Ideologismi di periferia

di Paolo Macry, da “il Corriere del Mezzogiorno”, 27-11-2011

Mentre in Italia un gruppo di tecnocrati di alto profilo (e di stretta provenienza settentrionale) viene incaricato di imporre le concrete e dure riforme che la politica non ha saputo fare, a Napoli gli amministratori pubblici annacquano la propria insostenibile leggerezza operativa in un long drink di buoni sentimenti, doppie verità e astrattezze ideologiche.
Prendiamo il Forum delle Culture. Doveva essere un momento di rilancio internazionale della città, è diventato la fiera delle ipocrisie. Il sindaco aveva voluto chiamare a presiederlo un noto cantautore, anzi — parole sue — «un uomo di cultura vicino al popolo». Poi, però, è scoppiata la grana dei compensi. Sulla quale, prevedibilmente, ha potuto dilagare il futile moralismo di quanti avevano creduto che davvero — sono ancora parole del sindaco — «in questo momento storico la passione deve prendere il sopravvento sul ragionamento». E Vecchioni? Dopo aver chiesto legittimamente un buon cachet, si è sentito in dovere di aggiungere che «parlare di soldi mi dà un fastidio tremendo». Forse i giacobini della domenica applaudiranno, ma intanto, senza una mediazione sullo sterco del diavolo, il Forum resta ai blocchi di partenza.
Non meno ideologico e strumentale appare il dibattito sulle coppie di fatto. Anche qui, la miccia l’ha accesa de Magistris, proponendo un registro delle unioni civili che tocca una questione molto seria. E tuttavia, data la totale irrilevanza pratica del registro, è legittimo il dubbio che il punto sia stato evocato per guadagnarsi consensi a buon mercato e (ambiziosamente) contrapporsi al vento cattolico che spira dal governo del Nord. Ma ideologiche appaiono anche le risposte date al sindaco zapaterista: meglio sarebbe occuparsi delle famiglie numerose, ha dichiarato per esempio Caldoro, cercando di mietere allori in altri segmenti di opinione. Una querelle puramente ideologica, visto che sindaco e governatore non hanno alcuna competenza in materia.
Ma naturalmente è il problema dei rifiuti il caso più eclatante degli ideologismi che girano in città. Tutela ambientale, differenziata e niente inceneritori, aveva promesso il candidato de Magistris. Oggi, tuttavia, è chiaro che i rifiuti sono e saranno smaltiti grazie all’odiato termovalorizzatore di Acerra, allo sfruttamento selvaggio e forse illegale di Terzigno e alle imminenti esportazioni nel nord Europa (se non a un nuovo inceneritore furbescamente spostato da Napoli Est alla provincia). Frattanto, la differenziata è ai livelli più bassi della Campania e del Paese. Il meno che si possa dire è che l’ambientalismo di Palazzo San Giacomo non è un modello di coerenza.
Ebbene, cosa accomuna nodi assai diversi come i compensi dei consulenti, le coppie di fatto e il ciclo dei rifiuti? Da una parte, il loro galleggiare sul terreno melmoso delle grandi questioni barattate per qualche consenso in più o dei piccoli interessi personali riverniciati da massimi sistemi. Dall’altra, la continua evocazione di ideologie divisive e facili sentimentalismi che mettono la sordina alle scarsa efficienza amministrativa. Ed è perfino inutile sottolineare quanto tutto ciò approfondisca la distanza tra questo Mezzogiorno ininfluente, velleitario, verboso e un paese dolorosamente concentrato, invece, su problemi concreti e pressanti, come i contratti di lavoro, le pensioni, le imposte.

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Fonte: http://www.perlagrandenapoli.org/?p=5188&utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=ideologismi-di-periferia

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