La prepotente urgenza risiede nei numeri. Sfondata quota 68mila, a fronte di 44.385 posti
di Eugenio Sarno, da “Notizie Radicali”, 12-12-2011
“La prepotente urgenza alla necessità di offrire risposte al dramma penitenziario, cui più volte ha fatto richiamo il Presidente della Repubblica, trova piena conferma e sostanziale ragione nell’analisi dei numeri. Per questo auspichiamo che il governo Monti collochi nella propria agenda alla voce “priorità” la questione penitenziaria”
Così Eugenio Sarno, Segretario Generale della UIL Penitenziari, presenta il rilevamento trimestrale su alcuni dati penitenziari, effettuato dal sindacato di Via Emilio Lepido.
“Abbiamo cercato di aggregare i dati, per offrire uno spaccato, tanto immediato quanto drammatico, della situazione penitenziaria in Italia. Una situazione che, oggettivamente, rappresenta vergogna e disonore per un Paese come l’Italia. E come emerge in modo netto dal rilevamento – aggiunge SARNO – non è solo una questione di sovrappopolamento, che pure riveste un ruolo importante nelle criticità del sistema”
Ieri, riferiscono dalla UIL Penitenziari, nelle strutture penitenziarie italiane erano presenti 68.017 ristretti ( 65.121 uomini, 2.896 donne) a fronte di una disponibilità reale di 44.385 posti detentivi, per un esubero pari a 23.632 detenuti, che determina un sovraffollamento medio nazionale al 53,2%. La Regione con il più alto tasso di sovrappopolamento è la Puglia ( 84%), seguita da Marche ( 83,9%), Emilia Romagna ( 75.6%), Friuli (75,1%) e Lombardia ( 74 %). Nel 12,6 % degli istituti il sovraffollamento tocca punte dal 100 a oltre il 183%, nel 42,4 % degli istituti penitenziari il sovraffollamento varia dal 50 al 99%, nel 20% va dal 20 al 50%, nel 10,2 % dall’ 1 al 20% . Solo il 13,8 % non presenta sovraffollamento o contiene meno detenuti rispetto alla capienza prevista. Il penitenziario con il maggior tasso di sovraffollamento si conferma Lamezia Terme ( 183,3%), seguita da Brescia Canton Mombello (177,2 %), Busto Arsizio ( 162,9 5), Como (150,9 %), Ancona Montaguto (145 %).
“Come da tempo sosteniamo, la lettura delle posizioni giuridiche conferma l’urgenza di una incisiva riforma della giustizia. Abbiamo forti dubbi – sottolinea il Segretario Generale della UIL Penitenziari – sulla credibilità di un sistema penale che determina la detenzione di circa il 42 % di soggetti privi di una condanna definitiva. Non solo. L’eccessivo ricorso alla custodia cautelare alimenta il fenomeno delle sliding doors (porte girevoli) che sovraccarica il sistema di spese e lavoro. Ciò in ragione dei tantissimi detenuti che fanno ingresso in carcere per essere scarcerati solo dopo poche ore“
Alla data del 5 dicembre i detenuti non ancora condannati in via definitiva assommavano a 28.343 pari al 41,8% del totale. Nello specifico : 15.549 detenuti in attesa di primo giudizio ( 22,9%), 7.799 appellanti (11,5 %) , 5005 ricorrenti (7,4 %). I detenuti chiamati a scontare una pena definitiva erano 37.784 (55,5%) . I soggetti senza posizione giuridica definita erano 335, gli internati risultavano essere 1570 (2,3 %) . I detenuti di origine straniera erano 24.638 ( il 36,2 % del totale), di cui 23.452 uomini e 1186 donne. La comunità straniera maggiormente presente è quella proveniente dal Marocco ( 4.983 - 20,2%), segue la Tunisia (3.255 – 13,2 %), la Romania (2.809 – 11,5%), la Nigeria ( 1.204 – 5 %), l’Egitto ( 534 – 2,2%) e la Yugoslavia ( 464 - 1,9%).
