Fuggiamo dalla guerra e cerchiamo dignità e libertà, aiutateci!
da www.corriere.it, 13-12-2011
L’appello ai napoletani di 900 rifugiati: «Viviamo con 2 euro al giorno e senza assistenza legale e sanitaria»
LA LETTERA – Raccontano di vivere senza assistenza sanitaria e legale, di non conoscere i loro diritti e di essere preoccupati per il futuro. Ecco perchè hanno deciso di parlare alla città scrivendo una lettera e distribuendola ai cittadini napoletani. «Ci sembra importante – si legge nella missiva – innanzitutto, ricordarvi che siamo partiti dai nostri Paesi di origine spinti da molte cause: dalle guerre; dai conflitti politici, etnici, religiosi; dalla siccità che continua a devastare le nostre terre – spiegano i rifugiati -. Quando siamo arrivati in Libia molti erano, ovviamente, in quanto fuggitivi, senza documenti; nessuno in quel tempo ce li ha mai chiesti; la nostra integrazione si è compiuta, tutto sommato, senza difficoltà. Nessuno di noi aveva intenzione di venire qui in Italia altrimenti saremmo partiti con la prima ondata di immigrazione clandestina».
LA GUERRA – «Noi siamo stati obbligati – prosegue la lettera – ad affrontare il mediterraneo e lungo il percorso molti nostri compagni hanno perso la vita – raccontano -. Noi che siamo venuti qui in Italia costituiamo tuttavia solo un piccolo numero (il 30%) di tutti coloro che sono scappati; siamo qui solo perchè abbiamo paura di tornare nei nostri paesi di origine. Abbiamo lasciato tutto dietro di noi: le nostre case, le nostre auto, i nostri beni materiali, i nostri soldi che ci avrebbero potuto aiutare in questo nostro difficile momento». «E tutto questo a causa di una guerra per la libertà – aggiungono. E la nostra libertà? Che fine ha fatto la nostra libertà? Noi chiediamo a voi abitanti della città di Napoli, popolo di grande valore e di antica civiltà, comprensione e solidarietà affinchè ci possiate aiutare nella nostra lotta per la libertà e per la dignità, una lotta che sarebbe impossibile vincere senza il vostro sostegno».
«VIVIAMO CON 2 EURO AL GIORNO» – I rifugiati nella lettera invitano i napoletani ad andare a trovarli negli alberghi che li ospitano per toccare con mano le condizioni in cui vivono. Denunciano inoltre di vivere con un ticket giornaliero di 2,50 euro con il quale a stento possono comprare del pane e del tonno. «Siamo spiacenti di affollare i semafori chiedendovi l’elemosina di qualche centesimo, vendendovi fazzolettini o pulendo i vetri delle vostre auto – concludono -. Noi vi chiediamo di aiutarci a ritrovare i nostri diritti di rifugiati. Vi chiediamo di esserci accanto nella nostra richiesta di un permesso di soggiorno umanitario di un anno per tutti coloro che sono dovuti fuggire dalla Libia».
QUESTION TIME – Il consigliere regionale del Pd Antonio Amato ha presentato un question time nel quale si interroga l’assessore Cosenza «sulla drammatica situazione che si sta determinando per i rifugiati a Napoli e, a fronte di procedure emergenziali poco trasparenti, si chiedono delucidazioni circa modalità di scelta delle strutture ricettive e la loro sostanziale trasformazione in Cara». «Già nelle scorse settimane – dice Amato – avevo scritto all’assessore per conoscere se lui, come soggetto attuatore del piano nazionale «Emergenza nord Africa» in Campania, avesse redatto un piano regionale o delle linee guida. La risposta dell’assessore è stata, testualmente, «come soggetto attuatore non emetto alcun piano regionale, linea guida regionali, deliberazioni, bensì applico rigorosamente quanto stabilito dal commissario». «Tuttavia – continua Amato – la normativa di riferimento nazionale prevede che dal piano nazionale discendono i diversi piani regionali per l’attuazione delle misure di assistenza a livello locale. Si determina evidentemente una discrasia della quale chiediamo conto, come pure delle procedure con le quali sono state scelte le strutture alberghiere di alloggio, della lettera con la quale le stesse sembrano essere state trasformate in centri di accoglienza per i richiedenti asilo e, conseguentemente, di chi e come provvede all’erogazione dei servizi previsti (presidio sanitario, corsi di italiano, assistenza psicologica e legale, organizzazione del tempo libero, servizio di barberia)». «A fronte di notizie allarmanti – afferma il consigliere del Pd – a fronte di condizioni spesso aberranti nelle quali sono costretti anche dispetto ad una spesa giornaliera che arriva fino a 46 euro per migrante, interroghiamo l’assessore sui dovuti controlli, su nuove modalità di sfruttamento di queste donne e uomini che vivono in condizione di estrema povertà e, con l’arrivo del freddo, sono costretti a cercare abiti nei cassonetti. E soprattutto chiediamo conto dell’assistenza sanitaria, del coinvolgimento dell’Asl per persone che ancora non ricevono la benchè minima assistenza, con grave rischio per loro e per la salute pubblica».
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