Europa: vietati filtri alla rete - Digitale e Potere - Rassegna del 25 novembre

Diritto d'autore

Europa: vietati filtri alla rete Il Fatto Quotidiano pag. 17

"Niente filtri, siamo europei. Con una decisione che gli esperti non esitano a definire "storica", la Corte di Giustizia Ue ha stabilito infatti che la legislazione dell'Unione vieta al giudice nazionale di "ordinare a un fornitore di accesso a Internet di predisporre un sistema di filtraggio per prevenire gli scaricamenti illegali di file". Una simile ingiunzione, argomenta la Corte, "non rispetta il divieto", contenuto nella Direttiva sul commercio elettronico, "di imporre ai provider un obbligo di monitoraggio generalizzato" sui contenuti immessi dai suoi utenti. Né, prosegue il giudizio, rispetta la Carta europea dei diritti fondamentali. Che comanda un bilanciamento tra la protezione del copyright e la tutela delle libertà personali. La decisione è stata presa riguardo al caso che vede opposti dal 2004 il provider Scarlet e la SABAM, una sorta di Siae belga. Il Tribunale di Bruxelles aveva comandato a Scarlet di monitorare, per un tempo illimitato e a sue spese, il traffico in Rete di cui è responsabile e impedire qualunque condivisione di file illeciti tramite un apposito filtro. Il provider ha fatto ricorso, e ha vinto. "La Corte - afferma Marco Scialdone di Agorà Digitale - ricorda a tutti che esiste una potenziale contrapposizione tra copyright e libertà di espressione."

 

Stop ai provider "sceriffi" laDiscussione pag. 8

"[...] <<La sentenza della Corte di giustizia mette - spero - la parola fine ad una barbarie giuridica - dichiara Andrea Monti, presidente dell'Alcei, l'associazione per la libertà delle comunicazioni elettroniche interattive - quella di spacciare la censura come forma di protezione dei diritti economici degli editori, e non certo di quelli morali d'autore. Il filtraggio non serve ad acquisire prove di reato nè a prevenirlo>>. E quindi <<non può essere usato come strumento di indagini da chiunque effettuate - continua - Inoltre, parte dal presupposto che l'utente è colpevole fino a prova contraria. Il che è inaccettabile>>. Monti si lascia andare ad un auspicio: <<Speriamo che questa sentenza stronchi per sempre ogni tentativo dell'Agcom italiana di emanare la famigerata delibera sulla tutela del copyright che vuole imporre il modello francese (ente che decide se tagliare o no il collegamente alla rete degli utenti) e che in modo illegittimo - vuole sottrarre alla magistratura - sostiene - il compito di decidere cosa è illegale e cosa no. In Italia, infatti, la legge sul diritto d'autore affida solo ed esclusivamente alla magistratura il potere di verificare se un certo comportamento degli utenti è lecito o meno>>. Toni trionfali anche da Marco Scialdone, responsabile del team legale di Agorà Digitale, associazione vicina ai Radicali che si batte per un web libero: <<La Corte di Giustizia ricorda a tutti che esistono ancora limiti invalicabili e che la tutela del copyright non può giustificare un monitoraggio preventivo del traffico di rete. - dichiara - Almeno fino a che esisterà la direttiva 2000/31>>. E allora, la sentenza della Corte Ue sui filtri antipirateria ha portata <<storica sui diritti digitali e i diritti civili di nuova generazione>>. <<La Corte ricorda ai tanti, che anche in Italia lo hanno negato negli ultimi mesi, che esiste una potenziale contrapposizione tra copyright e libertà di espressione - aggiunge Scialdone - che necessita di un appropriato e sapiente bilanciamento per evitare che la tutela del dirittod'autore si riveli novello strumento di censura>>. [...]"

Corte di Giustizia: vietato filtrare Guido Scorza

"E’ una Sentenza storica ed attesissima quella con la quale la Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha, finalmente, messo una pietra - o forse un macigno - sulla dilagante tendenza dei titolari dei diritti e dei Tribunali europei, rispettivamente a chiedere e disporre l’adozione di sistemi di filtraggio da parte degli internet service provider, a tutela dei diritti d’autore. Ordinare ad un intermediario della comunicazione di adottare, per di più a proprie spese, dispositivi generalizzati di filtraggio allo scopo di impedire e prevenire la diffusione online di contenuti protetti da diritto d’autore è incompatibile con la disciplina europea e, pertanto, vietato."

