Totti, anche lui alle Maldive, mentre brinda con Lotito". La giustificazione-invito alla barbarie prosegue definendo la villeggiatura del trio terzopolista (Casini, Fini e Rutelli) con Schifani, "una colossale dimostrazione di insensibilità". Verso chi? Verso i cittadini italiani alle prese con le difficoltà della crisi, quasi che il loro rinchiudersi in casa avrebbe invece migliorato le condizioni di vita del Paese intero. "Questa gente ha perso ogni aggancio con la realtà": eppure chiunque sa che milioni di italiani hanno l'opportunità di fare gli identici viaggi, per cui a mistificare la realtà è forse piuttosto l'affermazione di Gramellini, secondo il quale "oggi per milioni di italiani il presente è una tragedia". Domandiamo: che tanti italiani vivano tragedie è vero, ma lo era anche uno, cinque, dieci anni fa. È vero da sempre. Perché ora ci se n'approfitta per comporre un articolo di tal fatta? Perché si segue la grande ondata anti-parlamentare, inaugurata dalla grande stampa nel 2007 con l'uscita de La casta dei giornalisti Stella e Rizzo, alla quale si abbandona anche Gramellini: "In questo momento l'ostentazione è il peggiore dei vizi. Specie se chi ostenta fa un mestiere che gode di vasto discredito sociale". In cosa consista l'ostentazione è da capire: sono le testate giornalistiche a rincorrere i politici nei luoghi di villeggiatura e ad enfatizzarne ogni singolo momento. Fra l'altro, andrebbe anche indagato come mai per la coppia giornalista-senatore Palombelli-Rutelli i riflettori sono accecanti e il dileggio dai rotocalchi passa anche negli articoli di commento, mentre per la coppia giornalista-sindaco Sasso-Pisapia in vacanza - negli stessi giorni - in un altro paese esotico come la Thailandia, vige quasi il silenzio stampa, se si esclude un riferimento su «Libero»., altrettanto espressione di un giornalismo strumentale, sgradito alle persone di buon senso. La conclusione dell'articolo di Gramellini è significativa. Piccato dalle accuse di ipocrisia, rivolte da Barbara Palombelli ai critici delle sue vacanze, il giornalista della «Stampa» scomoda la categoria della "mancanza di rispetto", che irriterebbe più dell'ipocrisia appunto. Strano questo ricorso a una terminologia mafioseggiante ("hai mancato di rispetto e per questo paghi"), anche perché sembra quasi che il rispetto andava dovuto più ai censori come lui, che non all'entità generica degli italiani tutti. Se utilizzassimo gli stessi criteri di certo giornalismo abituato a "savonaroleggiare", potremmo dire che questo genere di articoli è indegno o vergognoso, ci limiteremo ad astenerci in futuro dal perdere il nostro tempo a leggerli.

Luigi Rintallo su Agenzia Radicale link alla notizia: tinyurl.com/7vwffxx

Fonte: http://radicaligenova.iobloggo.com/463/viaggi-alle-maldive-gramellini-rivendica-rispetto-per-i-tartufi

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