Acqua e milioni sotto il Vesuvio

di Carlo Tarallo da “Dagospia”, 16-12-2011

1- ACQUA E MILIONI SOTTO ‘O VESUVIO: ECCO IL VERBALE DELLA RIUNIONE TRA CALDORO, STADERINI (AD DI ACEA) E ALTRI, UNA “PARTITA DI NATALE” DA 150 MILIONI DI EURO NEL CUORE DEL BUSINESS DEGLI ACQUEDOTTI IN CAMPANIA

Un giro di milioni da far paura, un braccio di ferro tra personaggi di primissimo piano della finanza e della politica, il verbale di una riunione a porte chiuse: benvenuti nel regno dell’acqua a Napoli, ovvero un intricato sistema nel quale fino ad ora non si sono regolati i conti e adesso rischia di precipitare tutto.

Il verbale che pubblichiamo in esclusiva disegna un quadro interessante del giro di affari che c’è dietro l’acqua che esce dai rubinetti sotto ‘o Vesuvio: una riunione che si è svolta 48 ore fa a Napoli, sul tavolo ballavano 150 milioni di euro.

Protagonisti di questa “partita” sono il Presidente della Regione Campania Stefano Caldoro, con l’assessore all’Ambiente Giovanni Romano; Acea (colosso degli acquedotti nel quale Francesco Gaetano Caltagirone ha appena superato il 16% di quote, rappresentato dall’Ad Marco Staderini e dal direttore dell’Area Idrico Andrea Bossoli); Gori (controllata di Acea che vende l’acqua ai cittadini campani di 76 comuni, tra la penisola sorrentina e Capri, attraverso l’area del Vesuvio, fino ai Monti Lattari e al bacino del fiume Sarno, con l’Ad Giovanni Marati); l’Ente d’Ambito Sarnese Vesuviano, con il direttore Federico Lupoli; viene chiamata in causa anche l’Arin (ora Acqua Bene Comune, azienda idrica della città di Napoli recentemente resa pubblica da Luigi De Magistris) che però non è presente alla riunione.

Quattro pagine che possono essere riassunte così: la Gori non ha praticamente mai pagato l’acqua ad Acquacampania, società della Regione a monte di tutto il ciclo, e adesso ammette un debito di 120 milioni di euro, ma al tempo stesso dice (e scrive), di fronte ai precetti della Regione, che per un paio di motivi almeno non crede di dover pagare. Prima di tutto perché Acquacampania ha continuato a fatturare l’acqua a 0,18 euro e metro cubo e non a 0,10 come previsto da un protocollo d’intesa siglato nel 2006, negli anni di Bassolino a Santa Lucia; poi, perché non gli è stato permesso di aumentare le tariffe; infine per il fatto che intanto (sempre secondo Acea e Gori), Acqua Bene Comune (ex Arin, azienda idrica della città di Napoli) sarà pure pubblica ma fattura l’acqua che vende a 0,47 euro al metro cubo, mentre la paga un terzo dalla Regione Campania.

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Fonte: http://www.perlagrandenapoli.org/?p=5337&utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=acqua-e-milioni-sotto-il-vesuvio

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