Lo sciopero del 6 settembre che c’azzecca?
Scrivo a seguito di un’esperienza più che decennale maturata da funzionario pubblico. Con la recente riforma Brunetta, il Sindacato è stato di fatto escluso dall’organizzazione del lavoro e, più in generale, il suo potere di contrattazione è stato ridotto praticamente a zero. La CGIL ha attribuito tale responsabilità anche a CISL e UIL, ritenute ancelle al servizio del governo. Ma, prioritariamente, c’è da chiedersi: la riforma è stata complessivamente un bene o un male? Ad esempio, ha inciso positivamente o negativamente sull’organizzazione del lavoro? Per decenni, il potere di contrattazione del Sindacato ha senz’altro impedito che si attuasse la previsione dell’art. 97, comma 1, della Costituzione: “I pubblici uffici sono organizzati secondo disposizioni di legge, in modo che siano assicurati il buon andamento e l’imparzialità dell’amministrazione”. Nella gestione della cosa pubblica, Amministrazione e Sindacato hanno operato in maniera condivisa, hanno co-gestito la disponibilità di mezzi e risorse pubbliche. La recente crisi ha di fatto implementato l’impossibilità di proseguire per questa via. E’ un bene o un male? Tutto sommato, io credo che possa essere un bene. Credo che sia uno di quei casi in cui, come ha invitato a fare di recente il Capo dello stato, ai concittadini non sia stata detta finora la verità o, almeno, tutta la verità. Qual era, qual è e quale deve essere il ruolo del sindacato dei lavoratori (o pensionati, etc.): è questo il punto nodale della questione. In proposito, senza dilungarmi oltre, io credo che il ruolo sia semplicemente quello di difendere gli interessi delle categorie rappresentate. E allora, rispetto alla manovra del governo, che c’azzecca l’ennesimo sciopero del sindacato? (Parmenide)
Fonte: http://www.radicalisalerno.it/2011/08/27/lo-sciopero-del-6-settembre-che-cazzecca/
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