La Global Commission – Non solo riduzione del danno
Se si ha la pazienza di sfogliare le pagine del Rapporto della GC, ci si rende conto che le iniziative auspicate vanno ben oltre una semplice proposta di riduzione del danno. Laddove, nel documento, si parla di limitazione dei danni, la formulazione rimane sempre fortemente ambigua lasciando intendere che di danni del proibizionismo si parla, e non solo dei danni delle droghe. Cioè dei danni che le droghe producono, di per sé, certo, ma pure in relazione alle strategie di criminalizzazione, incarcerazione e operazioni di polizia che vengono perseguite, a livello mondiale, da più di 40 anni, con grande spreco di risorse e magri risultati.
La riduzione del danno è più riconducibile a quelle forze cosiddette di sinistra, europee e occidentali, che in tutti questi anni hanno ampiamente collaborato alle politiche ONU (un nome su tutti, Pino Arlacchi), lavandosi poi la coscienza con miseri programmi locali di scambio di siringhe e narcosalas, iniziative lodevoli ma che ignorano tutto quello che viene prima e dopo l’accesso del tossicodipendente alla struttura.
Le linee che il Rapporto traccia comprendono indicazioni molto più strutturali, con uno sguardo alle radici dei problemi che il mondo intero vorrebbe vedere risolti: gli usi problematici e le dipendenze, il narcotraffico e la corruzione politica, il dispendio di risorse umane e finanziarie.
Un forte rilievo viene dato alla necessità di convertire le risorse destinate alle operazioni di polizia, agli arresti, alla detenzione, spostandole sui “pesci grossi” e ponendo fine alla criminalizzazione di consumatori, tossicodipendenti e piccoli pesci della filiera, come coltivatori, contadini andini o asiatici, spacciatori di strada. Una raccomandazione così logica da sfiorare l’ovvio, se non fosse che da decenni si fa il contrario, focalizzando retate e “brillanti operazioni” su dei poveri disgraziati e permettendo ai grossi trafficanti di prosperare. Nella sintesi iniziale, altre proposte vengono messe in evidenza: “Incoraggiare i governi a sperimentare modelli di regolamentazione giuridica sulle droghe, per minare il potere del crimine organizzato e salvaguardare la salute e la sicurezza dei loro cittadini. Questa raccomandazione vale soprattutto per la cannabis, ma incoraggiamo anche altri esperimenti di depenalizzazione e regolamentazione legale, che possano raggiungere
questi obiettivi e fornire modelli per altri”.
Con questa raccomandazione, ripresa più volte, gli estensori del Rapporto domandano una maggiore autonomia per i vari paesi nel tentare modelli di politiche che non obbligatoriamente debbano comprendere punizioni e stretta sorveglianza nei confronti dei consumatori; la severità penale e la coordinazione internazionale andrebbero mantenute, ed intensificate, sui responsabili degli spostamenti non di chili, ma di tonnellate di droghe illegali da una parte all’ altra del globo, sugli organizzatori, grossi distributori e beneficiari di uno dei più prosperi mercati.
Altrettanto rilievo viene dato all’ urgenza di riportare il trattamento delle tossicodipendenze e dei consumi problematici su un
livello sanitario, e non più giudiziario; dove sperimentate, le politiche così studiate hanno dato buoni risultati sui casi trattati
e, particolare di non poco conto in alcune zone, sulla diffusione di malattie legata alla tossicodipendenza, come nel caso dell’ AIDS, ed è a questo proposito che vengono citate, una volta e di sfuggita, le classiche strategie di riduzione del danno: “Offrire servizi sanitari e cure a chi ne ha bisogno. Garantire che sia disponibile una varietà di modalità di trattamento, compreso non solo il trattamento con metadone e buprenorfina, ma anche i programmi di trattamento assistito con eroina che si sono dimostrati efficaci in molti paesi europei e in Canada. Implementare i programmi di accesso alle siringhe e alle altremisure di riduzione del danno che si sono dimostrate efficaci nel ridurre la trasmissione dell’HIV e di altre infezioni a trasmissione
ematica così come le overdosi fatali”.
Una particolare attenzione è messa agli ultimi della catena del mercato illegale, a coloro ai quali vengono negati i diritti fondamentali, nella cecità di una “guerra alla droga” perduta da sempre: “Rispettare i diritti umani delle persone che usano droghe. Abolire le pratiche abusive eseguite in nome del trattamento – come la detenzione forzata, il lavoro forzato e gli abusi fisici o psicologici – che contravvengano standard dei diritti umani e delle norme o che annullino il diritto all’autodeterminazione. Applicare principi simili alle politiche sopra esposte alle persone coinvolte nelle estremità ultime dei mercati di droghe illegali, come gli agricoltori, i corrieri e piccoli venditori. Molti sono vittime di violenza e di intimidazione o sono tossicodipendenti. Arrestare e imprigionare decine di milioni di queste persone, negli ultimi decenni, ha riempito le prigioni e distrutto vite e famiglie senza ridurre la disponibilità di droghe illecite o il potere delle organizzazioni criminali. Sembra non ci sia limite al numero di persone disposte a impegnarsi in tali attività per migliorare la loro vita, provvedere alle loro famiglie, o comunque sfuggire alla povertà. Le risorse per il controllo della droga possono esser meglio dirette altrove”.
Non mancano poi accenni circostanziati agli aspetti economici, che possono essere sviluppati su tre punti:
- Le enormi somme di denaro nero che dalla vendita di droghe illegali viene riciclato in corruzione politica, traffico di esseri umani e di armi.
- Il risparmio considerevole che si avrebbe dalla legalizzazione e regolamentazione di alcune abitudini umane, liberando milioni di poliziotti impegnati nel mondo a perseguitare i ragazzi con due o tre canne nello zaino.
- Le entrate di denaro legale e giustificato dalla tassazione di tali abitudini di consumo.
Qualcosa di più, quindi, di una riduzione del danno; una svolta radicale, seppure espressa in termini cauti e graduali, nel controllo delle sostanze stupefacenti a livello transnazionale.
Claudia Sterzi
Fonte: http://www.antiproibizionistiradicali.eu/?p=125
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