Casse comunali in rosso, 400 creditori, Napoli in debito per 700 milioni di euro

di Ciro Crescentini, da “Cronache di Napoli”, 13-08-2011

La giunta comunale di Napoli è assediata dai creditori. Quattrocento fornitori (imprese, artigiani, consorzi) vantano circa settecento milioni di euro per la prestazione di servizi e attività effettuate in favore dell’ente di piazza Municipio. Le casse di Palazzo San Giacomo sono vuote. Tanti piccoli e medi imprenditori rischiano di fallire, forse saranno costretti a licenziare centinaia di dipendenti perché non possono garantire regolarmente la corresponsione dei salari e dei contributi previdenziali. Si tratta di tipografie (che stampano la carta intestata comunale), distributori di carburanti, cooperative che garantiscono l’assistenza sociale, librai, imprese edili e di manutenzione, società che gestiscono le mense scolastiche. Sono stimati dai 24 ai 36 mesi i ritardi nei pagamenti delle fatture e degli stati di avanzamento dei lavori. I creditori che hanno deciso di farsi assistere dagli avvocati portando l’ente di piazza Municipio in tribunale. Tantissime le istanze di pignoramento. Istanze che costringono l’ente a pagare rapidamente (interessi legali compresi). Altri, non intendono più operare con il Comune. “Siamo creditori di centinaia di migliaia di euro” racconta il titolare di una tipografia napoletana. A rischio anche la refezione scolastica. I fornitori dei pasti non vengono pagati. “Fatture emesse nel 2006 a tutt’oggi non sono state ancora evase”, denuncia il titolare di una libreria cittadina. Confartigianato e Associazione dei Costruttori alzano il dito e invocano norme più severe; soffrono anche gli imprenditori edili. Non potranno più garantire l’apertura dei cantieri edili per la manutenzione delle strade e delle scuole. “La situazione finanziaria è difficile perché il governo cittadino non ha provveduto a pianificare la liquidità di cassa, verificando e controllando scrupolosamente le entrate e le uscite di risorse – spiega l’ex assessore al Bilancio Michele Saggese – tra l’altro il problema di liquidità aumenterà a fine ottobre, penso che sarà difficile liquidare i creditori ma, forse, non saranno garantiti i pagamenti dei dipendenti comunali”. Una situazione che peggiorerà con i tagli dei trasferimenti decisi dall’esecutivo nazionale. “Avevo ipotizzato il condono sulla Tarsu per racimolare almeno cento milioni di euro in modo da bloccare le istanze di pignoramento e risolvere alcuni problemi – aggiunge Saggese – il denaro liquido poteva affluire nelle casse comunali riorganizzando seriamente le aziende partecipate, costituendo una sola holding”. Le preoccupazioni e le critiche di Saggese, sono confermate dalle relazioni del collegio dei revisori contabili che hanno rilevato la criticità sulla disponibilità di liquidità nelle casse comunali. Evidenziando la mancata riduzione dei tempi di pagamento dei creditori. Appare sempre più vicina l’ipotesi che venga avviata una procedura di infrazione contro l’amministrazione comunale partenopea, in quanto non è stato mai applicato il decreto legislativo numero 231 del 2002 e la direttiva comunitaria 35 del 2000, contenente disposizioni per fronteggiare i ritardi di pagamento. Le amministrazioni pubbliche sono obbligate a pagare fornitori di beni e servizi entro 60 giorni. Scaduto questo termine si applicherà una penale dell’otto per cento.

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Fonte: http://www.perlagrandenapoli.org/?p=4044

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