'ACTA Signed by 8 of 11 Countries - Now What? -Digitale e Potere- Rassegna del 24 ottobre 2010

 

Diritto d'autore

ACTA Signed by 8 of 11 Countries - Now What? Eletronic Frontier Foundation

On Saturday October 1st, eight countries (the United States, Australia, Canada, Japan, Morocco, New Zealand, Singapore, and South Korea) signed the Anti-Counterfeiting Trade Agreement (ACTA) in Tokyo, Japan. Three of the participating countries (the European Union, Mexico, and Switzerland) have not yet signed the treaty, but have issued a joint statement affirming their intentions to sign it “as soon as practicable.” ACTA will remain open for signature until May 2013. While the treaty’s title might suggest that it deals only with counterfeit physical goods such as medicines, it is in fact far broader in scope. ACTA contains new potential obligations for Internet intermediaries, requiring them to police the Internet and their users, which in turn pose significant concerns for citizens’ privacy, freedom of expression, and fair use rights. Unfortunately, rightholders' efforts to use multi-lateral treaties to enforce their intellectual property rights across the world may not end with ACTA. A leaked version of the IP chapter of the Trans Pacific Partnership Agreement (TPP), which is currently being negotiated by nine countries (U.S., Australia, Peru, Malaysia, Vietnam, New Zealand, Chile, Singapore, and Brunei) indicates that U.S. negotiators are pushing for the adoption of copyright measures far more restrictive than ACTA. Like ACTA, TPP is being negotiated rapidly and with little transparency.

https://www.eff.org/deeplinks/2011/10/acta-signed-8-members-are-we-doomed-yet

Diritto d'autore, tutti contro tutti Dalla Rete

Ancora un nulla di fatto tra l’Agcom e rappresentanti di blogger, esperti di diritto, consumatori, cittadini, imprenditori, politici. Da mesi si scontrano alla ricerca di un’intesa sul nuovo regolamento sul copyright, ma finora le posizioni restano lontane. La richiesta di Agorà Digitale e degli altri soggetti presenti (Adiconsum, Altroconsumo, Assoprovider, Studio Legale Sarzana) è di fermare il regolamento, chiedendo all’ Agcom di commissionare uno studio indipendente sull’argomento. Forti le critiche anche sul Tavolo tecnico, eccessivamente sbilanciato sul fronte dell’industria dei contenuti.

http://dallarete.blog.rainews24.it/

Apple-Samsung, appuntamento in tribunale Corriere Economia pag.8

Apple contro Samsung, due colossi l'uno contro l'altro. In mezzo, l'attesissimo iPhone 4S, che Samsung ritiene essere troppo simile ai propri prodotti già sul mercato. L'udienza cautelare è fissata per mercoledì 26 ottobre al tribunale di Milano. Samsung sostiene la contraffazione di alcuni suoi brevetti da parte di Apple, e chiede al giudice di inibire la commercializzazione dell'iPhone 4S. Sul tappeto vi è anche un altro aspetto: per operare nella rete Umts è necessario usare standard particolari, cosicchè viene facilmente a formarsi un monopolio, contro il quale gli aderenti all'Etsi (European telecommunication standard institute), tra cui Samsung, si sono impegnati a concedere licenze di sfruttamento dei loro brevetti che riguardano gli standard adottati. Secondo Apple quindi, anche se i brevetti di Samsung fossero validi, il colosso coreano sarebbe comunque tenuto a concederne licenza.

Altri Android per Microsoft Punto Informatico

Microsoft ha annunciato un nuovo accordo di licenza per l'impiego di sue tecnologie negli smartphone Android e nei tablet Chrome: ad acconsentire, stavolta, è Compal Electronics, azienda che produce tablet, smartphone e e-reader utilizzando i sistemi operativi di Google.
Compal ottiene in questo modo un'ampia copertura sul portafoglio brevettuale di Microsoft, che da parte sua riferisce di arrivare così ad essere licenziataria di oltre la metà dei produttori mondiali original design manufacturing (ODM) di dispositivi con sistemi operativi di Google. In effetti, come dice Microsoft, con Compal ha raggiunto il 53 per cento della produzione statunitense di smartphone Android.

