I detenuti dormono per terra. Montacuto è un caso nazionale
La denuncia che arriva dalle Marche è del sindacato della Polizia Penitenziaria (Sappe) delle Marche, il quale tramite un comunicato stampa del suo segretario Aldo Di Giacomo, il 22 Novembre scorso ha denunciato che, nell’ormai famoso carcere di Montacuto di Ancona i detenuti “dormono anche per terra, su materassi di fortuna, stipati in quattro in celle da una persona”. Lo stesso Aldo Di Giacomo inoltre ha reso noto che l’igiene non è più assicurato e che le docce non si fanno più quotidianamente.
Oggi Montacuto è una realtà nota e il caso di questo carcere fu reso noto per la prima volta dai Radicali Marche che, nella giornata nazionale del “ferragosto in carcere”, visitarono la struttura il 15 Agosto 2010. In quell’occasione vennero denunciate le condizioni fatiscenti e il gravoso sovraffollamento della struttura. Ancora ad oggi il numero dei detenuti è di 440 persone su una capienza di 178.
L’ultima denuncia delle condizioni del carcere in questione è venuta proprio da Marco Pannella, Rita Bernardini (deputata del Pd della delegazione radicale) e Sergio Rovasio (segretario dell’associazione Certi Diritti), i quali in una visita a sorpresa nel Giugno 2011, hanno parlato di una condizione di illegalità conclamata in cui versa la struttura detentiva di Montacuto. In particolare la Bernardini ha denunciato quattro morti negli ultimi tempi, l’ultimo dei quali aveva solo trent’anni ed era arrivato in ospedale in condizioni gravi.
Mentre i Radicali Italiani chiedono oramai da mesi l’amnistia per la Repubblica Italiana, il segretario del Sappe (sindacato autonomo Polizia Penitenziaria) Aldo Di Giacomo, in un colloquio telefonico specifica:
“L’indulto e l’amnistia se utilizzati solo come escamotage del momento d’emergenza non hanno senso. Allo stesso modo non ha senso parlare di misure alternative al carcere se il giorno dopo non ci si mette intorno ad un tavolo per la riqualifica dell’intero sistema carcerario italiano.” I punti cruciali su cui si deve lavorare – prosegue Di Giacomo – sono due: la depenalizzazione dei reati e l’abuso della carcerazione preventiva. In particolare riferimento a quest’ultimo, si rifletta sul fatto che su 90 mila detenuti nell’anno 2010, 7 mila sono usciti dopo tre giorni e 5 mila dopo una settimana. Se a questo si aggiunge che 17 mila detenuti hanno gravi problemi di dipendenze, per i quali si dovrebbero trovare delle alternative al carcere, ci rendiamo conto di come il problema sia complesso e parta dalla giustizia del paese Italia”.
Dopo la denuncia di Di Giacomo, Rita Bernardini e Marco Perduca (deputati radicali) hanno presentato nella mattinata di mercoledì due interrogazioni a risposta scritta alla Camera del Senato, dirette al Ministro della Giustizia e a quello della Sanità. Nello stesso giorno si è espresso anche il consigliere regionale delle Marche Massimo Binci (Sinistra ecologia e libertà)esprimendo preoccupazione per la situazione delle carceri della regione, sottolineando la necessità di applicare l’ormai dimenticato articolo 27 della Costituzione e, rivolgendosi al Governo, chiede che si affrontino i problemi che sono a monte della questione a partire dalle Leggi Bossi-Fini, Fini-Giovanardi e Cirielli.
Visto che qualche mese fa un provvedimento dei Nas ha liberato più di un milione di galline da gabbie troppo strette, la speranza è che almeno dopo le galline vengano gli esseri umani.
ARTICOLO DI STEFANO PAGLIARINI PUBBLICATO SU AGENZIA RADICALE
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