La Svimez e il declino del Sud

di Sandro Petriccione da la Repubblica Napoli, 30-09-2011

L’annuale rapporto della Svimez, l’associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno, fondata dal socialista Rodolfo Morandi nel 1947 e poi presieduta per lunghi anni da Pasquale Saraceno, ha avuto un rilievo relativamente scarso sui giornali del Nord; la presentazione di Adriano Giannola, attuale presidente dell’associazione, che ha seguito i successori di Saraceno, il compianto Massimo Annesi e Nino Novacco, ha messo in luce la conferma della tendenza al declino del Sud, accentuatasi con la crisi del 2008. Ed è proprio il fatto che si accumulano anno dopo anno le conclusioni negative sullo sviluppo del Sud che porta molti osservatori a non nascondere la loro noia per quelle che ritengono le continue lamentazioni dei meridionalisti (se questo è ancora un termine che si può adoperare). Ma, come diceva Marx, avviene che alla fine la quantità si trasforma in qualità, e nel caso del Sud può creare una situazione non più governabile. Mettiamo rapidamente su alcuni dati del rapporto che hanno un particolare significato. Il reddito procapite del Mezzogiorno nel 2010 di 17466 euro si mantiene ben al di sotto di quello del Nord, ma tra tutte le regioni la Campania detiene il triste primato, tolto perfino alla Calabria, del più basso reddito procapite di 16657 euro. A questo dato negativo si aggiunge un tasso di disoccupazione del 14 e un tasso di disoccupazione giovanile del 41,9, il più alto di tutte le regioni del Sud. Non meraviglia che tutto ciò sia causa ed effetto del degrado di tutti i servizi pubblici e di una delinquenza radicata nel territorio. Che cosa fa la collettività nazionale per aiutare le deboli forze riformiste al livello locale che da sole non sembrano in grado di fronteggiare problemi delle dimensioni appena indicate? La solidarietà di altre città e regioni, che si sarebbe dovuta manifestare nel caso della tragica crisi dei rifiuti urbani a Napoli, tranne isolate eccezioni, è mancata e testimonia una animosità di fondo, non solo della Lega Nord, per quanto riguarda i drammatici problemi che affliggono soprattutto Campania e Calabria a 150 anni dall’unità nazionale. Il richiamo del presidente della Repubblica al fatto che «il Sud è la principale incompiutezza dell’Unità» invita non solo i meridionali a riflettere sulle prospettive che ha il Sud e in particolare la sua principale città, Napoli. I dati del problema sono abbastanza noti, ma non è male ricordare che la dimensione demografica della Campania è press’a poco uguale a quella delle tre repubbliche baltiche, Stati membri della Unione europea, Estonia Lettonia e Lituania messe insieme, e dovrebbe richiamare l’attenzione sulla necessità nel quadro degli interessi nazionali di un serio intervento centrale che non si limiti al finanziamento di opere pubbliche. È quanto fa nelle sue conclusioni il rapporto della Svimez quando osserva come sia urgente un processo di riforma capace di adeguare la struttura produttiva alle nuove esigenze del mercato poste dalla globalizzazione. Occorre, secondo la Svimez, un sostegno alla domanda privata—assente nella manovra appena approvata dal governo — per fronteggiare gli effetti della crisi ed evitare che il declino diventi permanente e, soggiungiamo noi, crei delle condizioni esplosive nella conurbazione napoletana.

Condividi

Fonte: http://www.perlagrandenapoli.org/?p=4571

Sostieni i Radicali Italiani con almeno 1 € - Inserisci l'importo » €