Comune. Lotta ai fannulloni
di Luigi Roano, da il Mattino, 17-10-2011
Si scrive razionalizzazione si legge lotta ai fannulloni. Piano piano – ma senza tentennamenti e in maniera concreta – Palazzo San Giacomo si sta muovendo sulla strada di rimettere in moto una macchina amministrativa abbandonata a se stessa dopo annidi palliativi. Così il sindaco Luigi de Magistris, l’assessore al Personale Bernardino Tuccillo e l’assessore alle aziende partecipate Riccardo Realfonzo stano sfruttando tutte le opportunità che la legge mette a disposizione. Nella sostanza le disposizioni attuali consentono – dopo un corso di formazione – di cambiare mansioni al dipendente comunale. E la scelta non è su base volontaria, anzi, la chiamata arriva dal datore di lavoro ovvero il Comune. Già due volte in questo primo scorcio di consiliatura Palazzo San Giacomo ha fatto le chiamate. «Io e il collega Realfonzo – racconta l’assessore Tuccillo – abbiamo chiesto alla Napoliservizi di fare corsi di formazione per 50 dipendenti da spostare nelle scuole come alimentaristi. Un sostegno necessario e anche una opportunità per la stessa azienda». Sulla questione fannulloni Tuccillo se la cava così: «Non parlerei di fannulloni, c’è la necessità di migliorare la produttiva dei dipendenti comunali. Questo è un dato di fatto. E anche un modo per valorizzare le risorse interne. Se i vigili, per esempio, sono tutti impegnati sulla «ztl qualcuno deve pur preoccuparsi di aspetti come la sosta». Un esempio non casuale, perché in questo caso a scendere in campo è stato direttamente il sindaco, per dare nuova linfa al corpo di Polizia municipale. Con suo proprio decreto, pubblicato sull’albo pretorio il giorno 12. Il titolo è emblematico: «Indizione di corsi di qualificazione per il personale dipendente del Comune di Napoli» riservati ai lavoratori della settima direzione centrale che dovranno imparare bene il codice della strada. Sì, perché in base a una circolare del ministero degli Interni, dipartimento di pubblica sicurezza, ha chiarito che «dipendenti comunali diversi da quelli della Polizia municipale» possono essere conferite funzioni «di accertamento delle sole violazioni previste da apposita segnaletica, ovvero dalle norme del codice della strada, relativa alla sosta o alla fermata in tutte le strade del territorio comunale nonché nelle aree o parcheggi di sosta a pagamento». In buona sostanza dove si annidano sacche di persone che non hanno un ruolo o perché sono fannulloni si può operare per toglierle dagli uffici e dare loro la possibilità di guadagnarsi lo stipendio. «I Comuni – si legge nel testo del decreto sindacale che attinge alla circolare – possono, con provvedimento del sindaco conferire funzioni di prevenzione e accertamento delle violazioni in materia di sosta a dipendenti comunali o delle società di gestione dei parcheggi. La procedura sanzionatoria amministrativa e l’organizzazione del relativo servizio sono di competenza degli uffici o dei comandi a ciò preposti». Insomma, chi si è imboscato si può ritrovare dal giorno alla mattina in strada. Anche se la maggioranza dei dipendenti comunali – giova ricordarlo – è composta da persone oneste. La lotta ai fannulloni per il Comune è una questione non solo di principio, perché visto che i fondi sono pochi, bisogna valorizzare al massimo quello che c’è. In questa logica è stato istituito il servizio di «auditing interno» la cui missione è individuare dove si annidano i problemi senza aver paura di fare nomi e cognomi e richiamare chi non fa il suo dovere alle proprie responsabilità, anche davanti alla legge. Si tratta di una procedura ben nota alle aziende private e che l’amministrazione della terza città d’Italia ha fatto propria, istituendo un gruppo di «segugi» con poteri speciali e funzioni di polizia giudiziaria.
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