http://punto-informatico.it/3315077/PI/News/altri-android-microsoft.aspx


Privacy e trattamento dei dati personali

Brevetti nel mirino degli hacker Il sole 24 ore pag.25

Hacker all'attacco delle aziende italiane, praticamente indifese contro il cyber spionaggio. A fine anno saranno oltre 15mila i server violati, quasi il doppio rispetto al 2009 con una perdita per il sistema Paese stimabile in 100 milioni di euro. Gli obiettivi sensibili? In genere documenti, assets chiave per ogni impresa, che però non sono protetti con la stessa cura con cui vengono protetti gli uffici e gli impianti. Si stima che oltre il 90% delle società quotate in borsa sia a rischio di intrusioni informatiche e di cyber spionaggio. Vulnerabilità ancora più elevata per le Pmi. Il tallone d'Achille delle nostre Pmi è la relativa indifferenza con cui si affronta il tema della sicurezza informatica. Fenomeno che invece, secondo Apruzzese direttore della Polizia Postale, visti i grandi rischi dev'essere avvertita come una priorità dagli imprenditori.

Facebook, la minaccia dei profili ombra Punto Informatico

A far divampare la polemica aveva pensato Max Schrems, studente austriaco di 24 anni. Il giovane era entrato in possesso di una più che corposa lista di sue informazioni personali, raccolte da Facebook in un migliaio di pagine. A scatenare gli animi, un dettaglio cruciale. Schrems aveva scoperto il rastrellamento di informazioni da lui stesso eliminate sul profilo. Facebook Ireland è così finita sotto accusa, vittima di un'inchiesta per violazione massiva della privacy degli utenti del Vecchio Continente. In sostanza, il sito in blu avrebbe raccolto dati senza alcuna autorizzazione, in particolare relativi a profili mai nati sulla sua piattaforma. Nomi e cognomi, indirizzi di posta, numeri di telefono. Addirittura informazioni sensibili come orientamenti politici, religiosi e sessuali. Facebook avrebbe estrapolato questi dati dai vari profili, ricavando degli account ombra validi anche per persone mai registratesi al social network. In altre parole, i responsabili di Facebook sarebbero riusciti a succhiare dati relativi a persone non iscritte, grazie a pratiche come la sincronizzazione mobile. Ma anche importando dati personali dai singoli fornitori di servizi di posta, dai servizi di messaggistica istantanea.

http://punto-informatico.it/3315049/PI/News/facebook-minaccia-dei-profili-ombra.aspx

Privacy, stretta del Garante sui dati raccolti nel Web Punto Informatico

Il Garante ha ribadito il principio secondo cui a qualunque sito web non è possibile raccogliere dati non pertinenti e comunque eccedenti le finalità del servizio richieste dal cliente attraverso l'atto della registrazione. Nel caso in cui si volesse comunicare i dati a terzi è necessario chiarire in modo palese e preventivo tutto quanto è negli obiettivi del servizio di chi i dati li raccoglie, per consentire una scelta consapevole di chi il form lo compila.

http://punto-informatico.it/3310952/PI/News/privacy-stretta-del-garante-sui-dati-raccolti-nel-web.aspx

Libertà d'informazione

Ma perchè il bavaglio digitale non ci fa paura? Blog Cablogrammi di Massimo Russo su Kataweb