Pirateria, l'Europa dice no ai filtri preventivi <<La privacy è lesa>> l'Unità pag. 21

"Copyright contro Peer to peer. Proprietà intellettuale contro società condivisione. Sono due modelli di futuro, soprattutto dei diritti inalienabili dei cittadini europei che spesso confliggono. Ma almeno in Europa si è fatta un po' di chiarezza. Con una sentenza, storica per molti esperti, la Corte Europea di Giustizia ha deliberato che un giudice nazionale non può in nessun caso imporre filtri preventivial fornitore del servizio. Tradotto significa che i provider che permettono agli utenti di andare in Rete non possono impedire loro di usare programmi per la condivisione dei file."

Tassa sui trailer online? Una boiata pazzesca da correggere Tom's Hardware

"La tassa sui trailer online è stata una stupidaggine SIAE a cui adesso si cerca di rimediare. ANICA (Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche Audiovisive e Multimedia) e AGIS (Associazione Generale Italiana dello Spettacolo) di fatto si sono rese conto che le richieste economiche erano troppo alte e la conseguente scomparsa dei trailer promozionali online avrebbe provocato un danno al settore. "La sezione video di questo sito è stata per il momento sospesa", si legge da un po' di tempo sul sito Fantascienza.com. "Siamo convinti che pagare 1800 euro all'anno per avere il privilegio di fare pubblicità gratuita ai clienti della SIAE non abbia nessuna logica né nessuna possibile utilità. Spegniamo quindi il nostro servizio video fin quando la SIAE non rivedrà le proprie norme. Ci scusiamo con gli utenti per il disservizio, ma li invitiamo altresì a fare quanto nelle loro possibilità per rendere nota la situazione"."

Il Web non è un Far West l'Espresso pag. 137

"Una nota casa di abbigliamento italiana ha chiesto a un giudice di Padova di inibire l'accesso a circa 500 siti sparsi nel mondo. Pagine Web diversissime, accomunate da una sola caratteristica: quella di contenere il nome dell'azienda nel loro dominio. Il giudice ha acconsentito e, da un giorno all'altro, i provider italiani si sono trovati a dover inibire ai propri utenti l'accesso ai numerosi siti. Tra cui c'era di tutto: dai venditori più o meno abusivi di prodotto del marchio alle pagine Web dei clienti affezionati. Nelle settimane successive il Tribunale della Libertà, interpellato dalle associazioni dei provider italiani, ha annullato l'oscuramento giudicando il provvedimento "esorbitante". Nessuno aveva controllato veramente cosa ci fosse nei siti. Internet non deve essere un Far West, ripetono da anni un po' tutti, specie i nostri politici. Eppure, in casi come questo appare evidente come, fra le debolezze del Web, deve essere compresa anche quella, preoccupante, della possibilità di imporre una sorta di giustizia sommaria dove solo i più forti possono prevalere. Più che il Far West alla Sergio Leone, il Gene Hackman de "Il braccio violento della legge".

Privacy e trattamento dei dati personali

Cosa sa Google di me? La domanda e le risposte per il consumatore digitale Corriere della Sera.it

"Paradossale ma vero. Google ha stretto un’alleanza con l’Unione Italiana Consumatori (in occasione del Premio Dona , che lo scorso anno era dato a Mario Monti) a vantaggio del «consumatore digitale». Visto che su Google svolgono moltissime attività che spesso comportano la raccolta di dati. La fiducia degli utenti (che accedo a servizi gratuiti e quindi se non si sentono «sicuri» posso abbandonare in ogni momento il provider, con conseguente possibile «crollo» di raccolta pubblicitaria) comincia a diventare importante per Google in passato accusata di essere un po’ un «Grande piccolo Fratello». Adesso, per questa ragione sono stati incrementati gli strumenti che consentono alle persone di gestire e di proteggere i propri dati, innanzitutto facendo loro conoscere come fare e dove cercare. Google ha perciò realizzato un Centro sulla privacy al quale si accede direttamente dall’home page di Google, attraverso il link «Privacy»."

Fonte: http://www.agoradigitale.org/europa-vietati-filtri-alla-rete-digitale-e-potere-rassegna-del-25-novembre

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