Amnistia: sto con Pannella, serve anche alla politica

Di Ambrogio Crespi, da wwwclandestinoweb.com, 19-09-2011
Sono con Marco. Sono con Marco Pannella nella sua battaglia. Condivido lo sciopero della fame che il leader dei Radicali ha coraggiosamente ripreso per gridare al sordo mondo della politica italiana la necessita’ di un provvedimento di clemenza per i detenuti, mai prima d’ora tanto necessario. L’ultima volta che il Parlamento voto’ un’amnistia era il 1990 ed erano appena stati riformati i codici penale e di proceduta penale. Oggi non ci sono riforme da celebrare, ma solo un senso comune di giustizia e civilta’ da assecondare con forza e convinzione. Come i Radicali, con Pannella e Rita Bernardini in testa, stanno facendo.
Stando ai dati del Dipartimento amministrazione penitenziaria del ministero della Giustizia, a fronte di una capienza di 45.732 unita’, la popolazione carceraria si attestava, al 30 giugno di quest’anno, a 67.394 detenuti (21.662 in eccedenza), di cui solo 37.376 condannati in via definitiva. E gli altri? Ben 28.257 erano in attesa di sentenza definitiva, 14.148 aspettavano addirittura la decisione di primo grado (e quanti saranno mandati assolti?). Numeri ai confini della realta’, di fronte ai quali non si possono non condividere le parole di Pannella: “Non solamente costituirebbe il solo provvedimento atto ad avviare in modo irreversibile da subito il processo di riforma della Giustizia, del Regime partitocratico, sovraffollata e disastrata almeno quanto le sue immonde carceri, contro legalita’ internazionale, legalita’ e la giurisdizione europee, la stessa Costituzione, come il Presidente della Repubblica ha perentoriamente pubblicamente dichiarato, le leggi e i codici italiani”.
Parole di buon senso e obiettivamente incontrovertibili. Ma come sostiene ancora Pannella “se il Parlamento decidesse per l’amnistia avremmo Tonino Di Pietro pronto a gridare che e’ per Berlusconi“. Forse, ma anche per altre decine di migliaia di persone costrette a subire una tacita “tortura” di Stato nel silenzio dell’ingiustizia e nella sorda rincorsa alla propaganda. E’ giusto che le vicende del singolo gravino sulle pene di molti? Trasformiamo Berlusconi da ostacolo in occasione. Amnistia o non amnistia la sua parabola politica volge al termine. Chiudiamola con un atto di civilta’.
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Fonte: http://www.perlagrandenapoli.org/?p=4402

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