Capo cappellani carcerari: violati diritti fondamentali, serve amnistia
Da una nota Adnkronos, 05-12-2011
Il sovraffollamento nelle carceri italiane sta provocando gravi violazioni dei diritti fondamentali delle persone e della loro dignità, per questo l’amnistia, in questo momento, “sarebbe un atto di giustizia”. E’ quanto sottolinea don Virgilio Balducchi, che si appresta ad assumere, da 1 gennaio prossimo, l’incarico di Ispettore generale dei cappellani delle carceri al posto di don Giorgio Caniato.
Balducchi da oltre vent’anni opera nel carcere di Bergamo e conosce da vicino la realtà dei penitenziari italiani. “L’amnistia – spiega – ora ha un senso perché molte persone in carcere stanno subendo limitazioni dei diritti fondamentali, pensiamo alla salute, alla malattia mentale, al degrado della dignità umana. Molti diritti vengono limitati, l’amnistia sarebbe un atto di giustizia”. E tuttavia, osserva don Balducchi, “la politica su questo discorso non è disponibile. Se però questo governo riuscisse a far muovere la situazione a partire da quello che già ora si può fare, sarebbe molto. Se tutti i tossicodipendenti che chiedono di andare in comunità potessero farlo, se i malati mentali fossero accolti in strutture adeguate e gli stranieri che vogliono andare a casa li si lasciasse andare, credo che si abbatterebbe la presenza nelle carceri del 20-30%”.
“Il punto – spiega ancora il sacerdote – è che bisognerebbe depenalizzare i reati minori, quelli fino a tre anni. In questi casi, certo se la persona non è pericolosa, la pena andrebbe scontata sul territorio. Servirebbe anche un codice penale nuovo” . Il Papa il prossimo 18 dicembre andrà ad incontrare i detenuti nel carcere romano di Rebibbia. “Un bel gesto” commenta don Balducchi, che poi spiega quale sia la situazione delle carceri: “in carcere c’e’ una realtà distrutta, un’umanità che versa in condizioni disastrose, persa, con problemi sociali, tossicodipendenti, senza fissa dimora, malati mentali”.
“E’ un’umanità – prosegue – già di per sé molto debole e abbastanza sfasciata che non dovrebbe trovarsi in carcere per essere curata dal punto di vista sociale. Bisogna evitare di continuare a fare leggi che favoriscono la carcerazione, come quella sull’immigrazione, con il reato d’immigrazione clandestina, o la cosiddetta ‘recidiva’. Non si può mettere in carcere qualcuno solo perché si trova sul nostro territorio e non riesce ad arrabattarsi per venirne fuori”.
“In realtà – afferma ancora il sacerdote che presto assumerà l’incarico di ispettore generale dei cappellani delle carceri – abbiamo una legislazione buona, ma i tagli sociali di questi anni hanno colpito anche il mondo dei detenuti e delle comunità di accoglienza. Poi c’è un problema culturale, perché la gente rischia di non capire questi discorsi. Uno sbaglia, deve pagare. Il punto è come possa riparare a quest’errore”. Esiste poi un’ altra questione particolarmente delicata: “c’è il tema dei manicomi criminali – afferma don Balducchi – qui la condizione è più disastrosa che nelle altri carceri. I detenuti si trovano in condizioni da brivido. Molti di loro rimangono dentro non perché pericolosi ma perché non ci sono strutture pronte ad accoglierli comunità per curarli, così si perpetua un circuito di permanenza in queste strutture”.
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