I carabinieri sono stati inviati dalla Procura di Caltanissetta a eseguire il sequestro preventivo dei verbali di Totò Riina pubblicati quella mattina da Lirio Abbate e Attilio Bolzoni sul sito le Inchieste e per ampi stralci su Repubblica e su L’Espresso in edicola, nonché l’oscuramento di tutte “le pagine web alla stessa collegate dalle quali sia possibile accedere ai suddetti atti istruttori”. Da venerdì sera chi cerca di consultare le nove pagine in cui era stata articolata da Abbate e Bolzoni l’inchiesta (oltre ai verbali erano stati pubblicati diversi pezzi e un video), vede solo  la dicitura riprodotta anche qui sopra: “Pagina oscurata con provvedimento numero 2602/11 - R.G. notizie di reato/Mod. 2 1 emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Caltanissetta in data 30/09/2011”. La magistratura accerterà se effettivamente vi sia stata una violazione del segreto investigativo, e nel caso come essa vada sanzionata. Il punto su cui mi vorrei soffermare, tuttavia, è il sequestro preventivo e l’oscuramento delle pagine web, prima ancora che vi sia stato in proposito un giudizio di merito. Non sto nemmeno parlando dei documenti, ovvero nel caso particolare, di parte dei verbali dei due interrogatori di Totò Riina, risalenti al luglio del 2010. Considero invece gli articoli, i pezzi giornalistici, insomma la cronaca e le manifestazioni del pensiero di Abbate e Bolzoni che accompagnavano i documenti. Prima di un qualsiasi giudizio di merito sono stati cancellati, oscurati, azzerati. Provate a considerare cosa sarebbe accaduto se lo stesso ordine fosse stato esteso a Repubblica in edicola quel giorno con un pezzo di Bolzoni sullo stesso argomento, o al numero de L’Espresso in cui è stato stampato l’articolo di Abbate. Quale ondata di sdegno collettivo avremmo vissuto se polizia e carabinieri fossero stati inviati in forze a sequestrare i giornali in edicola? Non serve il diritto. Basta il buon senso per rendersi conto dell’insensatezza di un simile provvedimento. Ma allora perché su web questo è concepibile? Sulla carta sarebbe impensabile. Su web si fa. La censura digitale fa meno paura? Sporca meno? E’ una semplice questione di ignoranza che impedisce di cogliere che cancellare un pezzo di un giornale dal web prima di un qualsiasi giudizio definitivo è esattamente come andare in edicola e rimuovere fisicamente quelle pagine da tutte le copie disponibili?

http://massimorusso.blog.kataweb.it/cablogrammi/2011/10/02/ma-perche-il-bavaglio-digitale-non-ci-fa-paura/

Diritto d'accesso

Da BlackBerry un allarme per le reti La Repubblica Affari e Finanza pag. 30

Il blackout che ha fermato le comunicazioni in arrivo e partenza da uno fra i più popolari smartphone è visto dagli esperti come un campanello d'allarme: troppa richiesta di banda per infrastrutture da ampliare urgentemente. A causare l'interruzione del servizio inizialmente si è pensato fosse un guasto legato all'aggiornamento del software del datacenter che gestiscono la rete Rim. La verità è che si è trattato di saturazione delle linee di comunicazione. Secondo Mike Lazaridis, capo della Research in Motion che gestisce i Blackberry, i Carrier iniziano ad avere problemi nelle aree urbane degli Usa. Si potrebbe arrivare ad un esaurimento delle capacità dell'infrastruttura. Secondo Vittorio Colao, CEO di Vodafone, le infrastrutture dovrebbero essere espanse dai carrier, ma non è giusto lasciare gli operatori soli negli investimenti. Meglio allora cambiare modello di business e far pagare di più ad utenti affamati di dati. Solo così gli operatori avrebbero la possibilità di investire per migliorare le infrastrutture senza rinunciare ai necessari guadagni.

Politica digitale transnazionale

Net Neutrality Resolution Adopted in EU Parliament La Quadrature du Net

The “Industry” Committee of the EU Parliament unanimously adopted a resolution on Net neutrality. Through this vote asking the European Commission to promptly assess the need for further legislative action, the Parliament is taking a strong stance in favour of Net neutrality. The text adopted commits the EU Parliament to key issues: firstly, the text is a strong political statement in favour of Net neutrality. It brings a useful definition of Net neutrality and of the network management policies that are detrimental to the users' freedoms and to competition. Secondly, the resolution asks the Commission to move past its failed “wait-and-see” approach by assessing the need for further regulation on Net neutrality, within 6 months of EU telecoms regulators (BEREC) releasing their study on the discriminatory practices of ISPs. However, the resolution falls short of asking for immediate legislative action to protect Net neutrality and for sanctions against Internet Service Providers (ISPs) who restrict access to the Internet. It also includes a loophole, which risks being interpreted as accepting such restrictions on mobile Internet on the pretext of alleged network congestion.

