Blogger, associazioni e comuni a sostegno dei 7 emendamenti per salvare Wikipedia
Anche Wikipedia prende posizione contro il ddl intercettazioni.
Nella tarda serata di ieri Wikipedia è scomparsa dal web. Per meglio dire, si è auto - oscurata; il sito è ancora online, ma ogni ricerca rimanda a questa pagina. Il comunicato stampa - firmato "gli utenti di Wikipedia" - spiega come la famosa enciclopedia libera abbia deciso di fare un passo avanti e denunciare una norma che, se approvata, potrebbe limitare fortemente la libertà d'espressione nel web.
Ricordiamo infatti che il comma 29 del ddl non colpirebbe soltanto le testate giornalistiche registrate, ma anche comuni blog o qualsiasi sito che fornisca informazioni e commenti. La modalità di denuncia sarebbe di facile accesso: un qualsiasi privato cittadino potrebbe spedire un e-mail di richiesta al gestore. E il gestore dovrebbe darvi seguito.
«Con questo comunicato - spiega Wikipedia -, vogliamo mettere in guardia i lettori dai rischi che discendono dal lasciare all'arbitrio dei singoli la tutela della propria immagine e del proprio decoro invadendo la sfera di legittimi interessi altrui. In tali condizioni, gli utenti della Rete sarebbero indotti a smettere di occuparsi di determinati argomenti o personaggi, anche solo per 'non avere problemi'. Vogliamo poter continuare a mantenere un'enciclopedia libera e aperta a tutti. La nostra voce è anche la tua voce: Wikipedia è già neutrale, perchè neutralizzarla?»
Ricordiamo anche uno stralcio del comma: “l’obbligo per tutti i siti web di pubblicare, entro 48 ore dalla richiesta e senza alcun commento, una rettifica su qualsiasi contenuto che il richiedente giudichi lesivo della propria immagine”.
Siti come Wikipedia che non hanno una redazione, ma che sono un aggregarsi di utenti volenterosi, potrebbero non avere il tempo materiale per accorgersi dell'errore e dunque rettificare nei tempi previsti. Sarebbero quindi passabili di una multa che potrebbe arrivare fino a 12.500 euro.
Intanto sui social network è esplosa la protesta. Su Facebook nel giro di una notte sono stati creati più di un centinaio tra gruppi e pagine a sostegno dell'iniziativa. Solo 92 sono chiamati "Rivogliamo Wikipedia" e contano decine di migliaia di iscritti.
C'è però una soluzione, dato che con il ddl rientrano in gioco anche tutti gli emendamenti che erano stati presentati oltre un anno fa. 30 parlamentari di PD (10), Radicali (6), UDC (5), PDL (4), IDV (2) e Gruppo Misto (2) ne hanno presentati 7, cercando di limitare alle testate registrate la validità del comma incriminato. In questi giorni se ne sono aggiunti altri 3 ad opera di deputati del FLI, dell'UDC e del PDL.
Qui potete trovare gli emendamenti e qui i parlamentari che li hanno proposti. A questa pagina potete invece firmare la lettera ai restanti Parlamentari per chieder loro di sottoscrivere gli emendamenti e potete trovare la lista delle associazioni, dei comuni e dei blogger che hanno già aderito all'iniziativa.
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