Ospedale Venezia, pazienti deceduti lasciati nelle stesse stanze di quelli ancora vivi. Interrogazione urgente di Maria Antonietta Farina Coscioni


Roma, 23 novembre 2011. Quanto è apparso sui quotidiani locali ha sollevato lo sdegno di Maria Antonietta Farina Coscioni, deputato Radicale che con una interrogazione urgente segnala al Ministro della Salute e alle competenti autorità un episodio che ove dovesse risultare nei termini come è stata denunciata, presenta possibili aspetti di rilevanza penale, oltre che mostrare l’inquietante livello in cui può a volte precipitare la sanità italiana. E’ il caso che si sarebbe verificato all’ospedale civile di Venezia, e specificatamente il reparto di oncologia “padiglione Gaggia”, con i suoi 27 posti letto perennemente occupati e infrastrutture palesemente inadeguate se è vero che i pazienti, anche quelli costretti a lunghe degenza, non hanno di fatto il diritto di farsi una doccia per la semplice ragione che la doccia in reparto non esiste. L’Associazione di volontari (Avapo) punto di riferimento a Venezia per i malati di tumore, da anni ne ha fatto richiesta, e ha messo anche a disposizione i fondi per la ristrutturazione. Solo tre mesi fa l’Ulss ha dato il suo nullaosta. Nonostante ciò i lavori non sono neppure cominciati, e i pazienti continuano ad arrangiarsi con spugne e bacinelle. Per la deputata Radicale e presidente onoraria dell’associazione Luca Coscioni “è una situazione intollerabile che non va tollerata ulteriormente”. C’è poi un aspetto ancor più penoso e inaccettabile, riguarda i pazienti oncologici allo stadio terminale della malattia. A questi malati, per i quali non fa più effetto alcuna cura, resta solo il diritto di essere assistiti con cure palliative e di accompagnamento. A Venezia l’unica struttura è costituita dall’hospice del Fatebenefratelli, con appena otto posti letto. Per tutti gli altri in attesa, ci sono solo due possibilità: tornare a casa con l’assistenza domiciliare, oppure restare in reparto, in attesa della morte senza riparo e discrezione, perché il reparto ovviamente deve funzionare. L’unica, reciproca protezione è costituita da una tenda azzurra che però non copre nemmeno tutto il letto. E in quegli spazi, spesso sono costretti a convivere malati terminali e malati deceduti. Non esiste neppure una stanza del “commiato”, anche se potrebbe essere predisposta in tempi celeri: tutto è bloccato, infatti, da ostacoli burocratici. “Mi aspetto celeri chiarimenti da parte del ministro – conclude Farina Coscioni - e soprattutto un suo celere intervento e iniziative adeguate per sanare una situazione che definire vergognosa e incivile è poco”.

Maria Grazia Lucchiari

Fonte: http://venetoradicale.blogspot.com/2011/11/oncologia-ospedale-di-venezia-pazienti.html

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