http://www.laquadrature.net/en/net-neutrality-resolution-adopted-in-eu-parliament

Economia in rete

Tutti in pista per Yahoo. Il portale è invecchiato ma vale 18 miliardi La Repubblica Affari e Finanza pag.29

Microsoft riapre i giochi: per Yahoo una "posta" da 18 miliardi. Utili e quotazioni del gruppo sono in picchiata, ma conserva un ruolo strategico, così si è scatenata una corsa fra fondi e aziende per aquisire il gruppo. Persino Microsoft, respinta tre anni fa, sembra nuovamente interessata: sono solo indiscrezioni, ma tutto lascia pensare che ci sia proprio il gruppo guidato da Ballman dietro una delle tante cordate che si agitano per acquisire Yahoo.

Adiconsum: le truffe online di italia-programmi.net Prismanews

Nonostante la condanna dell’Antitrust per vendita scorretta, il sito ‘Italia-programmi.net’ continua a chiedere soldi e ad ingannare i consumatori. Pietro Giordano, Segretario Generale di Adiconsum, prova dunque a sensibilizzare i consumatori e tenta di coinvolgere in questa azione anche il legislatore: “Per evitare le truffe online sono necessarie leggi ad hoc; la sola pronuncia dell’Antitrust è insufficiente”.
Dunque non è bastata la condanna di fine agosto dell'Antitrust con la motivazione della vendita scorretta per mettere fine alla vicenda del sito italia-programmi.net “Che promette ingannevolmente - dice l’Associazione dei consumatori - di far scaricare programmi in modo del tutto gratuito salvo poi inviare richieste di pagamento. “È palese - dichiara Giordano, Segretario Generale di Adiconsum - che la società che gestisce il sito non ha alcuna intenzione di abbandonare le sue scorrette modalità di vendita, ma addirittura le sta intensificando. Noi chiediamo un intervento legislativo a tutela dei consumatori: è ormai indubbio che la sola pronuncia di condanna dell’Antitrust non basta, come dimostrano anche altri precedenti e analoghi casi (ad esempio quello di Easydownload). Occorre dotare la Polizia Postale e la Guardia di Finanza di strumenti più efficaci, come avviene per la lotta alla pedo-pornografia e alla violazione del diritto d'autore, per chiudere immediatamente i siti incriminati ed impedire che ignari utenti vengano raggirati”. Adiconsum chiede inoltre alle grandi aziende di software (Microsoft, Adobe Skype, etc.) che intervengano nella vicenda a propria tutela, visto che i siti come italia-programmi fanno pagare gli utenti per scaricare programmi che loro distribuiscono gratuitamente.

http://www.prismanews.net/italia/adiconsum-le-truffe-online-di-italia-programminet.html


Diritti di cittadinanza digitale

Pec, l'obbligo si allarga Il sole 24 ore pag.2

Il decreto n.185 del 2008 obbliga i liberi professionisti a munirsi di Pec tutti i professionisti iscritti in albi ed elenchi istituiti con leggi dello Stato. La norma precisa che gli ordini e i collegi professionali sono tenuti a pubblicare, in un elenco riservato e consultabile telematicamente esclusivamente dalle Pubbliche Amministrazioni, i dati identificativi degli iscritti con il relativo indirizzo di Pec. Le imprese costituite in forma societaria sono tenute ad indicare il proprio indirizzo di Pec nella domanda di iscrizione al registro delle imprese. Per le imprese individuali, anche familiari, ma non costituite in forma di società commerciali non esistono per ora particolari disposizioni in materia di Pec; attualemente l'imprenditore individuale si trova nella condizione di un qualsiasi cittadino che non sia nè imprenditore nè libero professionista. Per i privati cittadini la Pec non è obbligatoria, tuttavia lo Stato ne stimola l'impiego; possono richiedere la Pec tutti i cittadini italiani di maggiore età, residenti o non residenti in Italia, e gli immigrati in soggiorno regolare. Essa, una volta ottenuta, comporta l'espressa accettazione dell'invio, tramite Pec, da parte delle Pubbliche Amministrazioni, degli atti e dei provvedimenti che lo riguardino; quindi la Pec rimane confinata ai rapporti con la PA. Infine, non si può utilizzare lo stesso indirizzo Pec come professionista, come cittadino, ancorchè imprenditore, e per la società di cui si è liquidatore.


