Intervento di Rodolfo Viviani al Congresso di TV Radicale

Cari amici, sono lieto di poter partecipare ai lavori del Congresso costituente di TV Radicale. 

Scusandomi per la brevità del mio intervento, saluto i compagni, per tutti Roberto Mancuso, che da anni dedicano una parte importante del loro tempo alla sperimentazione di nuove forme di comunicazione, in un Paese dove la circolazione delle idee è impedita da forme di dominio oligopolistico del mercato radiotelevisivo che negano l’essenza dell’articolo 21 della Costituzione “tutti hanno il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”

Nel corso della mia ventennale militanza radicale ho costantemente dovuto verificare con amarezza che quanto più grande è la forza delle lotte politiche che intraprendiamo maggiore è la censura che ci colpisce, sotto forma di “non notiziabilità” delle iniziative ma anche di distruzione di immagine e di identità. La situazione generale sembra aggravarsi sempre di più, vedi ad esempio la questione dei “regali” fatti a RAI e Mediaset per la assegnazione di frequenze televisive digitali, che oltre ad impedire a nuovi attori di entrare nel sistema, tolgono allo Stato cifre miliardarie in un momento di gravissima crisi economica. 

L’Italia è il paese della TV. Dati ufficiali di pochi anni fa raccontano l’esistenza di 640 trasmittenti via etere. In pratica lo stivale ospita un quinto delle televisioni attive nel mondo (circa 2500). Dagli anni ’70 ad oggi, radio libere e  tv private  - voglio citare per orgoglio partenopeo il visionario e straordinario caso di “Telenapoli”-  in molte occasioni hanno rappresentato esperienze di cosciente e consapevole percorso di scoperta del senso profondo del comunicare contrapponendosi alle dinamiche del dominio e della “trasmissione”. In anni più recenti le televisioni di comunità, quelle di “strada”, sfruttando buchi nella legislazione e coni d’ombra delle frequenze, hanno avuto il merito di denunciare scandali, portare alla ribalta voci che si voleva tenere ghettizzate, come quelle dei disabili e degli immigrati, scontrandosi molto spesso con problemi di sostenibilità economica che hanno impedito la necessaria continuità della loro azione. Oggi la possibilità di trasmettere quasi a costo zero, attraverso piattaforme gratuite e collegamenti in videoconferenza apre nuovi orizzonti alla comunicazione. Ma non facciamoci illusioni, la strada sarà disseminata da ostacoli di ogni tipo e anche operazioni come quella di “Rai per una notte” non sono prive di insidie. 

Qual è allora il senso della nostra iniziativa? Come pensiamo di sostenere la nostra impresa in un mercato che spesso fa della enorme diffusione dell’offerta il modo di ghettizzare, oscurandole, le idee meritevoli di conquistare platee ampie che – usando le parole di Marco Pannella – possano fare “massa critica”  divenendo oggetto di discussione tra le persone e quindi di partecipazione attorno ad un “senso comune”? Credo che tutti insieme abbiamo il difficile compito di rispondere a questa domanda se vogliamo che il nostro Congresso sia l’inizio di un duraturo processo di sperimentazione che possa fornire contributi pratici e teorici alla lotta per l’affermazione della libertà di pensiero e alla diffusione delle idee radicali e nonviolente. 

Per quanto mi riguarda trovo convincenti gli obiettivi enunciati da Roberto Mancuso nella sua relazione. Un progetto fatto da militanti che permetta attraverso una comunicazione quasi interpersonale di sperimentare nuove forme di creatività, arricchendo tutte le parti in relazione, attraverso lo scambio di senso e significato. I “Format” sperimentati in questi mesi, come “Radicalbar”, “Una leggera euforia” e le trasmissioni dedicate – ma non autogestite – alle attività delle associazioni locali di Radicali Italiani sono un esempio positivo, da continuare e ulteriormente sviluppare. Come presidente dell’associazione radicale “Per la Grande Napoli” ho trovato molto utile la possibilità di registrare traccia delle tante iniziative politiche che svolgiamo. Produrre documenti da pubblicare sul sito dell’associazione in tempo reale consente alle persone che hanno ricevuto dalle nostre mani un volantino – ponendosi delle domande su di noi e sulle nostre idee – di approfondire la conoscenza e di iniziare un dialogo.

Potere lasciare, anche a “futura memoria”, la testimonianza di lotte che rischiano di essere dimenticate anche dagli stessi protagonisti per l’azione nefasta della censura e della indifferenza che spesso caratterizza l’operato degli organi di stampa della mia città è un modo di alimentare la fiamma della passione che ci spinge a donare il nostro tempo, il nostro denaro (e come direbbe il mio segretario Luigi Mazzotta, anche un poco della nostra salute!) per l’affermazione delle idee liberali, libertarie, liberiste e antiproibizioniste. Anche per questi motivi l’associazione PLGN ha deciso di essere socio Costituente di TV Radicale, auspicando che questo esempio possa essere seguito da tanti altri. 

Non posso omettere una riflessione sull’adesione della costituenda associazione TV Radicale a Radicali Italiani. Come molti di voi sapranno, proprio questa intenzione mi aveva fatto allontanare da una diretta partecipazione al progetto, perché questo avrebbe limitato la nostra capacità di azione e libertà espressiva. Anche se “inufficiale”, una web tv che fosse organo di una associazione politica avrebbe spinto a caratterizzare la nostra produzione in un senso più di propaganda che di dialogo e di sperimentazione creativa.

Ricordo sempre una frase che ho ascoltato tante volte da Marco Pannella “gli organi di partito sono fatti per ingannare innanzitutto i militanti di quel partito”! Per questo motivo, anche alla luce delle perplessità del segretario di Radicali Italiani rispetto ad un nostro riconoscimento, propongo di ritirare la nostra richiesta, invitando il comitato promotore a predisporre i necessari emendamenti allo Statuto, facendo della Associazione TV Radicale una impresa editoriale interdipendente col mondo radicale ma non assoggettabile al volere di qualsiasi autorità esterna. 

Per chiudere mi piacerebbe poter usare le parole di Danilo Dolci che nel marzo del 1970 da “Radio Libera Partitico” affermava:” Questa è la sede della nuova resistenza: abbiamo il diritto di parlare e di farci sentire, abbiamo il dovere di farci sentire, dobbiamo essere ascoltati. La voce di chi è più sofferente, la voce di chi è in pericolo, di chi sta per naufragare, deve essere intesa e raccolta attivamente, subito, da tutti!” Non so se saremo  capaci e all’altezza del compito che ci prefiggiamo ma sento che una web tv come la nostra è necessaria e che se non esistesse bisognerebbe subito inventarla. 

Rodolfo Viviani – Comitato Nazionale di Radicali Italiani – Presidente Associazione radicale “Per la Grande Napoli”

Condividi

Fonte: http://www.perlagrandenapoli.org/?p=4258

Sostieni i Radicali Italiani con almeno 1 € - Inserisci l'importo » €