"Dacci oggi la nostra sparata quotidiana": deve essere il "Padre Nostro" in versione leghista, stavolta ad opera dei sindaci di Treviso e Vittorio Veneto (TV), nonché dirigenti del Carroccio, Giampaolo Gobbo e Gianantonio Da Re, che si dichiarano intenzionati - l'importante è dare il buon esempio, no? - a non riscuotere l’ICI/IMU nei comuni da loro amministrati. A seguito del ripristino dell’ICI sotto forma di IMU, i due propongono una demagogica (solo fumo, niente arrosto) disobbedienza incivile: siccome gli introiti andrebbero a "Roma ladrona", il governo centrale dovrebbe arrangiarsi da solo a riscuotere. Come al solito, la disputa non è sulla giustizia o necessità o meno del tributo, ma sulla spartizione della roba. Infatti quando sono gli enti locali a incassare i quattrini dei cittadini, la "virtuosa padania" non si tira indietro. Gobbo e Da Re potrebbero chiedere conto al presidente della Provincia di Treviso, Leonardo Muraro, che pochi mesi fa ha aumentato l'addizionale dell'RC Auto al massimo consentito per far cassa; provvedimento questo d'altro canto inevitabile dopo aver costruito una faraonica nuova sede provinciale in luogo di quella, perfettamente funzionale, già esistente. Oppure potrebbero chiedere conto al  loro collega sindaco di Castelfranco (TV), Onorevole Luciano Dussin, che ha sentito la necessità -proprio ora!- di fare il primo cittadino a tempo pieno e incidentalmente si è dimesso da parlamentare giusto in tempo per non incorrere nelle previsioni della nuova manovra e poter godere di una dorata pensione tricolore. Oppure ancora Gobbo potrebbe rendere conto ai cittadini di Treviso del perché dal primo gennaio dovranno pagare i parcheggi dal 50 al 100% in più.

Cari sindaci leghisti, sarà mica che oggi "Roma ladrona" è la Lega?

Con rispettosa osservanza.