Con la semplice email meno garanzie Il sole 24 ore, l'esperto risponde, pag.2

Lo statuto di una società per azioni non quotata consente la convocazione dell'assemblea con avviso comunicato ai soci anche per via telematica. Basta la comune email con conferma di lettura oppure occore la Pec? La posta elettronica semplice non offre le garanzie della Pec. Solo quest'ultima è in grado di certificare la data di spedizione, come pure l'effettiva consegna al mittente. Inoltre la Pec garantisce anche l'integrità del messaggio, onde evitare contestazioni.

Dati aperti e trasparenza

Wikileaks è a rischio chiusura Corriere della Sera online

Se Wikileaks non trova modo di aggirare il blocco che finanziamenti non saremo più in grado di continuare oltre la fine dell'anno. Il sito internet fondato da Julian Assange rischia di chiudere a causa del blocco delle carte di credito effettuato da Visa e Mastercard. Arrivato dopo la pubblicazione dei segreti delle guerre in Iraq e in Afghanistan. Oltre a notizie riservate sul Dipartimento di Stato americano. E ora il sito è costretto a sospendere temporaneamente le sue attività di pubblicazione e a lanciarsi in una raccolta fondi.

E-government

Caro Stato, rispondi alle mail L'Espresso pag.132

Il debutto del censimento online è stato un disastro. E non solo. Perchè l'Italia non ha mai creduto fino in fondo all'e-government. Parlare via internet con la Pubblica Amministrazione per saltare code e risparmiare tempo? Volete provare? In bocca al lupo. Lo sanno bene quelle persone che il 9 ottobre hanno provato a compilare online il censimento Istat. Il disservizio in fin dei conti non ha creato un danno reale agli utenti. Però è emblematico di una certa sfiducia, mista ad approssimazione, con cui a volte in Italia la cosa pubblica sposa i nuovi canali digitali. Non è sempre così problematico il rapporto tra cittadino e Stato. Alcuni servizi funzionano bene. Ma è subito evidente che tra i servizi mal funzionanti ci sono soprattutto quelle delle Pubbliche Amministrazioni locali. La macchina progettata e messa in moto da Brunetta appare incompiuta. Un peccato, visto che la completa digitalizzazione delle PA farebbe risparmiare 43 miliardi di euro l'anno allo Stato, secondo stime del Politecnico di Milano. Problemi con i certificati medici online e il servizio delle ricette mediche online. Durissimo il giudizio degli esperti interpellati sulla Pec, ritardi nell'adozione delle PA che hanno anche portato ad una sentenza di condanna per la regione Basilicata, portata in giudizio dall'associazione Agorà Digitale e dai Radicali Italiani. Per non parlare dei casi in cui la PA ha la Pec, ma non la sa usare. Per trovare i servizi migliori dobbiamo abbandonare le periferie: secondo Michele di Benedetti, studioso di e-government "Le amministrazioni centrali hanno parecchi servizi efficienti, in certi casi pionieri in Europa". L'E-government italiano funziona a macchia di leopardo. Ecco perchè solo il 22,7% degli italiani ha usato l'E-government nel 2010: quintultimo posto in Unione Europea.

China says its internet policies are open and clear Slashdot

Responding to a U.S. request to explain China's policies regarding blocking U.S. websites, China's foreign ministry said the country's Internet policies have been open and clear. 'The Chinese government encourages and actively supports the Internet's development and we also protect the freedom of expression of citizens in China,' said Chinese Foreign Ministry spokeswoman Jiang Yu. 'We welcome foreign companies to invest and develop here, and we will continue to foster an open policy market.' The request, filed under World Trade Organization rules, is an effort to understand the trade impact of such blocking after a number of U.S. businesses have made complaints about access to their websites in China.

http://yro.slashdot.org/story/11/10/20/2217201/china-says-its-internet-policies-are-open-and-clear

Fonte: http://www.agoradigitale.org/acta-signed-8-11-countries-now-what-digitale-e-potere-rassegna-del-24-ottobre-2010

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