Avremmo avuto bisogno di un Gheddafi vivo e non morto
Marco Pannella ha così commentato, a “Radio Radicale”, la notizia della morte di Gheddafi:
“Mi auguro che sia fatta davvero, subito, verità sulla morte, o l’assassinio, di Gheddafi. Mi addolora il fatto che lui non possa quindi più deporre al tribunale internazionale dell’Aja per un processo internazionale e così “rendere” al mondo i suoi diritti di verità e di conoscenza a proposito di quella che è la sua maggiore impresa criminale: senza il suo aiuto, infatti, non sarebbe stato possibile realizzare il crimine, forse quello maggiore dell’ultimo ventennio nel mondo; e credo che senza di lui difficilmente potremo conoscere anche i dettagli luridi e lerci di quella pagina.
La scomparsa dell’ex dittatore mi colpisce molto: avremmo avuto bisogno ancora una volta, come già per Saddam, come per tutti i Caino della terra, della sua vita e non della sua morte. Ma questo comporta anche il fatto che i due suoi complici, anzi mandanti, della guerra che continua in Medio Oriente, con un Occidente deve rispondere dell’aver usato “un’arma di repulsione di massa”, i due principali complici dicevo, sono infami ancora più di lui: perché hanno tradito i propri giuramenti, le proprie patrie, i propri doveri; ed è prioritario compito del Partito Radicale Nonviolento Transnazionale Transpartito – compito che non riusciamo ancora ad assolvere – a far trionfare la verità contro la menzogna. Intendo riferirmi evidentemente a George W. Bush e a Tony Blair: hanno fatto scoppiare, il 19 marzo 2003, la guerra in Irak per evitare che scoppiasse con il possibilissimo e probabile esilio volontario di Saddam, con la pace anche la democrazia e la libertà in quel paese.
Far conoscere e trionfare la verità è l’impegno di tutti i radicali del PRNTT, uno dei nostri compiti principali: rendere al mondo la verità. Gheddafi ha accettato di essere un killer, e per questo è stato lautamente pagato, di due grandi infami: infinitamente più infami di lui, Bush e Blair, perché hanno tradito la loro parola, la loro legge, i loro popoli, la loro civiltà”.
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