Il digiuno secondo Tolstòj
Di Lev Tolstòj.
Da Perché la gente si droga? E altri saggi su società, politica, religione.
Un uomo ingordo non è capace di lottare contro la pigrizia, e un uomo ingordo e ozioso non avrà mai la forza di lottare contro la bramosia sessuale. E perciò in tutte le dottrine l'anelito alla temperanza è sempre cominciato con una lotta contro la bramosia dell'ingordigia, è sempre cominciato con il digiuno. Invece nel nostro mondo, in cui qualsiasi atteggiamento serio nei confronti della conquista d'una vita buona s'è smarrito a tal punto e da talmente tanto tempo che la prima fra le virtù – la temperanza –, senza la quale le altre divengono impossibili, viene considerata superflua, è andato perduto anche quell'ordine di successione che occorre nell'acquisire davvero questa prima virtù, e al digiuno molti non pensano nemmeno più, e ritengono invece che il digiuno sia una stupida superstizione e che il digiuno non serva a nulla.
E invece proprio così come la prima condizione per una vita buona è la temperanza, allo stesso modo anche la prima condizione per una vita temperante è il digiuno.
Si può desiderare d'essere buoni, si può sognare il bene, senza digiunare; ma nella realtà essere buoni senza il digiuno è altrettanto impossibile come lo è il camminare se non ci si alza in piedi.
Il digiuno è condizione necessaria per una vita buona. L'ingordigia invece è sempre stata ed è il primo sintomo del contrario, ovverosia della vita cattiva, e, purtroppo, questo sintomo si riscontra in altissimo grado nella vita della maggioranza degli uomini del nostro tempo.
Da Perché la gente si droga? E altri saggi su società, politica, religione.
Un uomo ingordo non è capace di lottare contro la pigrizia, e un uomo ingordo e ozioso non avrà mai la forza di lottare contro la bramosia sessuale. E perciò in tutte le dottrine l'anelito alla temperanza è sempre cominciato con una lotta contro la bramosia dell'ingordigia, è sempre cominciato con il digiuno. Invece nel nostro mondo, in cui qualsiasi atteggiamento serio nei confronti della conquista d'una vita buona s'è smarrito a tal punto e da talmente tanto tempo che la prima fra le virtù – la temperanza –, senza la quale le altre divengono impossibili, viene considerata superflua, è andato perduto anche quell'ordine di successione che occorre nell'acquisire davvero questa prima virtù, e al digiuno molti non pensano nemmeno più, e ritengono invece che il digiuno sia una stupida superstizione e che il digiuno non serva a nulla.
E invece proprio così come la prima condizione per una vita buona è la temperanza, allo stesso modo anche la prima condizione per una vita temperante è il digiuno.
Si può desiderare d'essere buoni, si può sognare il bene, senza digiunare; ma nella realtà essere buoni senza il digiuno è altrettanto impossibile come lo è il camminare se non ci si alza in piedi.
Il digiuno è condizione necessaria per una vita buona. L'ingordigia invece è sempre stata ed è il primo sintomo del contrario, ovverosia della vita cattiva, e, purtroppo, questo sintomo si riscontra in altissimo grado nella vita della maggioranza degli uomini del nostro tempo.
www.radicalisenzafissadimora.org
Fonte: http://www.radicalisenzafissadimora.org/2012/01/il-digiuno-secondo-tolstoj.html
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