La visita di Rita Bernardini al carcere di Cremona

CELLE STRAPIENE, POCHI AGENTI
“CA' DEL FERRO: SEMPRE PEGGIO”
(La Provincia di Cremona del 16.10.2011)

“In questi anni ho visitato centoventi carceri italiane. Nella Casa circondariale di Cremona la situazione decente, ma siamo ai limiti. La capienza regolamentare viene modificata con decreto, un po' come avveniva con l'acqua: si alza il livello di atrazina consentito per poter dire che potabile”. Parla con voce rauca e forte, Rita Bernardini, il deputato radicale che alla mezza di ieri ha appena varcato il cancello del carcere di via C del Ferro al termine delle quasi tre ore di visita ispettiva condotta insieme a Sergio Ravelli, storico esponente radicale cremonese, segretario dell'Associazione Piero Welby, e ad Agostino Tonarelli, medico, responsabile provinciale del forum del terzo settore. Ravelli ha annotato tutti i dati su un foglio. Ora a C del Ferro gli agenti effettivi sono 136 a fronte dei 195 in pianta organica. I detenuti sono 370, di cui 206 stranieri (il 55%). Quelli con condanna definitiva sono 192. I detenuti in attesa di giustizia sono 177: le statistiche dicono che met di loro sar dichiarata innocente. “In Europa la percentuale dei detenuti in attesa di giudizio del 20%. In Italia al 42%. Era la mia prima visita nel carcere di Cremona. In quasi tutte le celle – prosegue Bernardini – abbiamo trovato due detenuti (“Sono locali da dodici metri quadrati pensati per una sola persona”, chiarisce Ravelli). Da tempo, per, si rende necessario il terzo letto, tolto durante il giorno, perch il numero dei detenuti aumenta. La situazione tiene – continua il deputato radicale – grazie alla notevole professionalit degli agenti. Oggi abbiamo incontrato il commissario Maria Teresa Filippone. Appartiene all'ultima generazione di responsabili delle polizia penitenziaria: hanno un ottimo rapporto con i reclusi, che fondamentale. Qui i detenuti hanno due ore d'aria al mattino e due ore d'aria il pomeriggio. E' prevista 'socialit' (frequenza di salette comuni e di altre celle ndr) dalle 16.30 alle 19.30. Niente a che vedere con carceri nelle quali abbiamo trovato detenuti costretti a restare venti ore filate nelle celle. Sono trattamenti disumani e degradanti. Talvolta sconfinano nella tortura. Oltre al sovraffollamento – prosegue Bernardini – c' il problema degli agenti, che sono drammaticamente sotto organico. Le altre cose che non vanno? C' stata una progressiva diminuzione delle attivit lavorative. E' stata chiusa la falegnameria. Ci sono state interruzioni nei rapporti con il volontariato mentre per scuola e biblioteca si pu fare di pi. Un punto debole sono i farmaci: abbiamo verificato che ne mancano alcuni salvavita e antiepilettici”. Ravelli allunga una pagina de La Provincia del novembre 1976. Un titolo annuncia la mobilitazione dei quattro deputati radicali sul fronte carceri e giustizia. Un'occhiata a quel foglio e la sensazione di vivere in un tempo curvo passa all'unisono per la testa di tutti. “Al tempo abbiamo lottato e strappato molte cose. Oggi – conclude Bernardini – non ci sono pi rivolte oltre le sbarre: la comunit carceraria pi matura e consapevole. Far prevalere i diritti umani possibile”. Giacomo Guglielmone

Fonte: http://www.radicalicremona.it/modules.php?name=News&file=article&sid=1777

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