“La promiscuità di etnie, di percorsi delinquenziali e di età è una delle condizioni che incide direttamente nell’alimentare la spirale di violenza all’interno delle carceri. La cronica e grave deficienza numerica degli organici di polizia penitenziaria (- 7500) e degli addetti al trattamento intramoenia (- 850) impedisce di operare sia in funzione della sicurezza che del recupero e del reinserimento. Forse non è ben chiaro cosa significhi, come è oramai è ordinario, preporre un solo agente essere alla sorveglianza di centinaia di detenuti. E’ del tutto evidente – rimarca Eugenio SARNO – che in queste condizioni non si possono garantire i nobili obiettivi che la Costituzione, all’art. 27, assegna al sistema penitenziario italiano. L’ozio forzato è il peggior antagonista di qualsiasi percorso riabilitativo ed è il miglior complice della deriva depressiva. Purtroppo causa mancanza di fondi e di risorse umane questa prospettiva è divenuta la quotidianità dei 68mila detenuti. Anche in ragione di ciò è determinante rivedere alcune norme che possano sostenere il deflazionamento delle presenze detentive. Ci riferiamo in particolare, ma non solo, alla legge sulla recidiva (cd Cirielli) ed alla legge 199/2010 (cd svuota carceri). Altresì è fondamentale recuperare l’alto senso della Legge Gozzini, con una più continua e sistematica erogazione di misure e sanzioni alternative al carcere”
Dall’entrata in vigore della legge 199/2010 i detenuti ammessi alla detenzione domiciliare per residuo pena non superiore ad un anno sono stati 3.991 – “Troppo pochi, come avevamo previsto. Non a caso tutti gli addetti ai lavori avevano invocato – ricorda Sarno – un accesso automatico al beneficio di legge”
Ma anche sul fronte della concessione di misure alternative alla detenzione la UIL Penitenziari non può non sottolineare la ristrettezza dei numeri. Dal 1 gennaio al 30 novembre 2011, infatti, sono state erogate a persone detenute 3.591 detenzioni domiciliari, 787 semilibertà e 5.284 affidamenti in prova. Non va meglio sul fronte delle misure di sicurezza e delle sanzioni alternative al carcere. Dal 1 gennaio al 30 novembre di quest’anno sono state erogate 3.062 libertà vigilate, 115 libertà controllate, 449 lavori di pubblica utilità e 538 ammissioni al lavoro esterno al carcere.
“Credo che i 61 suicidi in cella che noi abbiamo monitorato dal 1 gennaio ad oggi , anche se il DAP ne registra 56, ed i 924 tentati suicidi stiano a testimoniare quanto sia necessaria una diversa concezione della detenzione, delle condizioni di detenzione e della prevenzione degli eventi critici. Scorrendo l’elenco di questi ultimi si ha la fotografia di cosa sia la realtà penitenziaria e si può ben comprendere quali siano le difficoltà – conclude il leader della UIL Penitenziari – della polizia penitenziaria a gestire una situazione ai limiti dell’ingestibilità. Nonostante queste difficoltà i baschi blu in questo 2011 hanno salvato la vita a 387 detenuti. Voglio sperare che il Ministro Severino legga, valuti e, dopo aver incontrato le OO.SS., metta in piedi un concreto percorso di soluzioni”.
In 42 istituti penitenziari dal 1 gennaio ad oggi si sono verificati i 56 suicidi monitorati dal DAP . Gli istituti maggiormente coinvolti : Torino, Padova – Due Palazzi , OPG Aversa con tre suicidi. In 151 istituti si sono registrati i 924 tentati suicidi (387 le persone salvate in extremis dalla polizia penitenziaria). Guida questa speciale classifica Firenze Sollicciano con 38 tentati suicidi, seguita da Lecce (30) e Teramo (27). Sempre dal 1 gennaio alla data di ieri, ben 5.187 atti di autolesionismo sono stati posti in 182 istituti. La Dozza di Bologna è l’istituto in cui ci si autolesiona di più ( 229 casi), seguono Firenze Sollicciano (213), Lecce (170), Genova marassi (158), Pisa (140). In 28 istituti si sono verificate 40 risse tra detenuti ( 4 a Perugia, 3 a Livorno, Porto Azzurro e Ancona Montaguto). Gli episodi di aggressione in danno di personale penitenziario ammontano a 291 con un totale di 394 feriti refertati ( 389 poliziotti penitenziari, 3 medici e due infermieri). 40 le risse scoppiate tra detenuti, in 28 carceri. I detenuti che hanno operato almeno un giorno di sciopero della fame sono stati 6.121, coloro che hanno rifiutato, per protesta, le terapie sono stati 1.070. Le battiture collettive verificatisi in questo 2011 assommano a 59 ( di cui 16 a Lecce, 7 a Parma, 5 a Roma Regina Coeli).
Tutte le tabelle con i dati summenzionati sono pubblicate sul sito www.polpenuil.it
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